È suonata la campanella che indica l'inizio dell'ora di educazione fisica e, come al solito, la mia sbadataggine si fa sentire quando mi accorgo di essermi dimenticata per l'ennesima volta il borsone dove metto il cambio per la palestra. Non ho voglia di beccarmi l'ennesima sgridata dalla prof; lei è una persona molto gentile e disponibile, ma quando si arrabbia diventa letale. È per questo che non voglio farla andare su tutte le furie, ma ormai questo è inevitabile dato che ho sempre la testa tra le nuvole. Insieme alla mia classe inizio a dirigermi in palestra. Mentre percorro i corridoi della scuola penso a quello che mi spetterà non appena entrerò in palestra.
Appena le mie compagne entrano nello spogliatoio, rimango sola e titubante decido di dire alla prof che dovrò saltare palestra anche questa volta. Mentre le comunico tutto, lei sembra particolarmente tranquilla, non so se ha perso le speranze con me oppure se oggi per lei è una bella giornata. In ogni caso si limita a dirmi di farle da aiutante e andare a prendere gli attrezzi nello sgabuzzino; ormai ho familiarità con quella piccola stanza buia.
Infilate le chiavi nella serratura, le giro e apro la porta. Ho la strana sensazione di essere osservata, ma non dò troppo peso alla cosa. Entro nello sgabuzzino e, mentre cerco gli attrezzi che mi ha richiesto la prof, sento la porta chiudersi dietro di me. Spaventata, mi giro e vedo lui.
"Che ci fai qui?" gli dico.
Lui mi risponde: "a te non interessa che cosa faccio qui, tu mi vuoi e basta."
Io: "certo, continua a crederci."
Dopo le mie parole sembra alterarsi e in un istante mi ritrovo con la schiena appoggiata al muro e il suo corpo perfetto a pochi centimetri dal mio: è riuscito a farmi indietreggiare senza che me ne accorgessi; quasi sicuramente è per il fatto che sono follemente innamorata di lui.
Dopo pochi secondi di silenzio io rompo il ghiaccio: "allora? cosa vogliamo fare? girarci i pollici?"
Lui assume subito un atteggiamento più serio di quello che ha avuto fino adesso e mi dice: "ho una cosa da dirti"
Ed ecco l'ansia che mi assale, cosa dovrà mai dirmi?
Non gli rispondo, mi limito ad assumere un'espressione interrogativa in modo da fargli capire che voglio sapere di più.
Lui: "tu... mi piaci"
Rimango sbigottita. Ho sempre pensato che lui fosse speciale per me, ma non avrei mai immaginato di interessargli.
Dopo qualche attimo di stupore gli rispondo con un: "anche tu mi piaci".
Vedo le sue pupille dilatarsi mentre mi guarda negli occhi, probabilmente lo stanno facendo anche le mie; il suo sguardo è indescrivibile e la sua presenza mi trasmette un senso di sicurezza che non avevo mai sentito prima con nessun altro.
Lentamente le sue labbra si avvicinano alle mie e iniziamo a baciarci dolcemente per attimi che sembrano durare anni, ma che dovrebbero durare di più. In questo periodo di tempo mi sento completamente fuori dal mondo e un senso di leggerezza e libertà pervade la mia mente, ma all'improvviso, vedo arrivare un fascio di luce dall'esterno che mi riporta alla realtà; io sono sola nello sgabuzzino e la prof si sta lamentando del fatto che io ci stia mettendo troppo. Questo era l'ennesimo viaggio mentale, maledetta immaginazione.
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just thinking
Randomscrivo quello a cui penso film mentali alcune cose sono ispirate da materiale già presente su Internet, quindi peace and love, non voglio nè copiare nè litigare con nessuno