Capitolo quinto

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La cattiveria dell'invasore si manifestava senza pudore alcuno,mentre l'esercito continuava a far cadere il grande portone principale. Il volto del perfido ragazzo cresciuto a Chanosia era del resto molto più giovane e impavido di quello del suo avversario, e gli occhi mostravano un colore grigio scuro piuttosto terrificante . Anche l'età svantaggiava il re, 40 anni contro i suoi 50. Gli echi dei soldati risuonavano per tutta Buckerville,il loro boato era assordante. Ranian, disposte le poche guardie a sua disposizione, continuava a non battere ciglio, né emetteva suoni o parole. Fissava il vuoto, pensando forse ai bei tempi andati e a quanta fatica avesse dovuto sopportare per mettere su una corona ed un regno pacifico. Era ben conscio che Coltigar era nient'altro che un malvagio, avrebbe sottomesso Mindim al suo volere e schiavizzato i più deboli. Ripensava alle fughe amorose nei boschi con Malissia,molti anni prima. Proprio ora che era riuscito a ricevere in dono un erede, sentiva le sue membra irrigidirsi, i suoi capelli flacidi a causa della pioggia battente, le ginocchia scricchiolanti. Non si immaginava di lì a poco ancora vivo. "Avanti,attaccate,senza pietà,distruggete tutto." L'entrata era ormai superata. Coltigar era già nel castello. Gli arcieri dall'alto cominciavano a sterminare nemici con ruvide ed appuntite frecce. Polmoni perforati, teste divise a metà, piedi,gambe e altri arti vari volavano in aria come birilli. Da 200, il numero dei traditori era già stato ridotto drasticamente. Giunti al primo piano, i soldati travolsero le uniche due guardie presenti, trucidandole all'istante. I loro corpi, morti e putrefatti, venivano poi bruciati. Ranian per la prima volta fu destato dal suo iniziale torpore. Un lamento piuttosto forte,di un neonato,forse. Il re capi' che proveniva dalla Foresta,molto lontano da lui. "Mia amata... un giorno questo bambino prenderà il mio posto,e torneremo alla luce..", si ripeteva.Urlava a gran voce la parola Caleirot,la sua stirpe. Comunque fosse andata,avrebbe portato con sé forse l'ultimo bacio con sua moglie. Entrato nella sua stanza,accarezzava le pareti,il comò dorato. Il castello del resto era di prim'ordine, due piani con sei stanze in totale, arredate con mobilio di prima qualità, fornito dai fabbri più bravi della zona. Le merci arrivavano d'altronde dal villaggio di Chanosia, soprattutto oro e argento. Sul punto di piangere, il re tornava subito sui suoi passi. Impugnate le armi,si preparava al suo atto finale. Quello più valoroso. Nel frattempo,dai piani inferiori i lamenti dei poveri uomini martoriati erano sempre più ridondanti,l'odore delle fiamme sui resti dei loro corpi giungeva come una pugnalata alle spalle. " Sto arrivando,re Ranian ... vieni avanti, e muori sotto i colpi della mia spada."

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