Pezzi di carta

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Intro

Questa storia è comica ma comunque un po' particolare, ho sperimentato varie coppie sia Yaoi/Shonen ai che Het e varie situazioni.

I temi trattati sono: masturbazione, voyeurismo, un rapporto a tre, uno non consenziente, sex toys, bondage, e solo Shonen ai


Le coppie in ordine di apparizione:

Konan (masturbazione)

Rapporto a tre con Kisame, Itachi e Deidara

Pain/Itachi

Obito (voyeurismo e sex toys, usa Zetsu da proiettore e a volte conversa con lui)

Pain/Nagato (bondage )

Hidan/Itachi (non consenziente)

Konan/Sasori

Kisame/Itachi (solo Shonen ai)

Deidara/Sasori

Konan/Kakuzu




Sabato, erano le otto di mattina nel rifugio di Akatsuki.

Konan stava indugiando in camera sua aspettando la colazione che si sarebbe svolta tra un'ora esatta al tavolo del salotto. Era quasi una tradizione voluta da Pain all'inizio di ogni weekend per fare il punto della situazione della settimana appena trascorsa, dopo di che avevano le due giornate libere fino alla mattina del lunedì. Lei era l'unico membro di Akatsuki tenuta da Pain in una situazione abbastanza privilegiata, l'aveva promossa a una sorta di segretaria personale. Certo però, da quando era così si comportava come se si sentisse libero di fare di lei quello che voleva, la faceva scattare per ogni piccolezza a volte anche in più occasioni di seguito sostenendo che si fosse dimenticato di questo o di quest'altro e, se tardava un attimo, non perdeva occasione di farglielo notare. La scomodava per delle stupidaggini colossali, si faceva portare il caffè e poi la rimandava indietro lamentandosi che c'era poco zucchero, le chiedeva di aprire la finestra per fargliela richiudere poco dopo lagnandosi del freddo, una volta, mentre stava uscendo dal suo ufficio, l'aveva richiamata addirittura per farle raccogliere una penna che gli era caduta per terra. La mattina doveva alzarsi per prima perchè lui, quando arrivava sul posto di lavoro, pretendeva di trovare il computer già acceso e la scrivania tutta sistemata, e questo, naturalmente, doveva farlo lei. Era sempre un gran impegno, Pain lavorava tutta la notte o quasi e, quando si alzava, sembrava che sul suo tavolo fosse passato un uragano. Quando Konan sbuffava per queste richieste così banali, egli la rimproverava di non saper apprezzare la posizione di favoritismo in cui l'aveva messa minacciandola di mandarla di nuovo a lavorare all'esterno e che le avrebbe affibbiato Kakuzu come compagno mettendo Hidan a fare il segretario al suo posto. Pensava che da una parte potesse essere anche meglio così, ma poi le veniva in mente che le sarebbe toccato Kakuzu, e allora decideva di starsene buona di nuovo. Si trattava di una faccenda molto fastidiosa, In certi momenti si scopriva ad invidiare gli altri membri del gruppo che stavano fuori in missione per tutta la settimana lontani da quello stress. Ma non poteva certo accettare Kakuzu come partner, Pain lo sapeva e usava questo argomento come tacita minaccia per tenerla buona. Quell'energumeno suturato alla bell'e meglio le stava dietro dall'inizio, la invitava di continuo a cena o a fare una bevuta, non perdeva occasione per farle degli apprezzamenti, spesso davanti a tutti, le fissava di continuo il seno e il sedere, insomma, era evidente che non vedeva l'ora di portarsela a letto alla prima occasione. Una volta che si erano incontrati casualmente per i corridoi del rifugio e non c'era nessun altro a parte loro, le aveva anche messo le mani addosso. L'aveva spinta conto la parete di pietra liscia e fredda infilandole le mani sotto la maglietta per palparle selvaggiamente il seno, stava per fare la stessa cosa con il sedere ma lei gli aveva rifilato uno schiaffo dichiarando di dire tutto a Pain entro cinque minuti. Kakuzu lì per lì aveva mollato la presa ma lei non aveva resistito alla tentazione di parlare comunque con il Deva. Solo che la faccenda si era rivoltata imprevedibilmente contro di lei, ora Pain la usava come ricatto nei suoi confronti. E pensare che all'inizio era stata felicissima di fare la segretaria personale di Pain. Trovava quel rosso terribilmente sexy. Aveva l'abitudine di andarsene in giro sotto le luci rossastre e soffuse del rifugio in canottiera o direttamente a torso nudo mettendo in bella mostra il corpo muscoloso e candido decorato dai piercing su quasi tutta la sua superficie e da una collana fatta a filo spinato. Indossava spesso dei pantaloni di latex rossi e lucidi, mocassini di pelle nera allacciati con una precisione maniacale, i fiocchi dovevano essere perfettamente identici. Le unghie rosso acceso in tinta con i pantaloni, forse per sottolineare la cosa, teneva le dita infilate nella cintura, lasciandole alcune all'esterno, di solito mignolo, indice e pollice. Avanzava con una camminata silenziosa ma da macho, le spalle dritte da persona orgogliosa e sicura di se, il viso impassibile ma grazioso, dai lineamenti delicati e lisci, senza segni, nessuno difetto; solo i sei piercing simmetrici ai lati del naso dalla forma perfetta e i due appuntiti sotto il labbro inferiore. Konan trovava la disposizione di questi gioielli assolutamente ideale e tremendamente attraente, per non parlare di quelli che aveva alle orecchie, le due barre più lunghe che gli partivano dai lobi per sbucare al centro dei padiglioni auricolari la mandavano letteralmente fuori di senno. La donna, che a volte lo seguiva, non riusciva a scollare gli occhi ambrati dal suo sedere muscoloso mentre scivolavano per i corridoi senza dirsi una parola. Konan, nel disperato tentativo di attirare la sua attenzione, cercava di accontentarlo in tutto e non solo sul lavoro. Spesso insieme al tè o al caffè, gli portava anche una piccola rosellina di carta fatta da lei stessa, ma i suoi occhi viola sembravano non vedere niente mentre suo viso rimaneva imperturbabile. Aveva bussato in varie occasioni alla porta del suo ufficio porgendogli un vassoio di pasticcini, lui ne prendeva uno per poi congedarla con un gesto della mano senza proferire parola. A tavola gli serviva i piatti, gli versava da bere, ma quello restava distaccato senza nemmeno ringraziarla né degnarla di uno sguardo. Visto che lui amava tanto i piercing aveva deciso di farsene uno anche lei, una piccola pallina sotto il labbro inferiore, Pain, ovviamente, non se ne era neanche accorto. O forse sì? Era talmente difficile da interpretare quel viso glaciale ma bellissimo, che rimanevano i dubbi anche per le cose più semplici.

Weekend in Akatsuki, tutto può succedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora