Era passato un anno da quando Helios era diventato re e la situazione non era delle migliori. Il miglior amico con cui aveva passato infanzia e adolescenza, Adone, aveva deciso di dichiarargli guerra. Helios si era chiesto più volte il perchè, ma non riusciva a capire; che volesse espandere il proprio regno? che fosse annoiato e avesse solo voglia di combattere? o, addirittura, che gli stesse facendo uno scherzo? Helios sperava nell'ultima opzione, ma più tardi capì che non era così.
Dopo aver saputo della guerra, il re di Aura iniziò a preparare l'esercito di cui lui sarebbe stato a capo; scelse i veterani, coloro che di guerra ne sapevano anche troppo e, con gli insegnamenti del fidato amico di suo padre, iniziò ad allenarsi.
In quei pochi mesi di preparazione alla guerra imminente, il corpo di Helios era più scolpito che mai e Artemisia se ne accorgeva ogni notte quando, prima di andare a dormire, entrambi si liberavano di quelle catene che erano diventati i loro vestiti e davano sfogo a tutti i loro istinti.
Artemisia però era preoccupata ed Helios se ne accorgeva. Gli occhi di lei non l'avevano mai guardato in quel modo, così profondamente, come se lui fosse già morto. Di fatto, era la prima guerra a cui Helios avrebbe preso parte ed era terrorizzato da questo, ma non voleva darlo a vedere, soprattutto per Artemisia, già troppo preoccupata di suo; peccato però che anche lei si fosse accorta della paura di lui. Per questo passavano notti intere a parlare di quello che sarebbe successo se lui fosse stato catturato, ferito o, ancora peggio, ucciso.
Quando Artemisia si faceva queste domande, lui le prendeva delicatamente le mani e cercava di rassicurarla accompagnando le sue parole con un sorriso: "Andrà tutto bene, la guerra finirà presto e riusciremo a sposarci."
I due infatti non erano ancora ufficialmente legati l'uno all'altra da quegli anelli chiamati fedi e per questo fantasticavano sul loro matrimonio, che per entrambi doveva celebrarsi in presenza di poche persone. Lei aveva in mente una vera e propria fuga romantica: era abituata a scappare per evitare i guai, ma ora aveva la possibilità di fuggire senza avere nessuno che le correva dietro, ma che invece stava al suo fianco.
Lui era d'accordo con quell'idea; ora che era diventato re, sua madre Prisca era peggiorata. Gli rinfacciava continuamente il fatto che Berenice sarebbe stata perfetta per lui e, da quando Adone aveva dichiarato guerra, rendeva memorabili tutti gli allenamenti del figlio con le sue battute acide del tipo: "Sei troppo lento, così ti uccideranno."
Da quando Helios aveva chiesto ad Artemisia di sposarlo, Prisca era diventata ancora più isterica, sia per l'età sia per il fatto che non aveva ancora accettato la scelta del figlio: non voleva che il re sposasse una sconosciuta, appartenente a un ceto sociale fin troppo basso per meritare il titolo di regina.
Nonostante questo, Helios aveva già dichiarato che, se fosse morto, la corona non sarebbe passata a Prisca e lei non poteva fare nulla per evitarlo.Mancavano pochi giorni all'inizio della guerra e Helios e Artemisia passavano notti intere ad abbracciarsi, a sentire il calore di cui avevano bisogno perchè sapevano che presto non sarebbero stati più così vicini per un lungo periodo, forse per sempre. Helios era impressionato dal comportamento di Artemisia; non aveva più quell'atteggiamento sicuro di sè e noncurante che aveva prima. Quando parlò con lei per la prima volta, Helios non avrebbe mai pensato di vederla piangere, mentre adesso faceva di tutto per farla smettere. Non riusciva a vederla così e, in fondo, sapeva che neanche lei riusciva a vedersi così. Per lei piangere era un segno di debolezza e lei non voleva apparire debole agli occhi degli altri. Ma a quanto pare Helios fu uno dei pochi autorizzati a vedere la vera Artemisia, l'unico ad averla sostenuta quando tutti le puntavano il dito contro, l'unico a non averle mai voltato le spalle.
Helios prese tra le mani quelle guance solcate dalle lacrime e, premendo la sua fronte contro quella della ragazza, la consolò senza dire nulla. Sentiva il respiro affannoso di lei alternarsi ai singhiozzi dovuti al pianto e, con gli occhi chiusi, iniziò ad accarezzarla. Contemporaneamente, si concentrava sul proprio respiro, calmo e profondo, e cercava di trasmetterlo alla ragazza. Solo quando lei si calmò lui iniziò a parlare: "Non ti lascerò da sola." Artemisia faceva finta di credergli, ma sapeva che non sarebbe stato così.
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just thinking
Nezařaditelnéscrivo quello a cui penso film mentali alcune cose sono ispirate da materiale già presente su Internet, quindi peace and love, non voglio nè copiare nè litigare con nessuno