Peter Parker

126 6 4
                                    

Questo è il primo immagina che ho scritto per conto mio, spero vi piaccia!

***

Non è possibile che anche oggi Peter sia in ritardo! Lui ha il progetto a cui abbiamo lavorato giorno e notte per una settimana.
Il martellante dolore alla testa che ho in questo momento però mi ricorda quel che ho fatto ieri sera: ho girovagato per la città saltellando sugli edifici e per poco non ci rimanevo secca.
Ho incontrato l'uomo ragno e credendomi una supercattiva per avermi vista con una tuta e una maschera nera davanti ad un negozio, mi ha spinta al muro e inchiodata con le sue ragnatele. Poi si è preso la libertà -e ha fatto male- di toccarmi la mano, prendendosi una bella scottata.
Se lo vedo la sua simpatica maschera diventa cenere.

"Buongiorno ragazzi!" la professoressa di scienze entra con la sua pesante borsa sulla spalla.
I miei poteri sono incontrollabili ora come ora, credo a causa dello stress.
Ho costantemente la paura di dare fuoco alla prima persona che mi fa arrabbiare.
Devo solo concentrarmi e ingoiare la rabbia.
Ma Peter e il suo maledetto ritardo non aiutano!
"Allora iniziamo subito! Chi viene per primo a presentare il progetto?"
Tutti si nascondono raggomitolandosi sotto al banco o nascondendosi dietro la schiena dei compagni davanti.
Io sto solo ansimando nel tentativo di contenere la rabbia e pensando dentro di me quale fine farà Peter se non si presenta entro dieci secondi.
Comincio a sentire la faccia e le mani bollenti, e temo che a breve scoppierà un incendio.
"Potrei andare al bagno?" Alzo la mano, sentendomi la faccia troppo calda.
"È così che la scampi T/N?" urla Flash ridendo.
Lo ignoro deliberatamente e la prof per fortuna annuisce, concendendomi di andare al bagno.

Esco in fretta e furia e sperando per Peter di farsi trovare in corridoio.
E così accade.
"Hey t/n scusami t-tanto! Io...ecco..mi sono svegliato tardi" Dallo zaino che si è posato distrattamente sulla spalla esce leggermente qualcosa di rosso e blu.
Non ci faccio molto caso, e cerco ancora di trattenere la rabbia.
Cercando di evitare lui e il suo sguardo dispiaciuto faccio per dirigermi verso il bagno per sbollentare la rabbia, soprattutto per non cuocere vivi tutti i miei amici.
Nel farlo però scontro la mia mano bollente con quella di Peter che si ritira gemendo.
Intuito il mio errore evito di guardarlo, perché so che non reggerei, e vado a passo svelto verso il bagno.

Appena arrivo apro il rubinetto e mi getto l'acqua sul viso, sperando di calmarmi.
Come se il ritardo non bastasse, Peter aveva toccato la mia mano insolitamente calda.

Ma adesso che sono qui nascosta, la tentazione di uscire da scuola sale a mille. Voglio evitare Peter, a tutti i costi, per quello che ha appena sentito sulla mia mano.
Tuttavia torno alla realtà e capisco che non posso uscire da scuola così, quindi raggiungo nuovamente la classe dopo essermi calmata ed evito lo sguardo di Peter.
Non ho nemmeno il tempo di sedermi che la professoressa chiama me e Peter per esporre la nostra ricerca.
Perfetto, spero di ricordarmi tutto ciò che ho studiato.
Esponiamo e va tutto per il meglio, ma all'improvviso, proprio nel mezzo del mio discorso, fuori dalla finestra sentiamo un profondo boato, seguito da moltissimo fumo.

Mentre tutti si avvicinano alle finestre per vedere, io recupero la mia tuta immune al fuoco.
Corro in un luogo appartato e me la metto, correndo poi fuori a vedere quale strano alieno presuntuoso ha intenzione di minacciare la Terra oggi.
Così potrò sfogarmi un po'!
Appena sono all'esterno mi libro in aria, usando le mani come a spingermi più in alto, e raggiungo il malevolo volando.
Non appena arrivo sul posto, non molto lontano dalla scuola, noto una figura rossa e blu sfrecciare in aria.
Sembra familiare.

Dallo zaino che si è posato distrattamente sulla spalla esce leggermente qualcosa di rosso e blu.

Peter! Peter? Peter è...?

<<Spiderman!>> grida una bambina dal marciapiede sotto di me, indicando la figura colorata.

Mi precipito da lei prima che qualche masso le capiti addosso e spengo le fiamme che mi circondano per prenderla e portarla più lontano possibile.
Non posso credere che quel timidone incapace di Parker sia Spiderman. Insomma, è assurdo.

Torno dall'eroe e lo aiuto a sconfiggere quello che sembra un Godzilla metallico, solo un po' più piccolo.
Con il calore del fuoco gli mando in tilt i circuiti e Spiderman -o Peter- lo sigilla nelle ragnatele per tenerlo fermo.
Anche oggi il lavoro da eroi è compiuto.
Faccio per andarmene ma qualcuno urla alle mie spalle.
<<Aspetta>> è Spiderman.

<<Scusa>> grido in risposta. Forse ha capito anche lui chi sono. Ed è meglio evitarlo per un po'.

Volo fino a casa, dove mi tolgo la tuta ed esalo un lungo sospiro, prima di addormentarmi per la lunghissima giornata.

* Immagina MultiFandom *Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora