EPILOGO II

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-Professor Lupin!- Evelyn aveva scorto Remus dal corridoio prima dell'uscita e gli stava correndo incontro.

Fred alla fine non le aveva mentito: in meno di dieci minuti erano arrivati ad Hogwarts. In quel tragitto il roscio, che fino a quel momento non si era fatto troppe domande, aveva chiesto alla Butler perché avesse così urgenza di tornare al castello. Evelyn aveva esitato in principio, ma poi gli raccontò della conversazione che aveva avuto con i Serpeverde, anche perché, come li aveva sentiti lei, avrebbe potuto sentirli chiunque e poi era questione di qualche ora prima che quella notizia fosse di dominio pubblico.

Il Weasley era rimasto un po' interdetto e non sapeva bene cosa pensare. Poi la Butler gli aveva raccontato anche di quanto fosse diventato importante per lei il professore di Difesa Contro le Arti Oscure, di quanto le fosse stato accanto nel corso dell'anno per suoi problemi personali, compresi quelli con lo zio e di come non avrebbe sopportato la sua assenza, soprattutto senza nemmeno prima salutarlo. Fred aveva ascoltato interessato e felice che la mora si stesse aprendo proprio con lui. Inoltre sapeva bene quanto la corvina fosse ligia alle regole, perciò doveva tenerci davvero tanto per trovarsi lì con lui e questo gli bastava per fare di tutto per aiutarla.

Il sotterraneo terminava con una statua, la quale si spostò dopo che il ragazzo aveva detto una parola di cui Evelyn si era già dimenticata, e si ritrovarono sorprendentemente al terzo piano del castello. Avevano corso fino all'ufficio del professor Lupin, ma l'avevano ritrovato vuoto. La ragazza aveva sentito un colpo al cuore e, se Fred non avesse proposto di andare all'entrata del castello, forse sarebbe anche scoppiata a piangere. Ripresero la loro corsa sfrenata fino a lì e videro il professor Lupin, mentre caricava i suoi bagagli su una carrozza.

-Evelyn, cosa ci fai qui?- domandò l'insegnante, lasciando cadere a terra una valigetta che aveva in mano. La mora aveva iniziato a correre più forte fino a raggiungerlo, quasi gli venne da abbracciarlo, ma non gli parve molto opportuno. Fred intanto si era fermato a debita distanza e osservava la scena senza dare troppo nell'occhio.

-Professore, so che non dovrei essere qui, ma ho sentito che dicevano che tu sei... e che stai andando via- iniziò a parlare in fretta la corvina e si bloccò prima di pronunciare quella parola.
-Sì, Evelyn, sono un lupo mannaro- Remus lo fece al posto suo e osservò la ragazza in attesa di una sua reazione.
-Va bene, ma perché devi andartene?- la mora però non parve impressionata da quell'ammissione -Ormai esiste la Pozione Antilupo e poi non è nemmeno un problema quando ti assenti per i giorni di convalescenza: mio zio è felicissimo quando manchi, quindi non restiamo di certo indietro-.

La corvina parlò più rapidamente di prima e, se gli fossero venute in mente, avrebbe esposto altre ragioni per cui la natura del suo insegnante non era un problema. In fondo avrebbe fatto qualunque cosa per farlo restare. Lupin rimase colpito dall'atteggiamento della mora, che non discriminava o emarginava mai nessuno. Se tutti fossero stati come lei, forse non sarebbe stato costretto ad andarsene.

-Ho sempre ammirato la tua cieca e genuina solidarietà, ma conosci ancora poco il mondo dei maghi. Non appena i genitori degli altri ragazzi lo sapranno, vorranno cacciarmi e io li sto solo anticipando- le spiegò in modo pacato Remus, con un volto vagamente rassegnato, ma mai arrabbiato.
-È stato Silente a dirti di andartene?- insistette però la corvina, che ancora non voleva arrendersi all'idea che non ci fosse nient'altro da fare.
-Certo che no, lui l'ha sempre saputo e mi ha accolto da quando ero solo uno studente- rispose Lupin e si chinò per raccogliere la valigetta che gli era precedentemente caduta.

-Perciò, se mio zio non avesse detto nulla, lei sarebbe rimasto?- dedusse la corvina e restò a guardare il suolo anche quando l'uomo si era rialzato.

Un'onda di vergogna e senso di colpa la travolse, come se fosse stata lei stessa a compiere quel gesto. Evelyn davvero non riusciva a credere che la ragione per cui il suo mentore se ne stesse andando non era altri che suo zio che senza dubbio non aveva preso affatto in considerazione i suoi sentimenti. Quello che però la ragazza ignorava era che Fred non era il solo ad osservare il dialogo tra i due. Severus infatti aveva sentito dei rumori in corridoio, ma non vi trovò nessuno. Stava per dirigersi nei sotterranei, quando il caso gli fece cadere l'occhio oltre la finestra, proprio su quella scena, e perciò si fermò all'istante. Se James o Sirius fossero stati lì, gli avrebbero dato del ficcanaso e lo avrebbero schernito con quel nomignolo che Severus tanto odiava e che gli rendeva impossibile provare un po' di compassione per Lupin, che aveva rovinato con le sue stesse mani. Una vendetta che non gli aveva donato il piacere che sperava, anche perché, nonostante tutti quegli anni, quei malandrini riuscivano sempre a risultare come i buoni.

-Evelyn non prendertela con lui, ha preso questa decisione in seguito a delle circostanze particolari e non l'ha fatto di certo per fare un torto a me- il professor Lupin aveva fatto caso all'incupimento della ragazza e, per non farla sentire peggio, le disse una piccola bugia -Tu ora non riesci a vederlo perché il vostro rapporto è in un momento un po' particolare ora, ma Severus ti vuole un bene che non riesce ad esprimere nemmeno lui. Non l'ho mai visto parlare o preoccuparsi di qualcuno nel modo in cui lo fa con te e ormai lo conosco da diversi anni -. Nell'ultima parte del discorso però Remus disse solo la verità, perché a prescindere da quello che era accaduto e del suo rapporto con Piton, sapeva che la cosa migliore per lui e la mora era che risolvessero le loro divergenze. Perché in fondo, anche se Severus non voleva accettarlo, ogni azione di Remus era davvero volta al bene.

-Professore, ma come farò io senza di lei?- Evelyn era rimasta tremendamente colpita dalle parole di Lupin, ma ancora non poteva credere che lui non le sarebbe più stato accanto.
-Tu puoi fare tutto quello che desideri, anche senza di me- Remus rispose con il cuore in mano e stretto da una morsa, dopo aver notato gli occhi della mora inumidirsi -Hai affrontato delle esperienze che molti non sarebbero in grado di superare, sei una ragazza intelligente, talentuosa, gentile e so che con il tempo diventerai ancora più sensazionale!-. Le lacrime che si erano formate negli occhi di Evelyn per la tristezza, scesero a fiotti, ma per la commozione di quel discorso.

-Tante volte mi sono rivisto in te, per la vulnerabilità che hai mostrato a me, ma che cerchi di nascondere a tutti costi agli altri. È questa che ti rende davvero speciale- continuò Lupin, anche lui molto commosso -Se posso darti un consiglio, coltiva i rapporti con le persone che ti sono vicine, perché per quanto indipendente e forte tu possa essere, non si può mai sapere quando potrebbe servirci una spalla su cui piangere o una mano per rialzarci-.

Evelyn non resistette un minuto di più e si gettò ad abbracciare Remus. Lui parve un po' sorpreso all'inizio, ma poi ricambiò con dolcezza il suo gesto.

-Grazie mille per tutto quello che hai fatto per me- pronunciò la corvina, ormai in preda al pianto.
-È stato un vero piacere conoscerti e so che ci rivedremo. Nel frattempo, per ogni volta un cui ne avrai bisogno, mandami un gufo senza problemi- rispose Remus e poi i due si allontanarono lentamente -Sarà meglio che tu vada ora, dopotutto Mielandia chiude all'ora di pranzo-. Lupin le fece l'occhiolino e la ragazza sbarrò gli occhi e spalancò la bocca.

-Ma come...- farfugliò per l'incredulità.
-Tranquilla, non dirò nulla. Non sono più un tuo professore, giusto?- sorrise lui e caricò anche l'ultimo dei suoi bagagli sulla carrozza.
-Buon viaggio- gli augurò Evelyn, che iniziava a farsi malvolentieri una ragione di quella nuova circostanza.
-Tu invece goditi questi ultimi giorni di scuola e le vacanze estive- ricambiò il saluto Remus -Ah e buona fortuna anche con Weasley-. Poi si sporse oltre la Butler e fece un cenno di saluto al roscio, che non si era reso conto di essere lì impalato e perfettamente visibile.

-Possibile che ve ne siate accorti tutti tranne me?!- era arrossita la mora.

Remus rise per la sua reazione e, scambiatisi un ultimo saluto, ognuno se ne andò per la sua strada.
-Ha detto qualcosa? Siamo nei guai?- le chiese un po' in ansia Fred, quando la corvina lo aveva raggiunto.
-No- rispose subito Evelyn -Ha detto che non può punirci, visto che non è più un nostro professore-. Quella frase le lasciò un sapore dolceamaro in bocca e si voltò a vedere la carrozza del suo mentore che partiva.

-Stai bene?- si assicurò Fred, notando gli occhi di chi aveva palesemente pianto, oltre che il suo sguardo perso.
-Sì, mi passerà- disse la mora e osservò la carrozza fino a quando non sparì oltre l'orizzonte.
-Mancherà anche a me, è un tipo forte dopotutto- ammise Fred, dopo aver seguito lo sguardo della Butler.
-Lo è davvero- soggiunse la ragazza e si voltò sorridente in direzione del Weasley.
-Torniamo, prima che si rendano conto che non ci siamo- concluse Fred e, prima che potesse anche solo pensare di farlo, Evelyn intrecciò le loro mani.

I cuori di entrambi si scaldarono e, avvolti da un'inspiegabile felicità, corsero insieme verso il castello.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 05 ⏰

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IT WAS YOU ALL ALONG {Fred Weasley} [HARRY POTTER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora