Rompete le righe!

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Kisame camminava lentamente e sbuffando nel corridoio dirigendosi verso la sua stanza, aveva intenzione di prendere la sua canna da pesca e andare a rilassarsi sul molo, in fin dei conti il rifugio si trovava a poca distanza da mare e lui a quel pontile di legno ci era affezionato, non resisteva molto stando lontano dal suo elemento. E poi era là che aveva incontrato per la prima volta Itachi dopo che Pain glielo aveva assegnato come partner. Nonostante cercasse sempre di scacciarlo dalla testa, quello rimaneva uno dei migliori ricordi nella sua vita. Itachi lo aveva colpito già da lontano, di spalle, senza che ancora conoscesse né il suo viso e né la sua voce; era una giornata piena di sole, Itachi se ne stava seduto a guardare il mare che scintillava, una gamba in giù che pendeva verso l'acqua, l'altro ginocchio alzato con il gomito appoggiato sopra, qualcosa non andava però, teneva le spalle curve come se stesse trasportando un grosso macigno, questa fragilità aveva colpito Kisame dritto al cuore facendolo stupire di se stesso. Si stupì ancora di più udendosi sparare una serie di stupidaggini sul cannibalismo degli squali, Non sapeva più cosa inventarsi per catturare l'attenzione di Itachi, aveva persino finto di colpirlo con Samehada, non poteva farci niente, ormai aveva perso completamente il senno. Il moro finalmente gli diede prima il profilo delle lunghe ciglia e del suo naso perfetto, si era alzato in piedi finalmente girato a guardarlo, il suo bellissimo viso lo aveva folgorato all'istante, Kisame sentì il suo cuore forse battere per la prima volta. Come c'era da prevedere, Itachi se ne andò snobbandolo ma quello fu solo l'inizio, Kisame rimase lì come paralizzato, ancora adesso trascorsa un'eternità da quel giorno, non avrebbe saputo quantificare per quanto tempo. Ora, dopo tanti anni che lavoravano fianco a fianco, aveva imparato a capirlo al volo anche se Itachi, freddo e distaccato, non esternava emozioni e non parlava quasi mai. Scosse la testa per mandare via quei ricordi, adesso doveva accettare di dividere Itachi con gli altri, era convinto che voler bene ad una persona significasse lasciarla fare quello che desiderava senza interferire, forse avevano già iniziato ad andare e venire dalla sua stanza. Alla fine però entrava sempre lui e rimaneva con Itachi tutta la notte, questo almeno era chiaro a tutti e nessuno aveva mai osato obiettare. Cercò di concentrarsi su altro: Pain stavolta aveva veramente fatto del suo peggio, li aveva umiliati tutti senza pietà, forse non era mai arrivato a tanto prima di allora, Deidara non era più uscito dalla sua stanza dopo la storia del diario, Konan era fuggita fuori, Hidan e Sasori si erano consolati mettendosi a giocare alla Wii, Kakuzu era rimasto lì a mangiarsi gli ultimi dolcetti: non si potevano mica buttare via; chi ci poteva essere nella stanza di Itachi, dunque? Forse Tobi, quello era il giorno della scivolata nel cattivo gusto, allora. Accidenti, Itachi, ma che diavolo ti salta in mente?

Smettila, Kisame! Rimproverò se stesso.

Ma il pensiero gli scavava la mente come una trivella, decise di passare davanti alla stanza di Itachi per cercare di capirci qualcosa. Poi la smetto e vado a pescare, promesso!

La porta di legno nero era socchiusa, ovviamente Itachi stava aspettando qualcuno, come sempre. Kisame non riuscì a fare a meno di affacciarsi, dentro sembrava non esserci nessuno e non si sentiva nessun rumore. Lo squalo spinse piano la porta, nonostante la sua mole, riusciva ad essere molto silenzioso se voleva, Itachi era steso sul letto, non si mosse. Kisame chiuse con cautela la porta sogghignando per essere stato lui il primo questa volta, si avvicinò al letto togliendosi Samehada dalle schiena e appoggiandola al muro. Itachi sembrava profondamente addormentato, gli occhiali dalla montatura blu scuro e dalle lenti strette e rettangolari gli stavano storti sul viso, nella mano destra, completamente molle e con le unghie pitturate di lilla, l'anello vermiglio infilato all'anulare; Kisame aveva sempre pensato che fosse il colore più bello e incisivo di tutto l'Akatsuki, teneva un libro che ora era abbandonato sul suo ventre con le pagine in basso,

Weekend in Akatsuki, tutto può succedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora