Capitolo 7

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Capitolo 7.

RITA COME LA SANTA DEGLI IMPOSSIBILI.

Sofia si raccolse in una crocchia i capelli, che fissò con uno spillone, si schiarì la voce con un colpo di tosse, inumidì le labbra, sgranò i suoi grandi occhi di uno splendente azzurro mare e prese a parlare.

“Rita si innamorò del suo carnefice quando aveva già rifiutato più di un partito.

Era la figlia secondogenita di un ricco commerciante del paese, ed era un partito ambito da quanti, perdigiorno o profittatori volevano appendere il cappello.

Uno di questi, Mino, si fece avanti in un momento di particoare sensibilità della ragazza. Anche la sorella maggiore, la snob e intellettuale Rossa, si era oramai fidanzata per corrispondenza e Rita si sentiva sminuita e bruttina.

Al contrario di sua sorella, la quale sfoggiava una capigliatura fulva, che avrebbe fatto invidia anche alla mitica Hawort, era di un franco castano e liscia, grandi occhi da cerbiatta ed un incarnato candido.

Era semplice Rita, senza schermi, senza malizie.

Fu facile al giovane uomo, dal sapiente scilinguagnolo, che si era messo in testa di sistemarsi dopo una cocente delusione amorosa e dopo la perdita di suo padre, lutto che aveva gettato lui e la sua famiglia dalla opulenza più sfrenata nelle ristrettezze economiche; fu troppo facile dicevo ammaliare la ragazza con lusinghe e con la promessa di un amore puro e sincero, di una famiglia e di un appoggio morale.

Si sposarono poco dopo, ma da subito le cose iniziarono a non andare bene. Le promesse d’amore si rivelarono false e lei prese a passare tanto del suo tempo da sola.

Per amore dei due figli, un maschio e una femmina, che arrivarono in seguito, Rita rimandò indietro il suo orgoglio ferito e dimenticò i suoi sogni infranti, per crescere i figli di quell’uomo che l’aveva tradita nei sentimenti e nelle promesse e per fare la serva alla madre di lui, che si era nel frattempo ammalata. La donna, non più giovane, era stata operata di un tumore al colon-retto e le era stato applicato un ano preternaturale, con una sacchetta che andava svuotata ripetutamente e che molto spesso si apriva facendo fuoriuscire tutto il contenuto maleodorante, sporcando cuscini, lenzuoli, pavimenti.

C’era a pulire la piccola Rita, anzi la grande Rita, sia per la stazza, infatti pesava ormai più di ottanta chili, sia per la grandezza d’animo con la quale affrontava questo castigo senza mai lamentarsi, senza mai indietreggiare, facendosi piano piano uno stomaco così, che alla fine le avrebbe portato il tumore che la spense.

“Certo che questo Mino è un grandissimo pezzo di merda” – sibilò in un soffio Giorgiana.

“No! perché offendi la materia di scarto organico che viene da tutti gli esseri viventi evacuata naturalmente e che come prima abbiamo sentito a volte può anche essere utilizzata come fertilizzante per i fiori?”

Disse forte Leyla.

“E’ proprio un pezzo di merda!!! Quella umana!!! Che non serve ad un cavolo!!!” – strillò Alex.

“L’ha fatta morire di crepacuore oltre ad aver trascurato il male che la portò alla morte: perchè il pezzo di merda si è poi saputo che la tradiva con una collega di lavoro.

Dopo tutto quello che lei aveva fatto soprattutto per la madre di lui.

Rita era una donna silenziosa, ti guardava con tenerezza con quei grandi occhi languidi che parevano cingerti in un caldo e protettivo abbraccio. Quegli occhi dolci e tristi che non posso scordare.”

E qui una lacrima scese dal viso della ragazza che stava raccontando una storia vecchia come il mondo, una storia di ingratitudine, una storia d’amore non ricambiato.

Tutte le altre fecero grandi sospiri di tristezza e guardarono intensamente alla legna sul fuoco, che continuava a bruciare.

“Ma chi era questa Rita?” Domandò Alex.

“Mio padre diceva sempre che tra le cugine di sua moglie, Rita era la sua preferita, perché la sua bontà traspariva da ogni suo gesto, la sincerità da ogni suo atto, l’amore verso il prossimo dalle sue parole vere e vereconde.”

Ci fu un attimo di silenzio, tutte stavano pensando alla donna dolce e sfortunata che proprio in quel momento si trovava magicamente tra di loro.

Rimasero così assorte nei loro pensieri per qualche minuto, poi un lampo e il tuono ruppe il silenzio nella stanza.

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