Giriamo un film

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Quando era nella sua stanza poteva liberarsi finalmente della maschera, si toglieva con calma i vestiti mettendo in mostra il corpo quasi totalmente ricostruito dopo un terribile incidente che ne aveva distrutto la maggior parte, ripiegava con cura il suo mantello nero e la maglia a maniche lunghe che era costretto sempre a indossare, insieme ai guanti, qualunque temperatura o condizione climatica ci fosse. Tutto questo rimanendo sempre nella penombra quasi avesse paura che potesse entrare qualcuno da un momento all'altro, non serviva la luce, il rosso del suo Sharingan brillava di continuo nell'occhio destro, poteva smettere di interpretare la parte del totale decerebrato, smettere di essere Tobi e tornare Obito Uchiha. Aveva ingannato tutti con quella recita...o quasi. Doveva ammettere che Itachi lo preoccupava non poco, era esageratamente intelligente e il fatto che dal suo sguardo non trapelasse mai niente non aiutava. Aveva anche cercato di capire qualcosa andando a letto con lui, ma quando era lì, quell'uomo era talmente bello e affascinante da fargli perdere il senno e non connetteva più. Certo che comunque, non potendosi né spogliare e né togliersi la maschera, le cose che poteva fare e sentire erano molto limitate. L'unico che forse poteva sapere qualche suo segreto era Kisame, ma tutte le volte che gli rivolgeva la parola lo squalo lo liquidava con una rispostaccia e lui non poteva uscire dalla commedia del babbeo. Almeno era riuscito a non far capire a nessuno che se la intendeva con Nagato e insieme prendevano decisioni gestionali, era un bene che gli piacesse stare segregato nel suo bunker così la notte potevano parlare quanto volevano mandando Pain a fare la ronda per controllare il resto del gruppo. Sogghignò pensando a tutti gli intrighi che era stato capace di generare. Cercò di non pensare a niente per il momento, d'altronde aveva il diritto di godersi qualcosa pure lui ogni tanto. Si stese sul letto pensando, con un sorriso divertito, all'ingenua spiegazione sulla differenza tra etero e omosessuale che gli aveva dato Deidara poco tempo prima, certo che quel biondino era uno svalvolato e gli piaceva sempre fare un gran baccano soprattutto sul lavoro, più vedeva le cose saltare per aria e più si divertiva e più i botti erano grossi meglio era. Lui si faceva delle grasse risate dietro la maschera tanto nessuno se ne sarebbe accorto. Si era preso i sex toys di Deidara dopo che lui era andato a vedere cosa succedeva nella stanza di Itachi, aveva intuito al volo che non sarebbe tornato tanto presto, avrebbe di sicuro ceduto alla curiosità di sapere se veramente il pene di Kisame meritava la fama che aveva, dopo tanto tempo che lo squalo rifiutava i suoi stravaganti approcci non poteva capitargli occasione migliore. E poi figuriamoci se avesse potuto esimersi dal farsi Itachi, chiedere questo a qualcuno equivaleva a chiedere la luna, la cosa valeva anche per lui stesso, naturalmente. Aveva sistemato tutti i giocattolini di Deidara sul letto accanto a lui, pronti all'uso.

"Zetsu, puoi mostrarmi qualcosa di interessante in questo momento?"

Il vegetale era mimetizzato nel muro, ma al suo Rinnegan, nell'occhio sinistro, non sfuggiva, come non sfuggiva mai a quello di Pain. Zetsu era l'unico a sapere tutto di lui, le parti ricostruire del suo corpo erano state infatti plasmate dalla parte bianca dell'uomo pianta.

I suoi occhi gialli apparirono per primi, poi la sagoma della pianta carnivora che gli avvolgeva la testa, la parte destra del suo corpo nera, rimaneva quasi invisibile nella penombra quasi totale in cui viveva Obito.

"Posso proiettare ancora dalla stanza di Itachi, Pain è rimasto lì dopo la sfuriata che ha fatto, Kisame e Deidara se ne sono andati e la cosa si sta facendo interessante, se rimango da questo lato del muro il Deva non si accorgerà di me"

"Che aspetti allora? Proietta sulla parete di fronte a me" affermò Obito.

Zetsu si addossò contro la parete in fondo alla stanza fondendosi con essa, i suoi occhi si illuminarono pronti a trasmettere il filmato.

Itachi aveva chiesto a Pain di potersi dare almeno una ripulita, era appena uscito dalla doccia e si stava asciugando i capelli mentre il Deva lo attendeva nella stanza. Toccava a lui ora intercedere per non fare attuare a Pain la minaccia di esonerarli dal lavoro dopo che li aveva sorpresi a fare sesso a tre, d'altronde la colpa era sua che lasciava sempre la porta aperta. Kisame era andato su tutte le furie quando aveva appreso che Pain voleva restare da solo con Itachi nella stanza pena il licenziamento di tutti e tre, Itachi lo aveva preso per le sue manone accompagnandolo gentilmente fuori, gli aveva spiegato che doveva avere ancora un po' di pazienza perchè questa era davvero una giusta causa, lui non poteva accettare la responsabilità che per colpa sua venissero danneggiati anche gli altri due. Kisame alla fine si era calmato e se ne era andato sbuffando, d'altra parte dopo una vita che lo conosceva sapeva come prenderlo. Lui avrebbe dovuto fungere da capro espiatorio ancora una volta, ma la prendeva con filosofia. Non aveva importanza nemmeno il fatto di essere finito sul Libro delle vendette di Deidara, quel biondino era solo chiassoso, eccentrico, carino ma nulla più, la sua esperienza gli aveva insegnato che di solito chi fa tanto rumore alla fine non conclude niente, nella sua vita erano accadute cose ben più degne di nota. Guardò la sua faccia pallida nello specchio, era esausto ma la giornata ancora non era finita, Kisame, sempre in preda alle sue voglie, non lo aveva lasciato chiudere occhio praticamente tutta la notte e poi era iniziata la solita routine del fine settimana, il ruolo di figo della situazione iniziava ad andargli stretto. Si sentiva stranamente in colpa verso Kisame, decise che questa sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe ferito. Pain non era certo un tipo da buttare via, riusciva ad essere sia macho che attraente al tempo stesso, doveva ammettere che quel viso grazioso decorato dai piercing era davvero gradevole. Certi gioielli di solito non gli piacevano, ma il modo come erano distribuiti sul viso del Deva era la perfezione assoluta, non avrebbe saputo immaginarselo senza di essi. E poi quel modo di fare così imperturbabile, così calmo, quei capelli che sembravano fuoco vivo, sentiva il suo sesso eccitarsi di nuovo. Evidentemente oggi sia lui che Nagato avevano voglia di sperimentare qualcosa di diverso invece dei soliti giochetti nel bunker, Itachi fece un piccolo sorriso pensando a questo. Mentre appendeva il suo accappatoio al muro rimanendo senza niente addosso, si sentì afferrare alle spalle. Un braccio pieno di energia aveva cinto la sua vita, la stessa persona gli afferrò le gambe caricandoselo in braccio con una forza straordinaria ma riuscendo ad essere calmo al tempo stesso. Si ritrovò il viso di Pain a pochi centimetri dal suo.

Weekend in Akatsuki, tutto può succedereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora