capitolo 4

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Harry spalancò la porta della sua nuova camera da letto ancora con un broncio sul viso, dopo aver consumato la colazione senza avere realmente appetito. Che bel ventunesimo compleanno, pensò, facendo qualche passo incerto e richiudendosi la porta alle spalle.

Si sfilò la camicia dal petto e si abbassò le braghe, avendo deciso di rimettersi a dormire a causa del suo umore basso: il sonno l'aveva sempre aiutato a rilassarsi e a ritrovare la quiete. Fece scorrere il tendaggio davanti al letto e, con gli occhi già pesanti, alzò le lenzuola e si infilò nel letto.

"Ma che diavolo...?" borbottò Harry, portando una mano a tastare la zona dietro la sua schiena e toccando un oggetto morbido dalla superficie liscia. Si voltò e per poco non ebbe un attacco di cuore quando vide la sua mano poggiata sul fondoschiena di Louis, che era voltato dal lato opposto al suo e stava sonnecchiando a bocca aperta, come un bambino. Il riccio scostò la mano più lentamente del previsto e rimase a fissare il castano abbastanza a lungo, studiando ogni particolare del suo corpo visibile al di sopra delle coperte, dalle ciglia lunghe, al modo in cui la schiena gli si alzava e abbassava armoniosamente, al ritmo dei suoi respiri. Quando Harry avvicinò il viso al retro della testa di Louis, sentì una mano scorrere sulle lenzuola e appoggiarsi sul suo ginocchio e il castano si girò sfarfallando gli occhi, ritrovandosi il viso del riccio a pochi millimetri di distanza.

Nessuno dei due proferiva parola e Louis istintivamente portò la mano che era sul ginocchio del riccio a posarsi sulla coscia di quest'ultimo. A Harry si spezzò il respiro a quel contatto e, prima che potesse riflettere sulle sue azioni, gettò le braccia al collo del castano.

"Louis, non voglio più litigare con te, scusami, scusami, so che sei il capitano e che hai tanti doveri e non me la sarei dovuta prendere con te se per colpa mia non eri riuscito a concludere tutte le cose da fare. Sono uno stupido egoista, è ovvio che non puoi farmi da balia e che devi anche badare alla tua ciurma, non lo farò più, promesso" disse tutto d'un fiato Harry, stringendo ancora di più Louis a sé.

Il castano era rimasto senza parole e, solo dopo qualche secondo, avvolse di rimando il busto nudo del riccio.

"No, no Harry, non devi scusarti, sono io a doverlo fare semmai. Mi dispiace averti abbandonato quando ti avevo promesso che sarei rimasto, giuro che non succederà più. Puoi perdonarmi?" chiese Louis con un filo di voce e staccandosi dal corpo del più piccolo.

"Certo... Ti ho già perdonato" annuì sorridendo Harry, che spostò lo sguardo oltre la figura di Louis, posando gli occhi sul cuscino dietro di lui.

"Louis, ma... perchè c'è una macchia di bagnato sul cuscino? Hai pianto?" il viso del riccio si rabbuiò improvvisamente.

Il castano non sapeva come rispondere, per cui evitò semplicemente lo guardo di Harry, abbassando il volto e giocando con le proprie dita.

"Oh, mi dispiace tanto" gli occhi del riccio si riempirono di lacrime "Sono una persona orribile."

"No, piccolo, non è vero" il castano portò lentamente le mani a circondare il viso di Harry, facendogli alzare lo sguardo "Sei una persona meravigliosa, mi sembra di avertelo già detto. In quanto capitano di questa nave ti proibisco di blaterare menzogne sul tuo conto, Harry Styles" disse Louis seriamente, facendo scaturire in Harry una risata genuina e asciugandogli le lacrime che gli si erano raccolte agli angoli degli occhi.

"Scusami... Sei così buono con me, non me lo merito" il più piccolo scosse piano la testa abbassando lo sguardo.

Louis si morse il labbro perchè, in quel momento, sentiva il bisogno di togliere quell'espressione sconfitta dal viso di Harry con un bacio, ma sapeva di non poterlo fare.

But you got stars, they're in your eyes - L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora