Capitolo 2

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Erano piuttosto lontani ma riuscivo a osservali per bene. Era strano non vederli confabulare sottovoce; evidentemente non avevano più grandi piani e misteri da discutere. Il trio si limitava infatti a mangiare tranquillamente, scambiandosi qualche parola e risata nel mentre. Quegli idioti di Potter e Weasley erano cresciuti di diversi centimetri dall'ultima volta che avevano messo piede a scuola, e la loro divisa era palesemente troppo stretta ormai, con le maniche che a fatica gli raggiungevano i polsi. Anche Granger sembrava più grande, ma la sua divisa le calzava a pennello. Evidentemente era stata l'unica abbastanza intelligente da usare la magia per sistemarla. Da seduta sembrava comunque più bassa dei due ragazzi, ma ormai il suo viso e il suo corpo erano quelli di una donna. E pensare che la prima volta che è arrivata ad Hogwarts era solo una bimba spocchiosa con i capelli a cespuglio e i denti da castoro.

Mi salì un filo di rabbia pensando che quei tre mocciosi conoscevano meglio di chiunque altro il mio passato, avendo Potter visto personalmente i miei ricordi.

La McGrannit, seduta al mio fianco, si alzò in piedi e si schiarì sonoramente la voce per attirare l'attenzione dei presenti a sé. Anche le tre teste che stavo studiando da diversi minuti si girarono nella nostra direzione e io distolsi immediatamente lo sguardo. Mantenni gli occhi sul tavolo per l'intera durata del discorso della nuova preside, finché non congedò gli studenti nelle loro sale comuni per la notte. Alzai finalmente la testa, nel punto in cui erano seduti Potter, Weasley e Granger. La maggior parte degli studenti erano ormai in piedi e si dirigevano verso l'uscita. Dei tre, solo la ragazza era ancora seduta al tavolo. La intravidi subito, fra le teste che si muovevano, e mi accorsi che il suo sguardo era rivolto verso di me, un'espressione indecifrabile sul volto. Ci guardammo negli occhi per un attimo, poi lei arrossì e si girò dall'altro lato di scatto, alzandosi e lasciando anche lei la sala.

Solo la mattina dopo mi resi conto degli sguardi affascinati che attiravo dagli studenti ovunque andassi e dei bisbiglii che si scambiavano non appena voltassi loro le spalle. Come avevo immaginato, mi vedevano con occhi diversi, e la cosa mi faceva sentire alquanto a disagio. Bastò però una mattinata di lezioni, tra punizioni severe e commenti sprezzanti, per riottenere il mio comodo ruolo di professore più odiato della scuola. Le voci sulla mia mancata trasformazione in un unicorno dovevano aver fatto il giro del castello, dato che anche gli alunni che entrarono nella mia classe quello stesso pomeriggio mi guardarono con astio e timore, evitando i miei occhi. Il che mi dava un certo piacere, ad essere sincero.
Gli unici a osservarmi ancora in modo strano erano i tre Grifondoro più grandi. Quando si presentarono a lezione, infatti, mi squadrarono dalla testa ai piedi e non mi staccarono gli occhi di dosso per tutto il tempo, come se stessero cercando qualcosa sotto quella che erano convinti essere una maschera.

Avete già visto abbastanza, piccoli ficcanaso.

Potter e Weasley furono facili da piegare. Bastò qualche insulto velato alle loro fallimentari pozioni per convincersi che non ero affatto cambiato e per tornare a essere infastiditi anche dalla mia sola voce.
Granger, al contrario, mi diede del filo da torcere. Osservai attentamente le sue mani mentre aggiungeva ingredienti e mescolava il contenuto del suo calderone, ma non fece alcun errore. Alla fine dell'ora girai tra i banchi per canzonare i difetti di ogni singola pozione e spezzare gli spiriti di quei mostriciattoli. Quando raggiunsi la postazione della ragazza mi chinai per vedere meglio il suo lavoro, anche se sapevo essere impeccabile, poi mi voltai verso di lei. Era estremamente sull'attenti e si torturava le mani, in attesa di un giudizio. Era rimasta la solita secchiona.

- Ottimo lavoro Granger.

Vidi i suoi occhi illuminarsi e le sue labbra piegarsi in un grazioso sorriso.

- Se non fosse per un piccolo dettaglio...

Il sorriso sparì in un attimo mentre sul suo viso si formava un espressione confusa.

- Il colore. È di una sfumatura decisamente brillante. Troppo brillante. La prossima volta mettici un po' meno... entusiasmo.

Tirai fuori dal mantello la mia bacchetta e con un leggero movimento di polso l'intera pozione scomparve nel nulla.

- Un vero peccato. Forse un anno passato a correre nei boschi ha annebbiato le tue capacità.

Mi voltai verso Hermione, che mi stava incenerendo con lo sguardo. Con la coda dell'occhio la vidi serrare i pugni. Un sorrisetto soddisfatto si formò sul mio viso. Dopo qualche secondo passato fissandoci in cagnesco la ragazza respirò profondamente chiudendo gli occhi, distese i muscoli e si ricompose. Assunse un'espressione amichevole e riaprì gli occhi, posandoli sul mio volto chiaramente deluso.

- Ha ragione Professore, errore mio. La ringrazio per il consiglio.

Concluse con un sorrisino.
Nel frattempo la campanella era suonata e il resto della classe stava già mettendo via i loro strumenti per lasciare l'aula. Io rimasi a fissare il volto di quella ragazzina per diversi secondi ancora, studiandone ogni minimo dettaglio. Poi sbattei le palpebre velocemente e mi voltai, sibilando.

- Arrivederci Granger.

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Ehilà. Come procede la lettura? Vi piace il pov di Piton? L'avevo visto fare poche volte e la cosa mi sembrava interessante. Se vi va aggiungete questa storia alla vostra libreria, così da non perdervi i prossimi aggiornamenti :)

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