Osservazioni di un artista

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Mentre nei corridoi del rifugio Akatsuki la pietra marrone era perfettamente levigata, il salotto era invece scavato nella roccia grezza. Lasciata allo stato naturale di proposito, era una scelta puramente estetica. Il soffitto aveva un po' l'aspetto di una specie di tunnel, la roccia irregolare formava incavature e stalattiti, il colore marrone appariva stratificato in strisciate di diverse sfumature, al centro di tutto questo pendeva un lampadario costituito da un cerchio di legno scuro tenuto insieme con delle corde. Dieci lampadine a goccia pendevano dal cerchio mandando la solita luce leggermente arancione e soffusa, dieci, come i membri del gruppo. Deidara, sempre attento ai particolari, si chiedeva spesso se quella caratteristica fosse stata fatta di proposito o se fosse del tutto casuale. Il pavimento, al contrario, era costituito da marmo bianco, liscio e perfettamente lucido, attraversato qua e là da venature scure. Non c'erano porte per accedere alla stanza, si trovava semplicemente al temine del lungo corridoio ai lati del quale erano scavate le stanze personali dei vari membri. La prima cosa che ci si trovava di fronte era un divano bianco di stoffa con la spalliera bassa, formata da cuscini dello stesso colore, era abbastanza grande da accogliere comodamente sei persone. Di fronte ad esso era posizionato un tavolo di legno rettangolare, il cui lato lungo copriva esattamente l'ampiezza del divano, ai lati corti stavano due grosse poltrone con il telaio di legno rivestite con la stessa stoffa del divano. Su quella di destra era solito sedersi Kisame a coccolarsi la sua spadona viva e vegeta Samehada per distrarsi mentre Pain snocciolava tutte le sue critiche. Sull'altro lato lungo del tavolo, di fronte al divano, erano situate due poltrone leggermente diverse dalle altre, leggermente più ampie e con la spalliera a punta, a destra era il posto di Pain mentre quello a sinistra di Konan. Alle spalle del divano due enormi paralumi arancioni con la base di vetro giallo, si sforzavano di aumentare la luminosità della stanza ma senza riuscirci un granchè per la grande gioia di quel taccagno di Kakuzu. L'illuminazione era così bassa anche perchè altrimenti avrebbe dato fastidio alla vista sensibilissima di Kisame, l'uomo squalo, infatti pur adattandosi alla perfezione alla luce solare, era totalmente intollerante verso quella artificiale. Questa penombra, di contro, creava non pochi problemi alla vista precaria di Itachi, solo che erano gli impulsi irrefrenabili di Kisame a fare più paura, vederlo urlare tappandosi gli occhi senza più riuscire a calmarsi era una scena che tutti volevano evitare. Sulla parete rocciosa di fronte a tutto questo, era appeso uno schermo gigante, in teoria era un televisore ma era diventato ad uso esclusivo di Hidan e Deidara grandi divoratori di videogiochi Wii. Deidara diceva di adorare alla follia il controller di questa console, lo trovava molto intuitivo e facile da usare. Avevano posizionato una serie di materassini e grossi cucini direttamente sul pavimento al fine giocare stando totalmente in panciolle. La cucina si trovava in un incavo minore sempre scavato nella pietra, in teoria era un ambiente unico ma i due locali erano sparati da un lungo bancone che fungeva da tavolo.

Deidara era stato il primo ad arrivare nel salotto quella mattina, ma presto sarebbe stato raggiunto da tutti gli altri pronti a sorbirsi la consueta ramanzina di Pain. Il pensiero di quella routine ogni sabato mattina lo fece sbuffare. Era giunto scalzo, indossando solo la sua vestaglia di seta bianca e con la faccia annoiata. Gli piaceva sentire il marmo freddo e levigato sotto le piante dei piedi, aveva quasi l'impressione di volare. Prese posto sulla poltrona singola di sinistra, quella di destra era sempre sotto la tacita prenotazione di Kisame di conseguenza nessuno osava sfiorarla, anche perchè, figuriamoci se avesse potuto fare solo qualche metro senza portarsi appresso Samehada, era così geloso di quel mostriciattolo! Questo pensiero fece roteare gli occhi celesti e strani di Deidara, come al solito li aveva pesantemente rimarcati con la matita nera, gli sembrava che questo mettesse meglio in evidenza le sue grandi pupille. Avere quell'espressione come di uno che aveva appena finito di farsi uno spinello alla fine non gli dispiaceva affatto. Scosse la testa per togliersi il ciuffo dall'occhio sinistro, poi, masticando sgraziatamente la gomma facendo dei palloncini continui, iniziò a ripassarsi lo smalto nero sulle unghie delle mani.

Weekend in Akatsuki, tutto può succedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora