Capitolo 4

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Cosa
diavolo
ho
fatto???

Rientrai nel mio ufficio quasi di corsa. Fuori c'erano zero gradi ma io stavo sudando.

Ho dato da bere ad una studentessa.

Ho fatto ubriacare una studentessa!

Mi sentivo la pelle scottare. Tolsi il mantello e lo lanciai in un angolo, poi iniziai a camminare avanti e indietro di fronte alla scrivania, passandomi le mani fra i capelli. Non riuscivo a capacitarmi del mio comportamento. Certo, mi era capitato di avere interazioni con alunni che gli altri professori probabilmente non avrebbero approvato, ma consistevano più che altro nell'umiliarli in pubblico e appenderli al soffitto con la magia, non nell'offrirgli dell'alcool e guardarli dormire! Con chi avevo avuto la brillante idea di farlo, poi? Granger, la stessa che da mesi mi ero ripromesso di ignorare.

Complimenti, ci sei proprio riuscito.

Granger. Granger. Granger.
Granger, non "Hermione".

Mi coprii il volto con entrambe le mani e mi lasciai cadere sulla poltrona, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Rimasi in quella posizione per diversi minuti, rivivendo nella mia mente tutto ciò che era successo. Finalmente riabbassai le mani e riaprii gli occhi con un lungo sospiro. Farmi prendere dal panico non era da me, dovevo analizzare la situazione in modo logico.

Innanzitutto, la ragazza era più che maggiorenne quindi un goccio di whisky non è poi la fine del mondo, era stata lei ad esagerare e a chiederne ancora.

E io gliel'ho dato!

Tecnicamente l'ultima volta è stata lei a prenderselo da sola.

Senza che io provassi minimamente a fermarla!

Mi alzai in piedi e ricominciai a camminare su e giù per la stanza. Stranamente non riuscivo a darle nessuna colpa, neanche per la sua sfuriata fuori controllo. Era ovvio che pensasse quelle cose di me, tutti gli studenti che abbia mai avuto le hanno pensate.

E allora perché è da inizio anno che si comporta come se non le desse alcun fastidio?

Non potevo far altro che continuare a pormi le stesse domande e maledirmi mentalmente. Il problema principale non erano le conseguenze. Sapevo che non sarebbe andata a raccontare in giro l'accaduto, era una ragazza sveglia, e anche in quel caso l'avrei facilmente passata liscia come ogni volta. Ciò che mi disturbava profondamente era l'aver agito come se non fossi io, e non capirne il perché. Con qualsiasi altro studente avrei semplicemente preso in giro la loro richiesta di sedersi con me e me ne sarei andato senza aggiungere altro.

Idiota.

Mi riaccasciai nuovamente sulla poltrona, stremato e frustrato, e continuai a far vagare la mente fino ad addormentarmi, sfinito.

Fortunatamente il mattino successivo la maggior parte dei ragazzi partì per le vacanze, compreso il trio Grifondoro, e non dovetti affrontare ciò che era successo il pomeriggio prima. Passai quelle settimane autoconvincendomi che una volta tornata Granger si sarebbe già dimenticata della faccenda, sempre che qualcosa le fosse effettivamente rimasto impresso nella memoria, dato lo stato in cui l'avevo lasciata ai Tre Manici di Scopa. Cercai quindi di pensarci il meno possibile, occupando il mio tempo e la mia mente studiando nuove pozioni.
Il giorno di Natale, invece, con mio grande dispiacere fui costretto a partecipare ad un banchetto festoso con gli altri professori.

- Non ti diverti, Severus?

Minerva si avvicinò all'angolo della sala in cui mi ero isolato, lasciando gli altri insegnanti a conversare di politica e Quidditch davanti al buffet. Li osservai uno a uno con un sopracciglio alzato.

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