Capitolo 10.
TOTO IL BARBIERE A DOMICILIO.
Sofia si avvicinò al tavolo sul quale era appoggiata la clessidra e la giro, dando la partenza al tempo di un racconto.
"Ora vi metto a parte della storia di un uomo, che conosco da tempo, nessuna parentela, è solo l'amico di tutti i frequentatori del bar dell'orologio, in piazza.
Toto era fidanzato con la più bella del paese, Isabella appunto. Anche lui era un ragazzo molto prestante, con un sorriso magnetico e maniere da gentiluomo,
La domenica faceva la sua bella figura. Con Isabella appoggiata al suo braccio, passeggiavano sul lungomare ed appresso a loro, i genitori di lei, gonfi di orgoglio per la bellezza della figlia in età da marito.
Un giorno Toto era partito come marinaio della regia marina, lasciando la sua bella Isabella appunto, al paesello, un piccolo centro della costa calabrese.
L'8 settembre stava in licenza e non rientrò più alla base, un disertore.
Isabella non volle più saperne di lui, con la scusa della sua diserzione non volle più vederlo né sentirne parlare, ma la vera causa era un'altra: aveva deciso di prendere per maritoun vecchio facoltoso del posto.
Toto non metabolizzò mai quella perdita. Non riuscì più a fidarsi di una donna, non si sposò mai, né mai si rinnamorò di un'altra, ma iniziò ad amarle tutte, per un motivo o per un altro.
Una aveva le gambe snelle e veloci, un'altra le aveva tornite e belle, quella aveva un nasino all'insù alla francese e quell'altra una bocca a cuore rosso fragola.
La vedova era triste e lui la consolava, la studentessa si sentiva sola e lui le faceva compagnia, la divorziata aveva bisogno di divertirsi e lui le dava il diversivo del sesso.
Il barbiere era la sua professione e fino alla età matura aveva avuto il negozio di fronte alla farmacia ed in seguito quando andò in pensione continuò a farlo a domicilio, di casa in casa, di portone in portone e con la scusa visitava, quella straniera o quella donna sola, conosciute all'ultima sagra.
Quando si trattò di andare in pensione, tutti gli anni di marina non gli vennero riconosciuti per via di quella unica e sola fuga per la vita e quindi viveva in un piccolissimo appartamento al limite della povertà con la minima.
Ogni anno da qualche tempo lo invitavamo a casa mia per ilCenone di San Silvestro, e lui si divertiva a raccontare le sue storie di mare e di donne, di solitudine e di amicizie.
E' venuto a mancare il giorno di Natale, da solo, come sempre aveva vissuto, da solo, anche se aveva tanti amici e tanti conoscenti che lo cercavano per un racconto sexy o un fattaccio dei tempi andati.
Quest'anno non c'era al cenone dell'ultimo dell'anno, ma la sua presenza si sentiva lo stesso, e uno dei commensali lo ha ricordato raccontando che quando faceva la barba a Pier Paolo Pasolini, all'epoca in cui questi era professore a Ciampino, per via della magrezza del maestro, prima di raderlo gli comandava: "professò abbottateVi".
Sapete in una forma incomprensibile era presente anche Toto a brindare all'anno nuovo insieme a noi".
La ragazza si fermò e sul suo viso comparvero due piccolissime gocce di lacrime, che piano piano scesero giù fino al mento e poi sul collo.
Le altre in silenzio la guardavano con affetto.
Anche la clessidra si era fermata.