9. Cuori infranti

80 1 0
                                    

-È meglio che tu vada- Severus si rivolse al professor Lupin, guardandolo fermamente.

Evelyn aveva già bevuto l'antidoto e lo zio, come gli aveva consigliato Remus, non le aveva fatto alcuna domanda. La ragazza però non rimaneva sola con Piton da troppo tempo e non sapeva proprio cosa aspettarsi. Guardò perciò il suo professore preferito, come a supplicarlo di rimanere, anche se sapeva bene che ciò non era possibile.

-Certo- rispose il docente di Difesa contro le Arti Oscure, lanciando uno sguardo di incoraggiamento alla sua allieva. Poi uscì dalla stanza e la sua atmosfera divenne istantaneamente più pesante. Evelyn continuava a fissare, quasi senza ritegno, la porta dalla quale era appena sparito Lupin, cosa che non passò inosservata a Severus, come anche gli sguardi precedenti.
-Signorina Butler, ha intenzione di ergersi a difesa della patria e non dire una parola su quello che è accaduto, anche questa volta?- Severus diede inizio a un interrogatorio per venire a capo di quella situazione. Ma non fu questo a sorprendere Evelyn.

-Come mi hai chiamata?- la ragazza pose l'attenzione su quel dettaglio, per il quale era rimasta incredula.
-Con il suo nome- rispose secco Piton -E abbassi i suoi toni, se non vuole incorrere in una punizione-. Non fu la minaccia a forzare Evelyn a placarsi, ma il fatto che suo zio avesse gridato, cosa che le strinse anche lo stomaco.

-Mi hanno fatto uno scherzo, non ho visto chi è stato- la corvina non sapeva se l'effetto del Veritaserum fosse già svanito, perciò sfruttò la retorica per evitare di dire bugie.
-Ha indosso la divisa di Quidditch, quindi convocherò l'intera squadra di Grifondoro- lo spirito investigatorio di Severus però non mancò di notare quel misero dettaglio e rigirò la situazione a suo vantaggio.
-No!- urlò d'istinto la ragazza.
-Come osa signorina Butler?!- Piton controbbattè, gridando più forte.
-Mi chiamo Evelyn e sono tua nipote, anche se pari essertelo scordato-  sentirsi chiamare per cognome una seconda volta fu troppo per la corvina, che questa volta non si fece intimorire dai toni dello zio.
-Il fatto che tu lo sia, ti fa sentire in potere di venire qui e sperare che io rimedi ai tuoi pasticci?- ribatté Severus, ancora parecchio alterato.
-Mi hanno fatto uno scherzo, che colpa ne ho?- si difese la ragazza -E poi è stato il professor Lupin a portarmi qui-.

Bastò pronunciare quel nome per far cadere un enorme macigno su Piton. I suoi occhi smisero di guardare la nipote e su essi calò il buio.

-Certo- si lasciò scivolare sulla poltrona, prese un foglio e iniziò a scrivere furiosamente -Portalo alla responsabile della tua casa-. Porse poi il pezzo di carta alla mora che, neanche dopo averlo visto bene, poté credere che lo zio le avesse appena tolto 20 punti.
-Qual è la motivazione?- chiese infatti.
-Non le devo spiegazioni signorina Butler- Severus continuò sulla scia precendente alla sua momentanea perdita di controllo -poi se ha qualche problema, può sempre andare dal professor Lupin-. Solo dopo aver detto quella frase, l'uomo riprese a guardare negli occhi la corvina.

-È questo il motivo?- domandò, mostrandosi ancora più incredula.
-Non me ne potrebbe importare di meno- mentì Severus, mantenendo uno sguardo di disprezzo -Anzi qualora lui volesse prendersi carico delle tue spese e darti un tetto sopra la testa, che faccia pure. A me toglie solamente un impiccio-. Stavolta aveva davvero esagerato e anche se era sempre più palese che fosse la rabbia o la gelosia a farlo parlare, Evelyn rimase troppo ferita da quelle parole per capirlo. Si riservò qualche secondo di silenzio, durante il quale gli occhi le si bagnarono, e poi si buttò.

-Non ho chiesto io di diventare orfana e non ho chiesto io di venire a vivere con un estraneo, lontana dalla mia casa, dal mondo che ho sempre conosciuto- le prime lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso non appena iniziò a parlare -Tuttavia ho fatto il possibile per adattarmi, ho cercato di volerti bene e probabilmente ancora te ne voglio, nonostante tu mi tratti come se fossi la tua più grande vergogna-. Suo zio la guardava, ma non accennava a voler pronunciare una sola parola.

IT WAS YOU ALL ALONG {Fred Weasley} [HARRY POTTER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora