{𝖘𝖊𝖉𝖎𝖈𝖎} 𝖚𝖓 𝖈𝖆𝖘𝖙𝖊𝖑𝖑𝖔,𝖚𝖓 𝖘𝖔𝖌𝖓𝖔 𝖊 𝖚𝖓 𝖕𝖔' 𝖉𝖎 𝖛𝖎𝖓𝖔

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~성~

stappo l'ennesima bottiglia di vino rosso pregiato e me lo verso nel bicchiere

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stappo l'ennesima bottiglia di vino rosso pregiato e me lo verso nel bicchiere. Non lo bevo, non mi va neanche in realtà. Mi alzo, vado alla finestra, guardo fuori e vedo davanti a me quel castello, quel bellisdimo castello, perfetto, come il sogno di una bambina. È spettacolare, tutte le volte che lo guardo lo penso. Chissà se ci viveva qualche bella principessa con il proprio principe. Ormai è dismesso, distrutto da così tanto, ma io posso ancora sentire il suo splendore, la sua magnificenza, come un'aurea di potere, che incute soggezzione e tranquillità allo stesso tempo. Era abitato da regali personaggi che si mostravano al balcone salutando con la mano e mostrando al loro popolo la loro importanza o era forse dimora di qualche mostro o vampiro? Poco importa, nella mia immaginazione c'è posto per tutti. A volte mi immagino un grosso conte, con la barba e i baffi, che si aggira per le mura di quel castello alla ricerca di qualche biscotto o un bel tacchino, a volte invece quella figura diventa magra fino a scomparire, alta, tanto che hanno costruito porte altissime solo per lui, pallido come la più bella delle lune, gli occhi nere come la più scura delle notti e un'espressione impassibile sul volto, si aggira di notte, alla ricerca di una porta per uscire da quel castello e godersi la brezza notturna. A volte chi si presenta davanti a me è una giovane ragazza, quasi una bambina, che rende quel castello così pieno di energia correndo in giro, avvolgendo le tende attorno al suo piccolo corpo come fossero vestiti pregiati, ridendo e saltando attorno a chiunque le capitasse vicino, divertendosi come non mai, a volte invece l'amosfera si fa austera e la bambina viene sostituita da una donna, una signora alta con un grosso cappello viola, magra, con lo sguardi truce, che non fa altro che dare ordini a cameriere e valletti con voce monotona e inespressiva. Ognuno di loro abita il castello in un modo diverso e mi piace pensare che vivano tutti insieme, inconsapevoli l'uno dell'altro e che un giorno, quando deciderò di riaprire le porte di quel castello si possano incontrare.

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