Quarto giorno
Prompt: Matrimonio/proposta/luna di miele - Prendersi cura dell'altro
Parole: 925
Rating: Verdissimo, non badate al titolo.
~ * ~
Se qualcuno avesse detto a Levi un paio d'anni prima che un giorno si sarebbe ritrovato in piedi davanti a un altare ad aspettare l'ingresso in chiesa della sua futura moglie, quel qualcuno avrebbe ricevuto una sequela di insulti e un pugno nello stomaco per aver fatto perdere tempo all'occupatissimo Capitano del Corpo di Ricerca. Eppure avrebbe avuto ragione.
Levi ancora non si capacitava di quello che stava accadendo. Aveva sempre pensato che il matrimonio fosse una formalità inutile, che quando due persone si amano, si amano e basta. Insomma, era davvero necessario ratificare un'unione che era già avvenuta? Eppure, nonostante i suoi dubbi, eccolo là, determinato a sposare l'unica persona che era stata in grado di sovvertire tutte le sue certezze.
Se ripensava al modo in cui Petra si era lentamente insinuata nel suo cuore, in punta di piedi, con mille premure e altrettanti sorrisi, concludeva che non aveva avuto scampo: la sua apparente impassibilità, i suoi modi bruschi, le parolacce, i lunghi silenzi... niente aveva mai funzionato con lei. Per quanto ci provasse non aveva potuto togliersela dalla mente e alla fine aveva dovuto cedere. Era un soldato: capiva quando una battaglia era persa e sapeva anche riconoscere il giusto merito al vincitore. Vincitrice, in questo caso.
Quello che di certo si era aspettato ancora meno di innamorarsi era che lei lo ricambiasse. In un attimo le carte in tavola si erano mischiate: non era più lui ad aver perso la proprietà del suo cuore, bensì entrambi avevano vinto quella del cuore dell'altro. Parità, insomma. E non gli dispiaceva per niente.
Perciò adesso era lì, in piedi, a sistemarsi per l'ennesima volta i polsini dell'alta uniforme militare, bianca e piena di nappine, con le Ali della Libertà ricamate sulla schiena. Era agitato e per lui era raro. Erwin, dietro di lui, gli mise una mano sulla spalla, sorridendo incoraggiante.
In quell'istante la marcia nuziale cominciò a risuonare tra le pareti della chiesa. Levi voltò il capo di scatto verso l'ingresso e vide Petra avanzare al braccio di suo padre. Il cuore gli balzò in gola. Era talmente incantevole che non era sicuro di conoscere abbastanza parole per poterla descrivere. Il vestito, lungo fino alle caviglie, era semplice: aveva un ricamo sulla casta scollatura ed era trattenuto sui fianchi da una cintura in cuoio chiaro. Tra i capelli ramati spiccava una coroncina di fiori di campo. in mano, invece, Petra aveva un delicato bouquet di iris bianchi, i suoi preferiti.
Se avesse potuto scegliere il momento della sua morte, Levi avrebbe voluto che fosse proprio quello: lasciarsi la vita alle spalle con quella visione celestiale ad accompagnare i suoi ultimi istanti gli sembrava il modo migliore per andarsene.
Mentre la guardava imbambolato e a bocca aperta, Petra gli si era avvicinata e adesso gli stringeva le mani nelle sue. Sorrideva. Gli occhi ambrati brillavano di gioia e amore. Levi immaginò che anche i suoi dovessero tradire quelle emozioni, nonostante i suoi sforzi per apparire distaccato.
Il prete iniziò a salmodiare qualcosa, ma Levi non ascoltò una sola parola, perso in contemplazione. Ad un tratto si rese conto che toccava a lui parlare, e solo perché Petra gli aveva stretto le mani appena di più.
‹‹Sì, lo voglio››, borbottò, le orecchie in fiamme.
Il prete, un austero vecchietto sulla settantina, doveva avere evidenti problemi di udito visto che si piegò verso di lui e quasi urlò, credendo di sussurrare: ‹‹Giovino', ma la tieni, la lingua?››
Un brusio divertito percorse l'uditorio. Levi gli rivolse un'occhiataccia e sibilò un minaccioso "Sì".
‹‹E allora usala, su! Dillo chiaro e forte: vuoi sposare 'sta bella guagliona o no?››
Levi si schiarì la gola, furente, e alzò la voce: ‹‹Sì, lo voglio, altrimenti non sarei qui. E adesso muoviamoci.››
Il religioso annuì, soddisfatto, e si rivolse a Petra. ‹‹E tu, bella mia, vuoi sposare il giovinotto, qui?››
Petra sorrise, divertita ed emozionata insieme. ‹‹Certo che lo voglio.››
‹‹Oh, bene, bene.›› Il prete si sfregò le mani e continuò: ‹‹Per i poteri conferitimi dalle Tre Dee, vi dichiaro marito e moglie. Adesso puoi baciare la sposa.››
"Grazie al cielo", sospirò Levi. La tortura era finita, così come l'attesa che lo stava mangiando vivo. Prese il viso di Petra fra le mani, appoggiò la fronte a quella di lei e chiuse gli occhi. Le labbra di Petra erano dolci, morbide e... bagnate.
Levi riaprì gli occhi di scatto, un orribile sapore ferroso in bocca, solo per constatare che non si era sbagliato: quello era sangue. La parte destra del viso della sua sposa ne era invasa, e i suoi occhi si stavano facendo sempre più opachi. All'improvviso non erano più in chiesa, ma in una foresta. E la sua amata Petra giaceva morta fra le sue braccia incredule.
A quel punto Levi si svegliò di soprassalto. Si portò una mano al petto, cercando invano di calmare i battiti del suo cuore impazzito, e l'improvvisa consapevolezza di non avere accanto l'unica persona al mondo che riuscisse a rasserenarlo dopo un incubo lo gelò sul posto.
Alzò il viso verso la luna. Erano passati tre giorni dalla cinquantasettesima spedizione e lui non era ancora riuscito a versare una sola lacrima per la sua squadra brutalmente uccisa. Per lei, che non avrebbe mai più baciato.
Eppure sul suo viso scorrevano gocce di pioggia. "Perché? Perché soltanto adesso?", si chiese.
I suoi occhi caddero sul davanzale della finestra: c'era un vaso colmo di fiori secchi. Quello sarebbe dovuto essere il suo bouquet. E quella sarebbe dovuta essere la loro prima notte di nozze. Eccolo, il perché.
~ * ~
N.d.A.
Salve, mia cara ciurma!
So che adesso vorreste uccidermi, ma sappiate che io vi voglio taaanto bene. Tanto, tanto. 💕
E sì, forse un giorno scriverò del matrimonio della Rivetra senza trasformarlo in un bagno di sangue, ma non era questo il giorno. Sorry, not sorry. 🙈
A parte questo, vi devo parlare del prete: io sto leggendo Ricciardi da mesi e questa storia del napoletano mi sta sfuggendo di mano. Insomma, anche se sono pugliese, mi è sembrato quasi naturale che il prete dovesse parlare in napoletano perché mi dava troppo di Don Pierino – che io adoro, per inciso. Comunque, chiedo scusa qualora abbia sbagliato a scrivere o reso poco realistica la parlata napoletana, che è stupenda.
Anyway, diciamocelo, non è un vero matrimonio Rivetra se Levi non si impappina o non ha un diverbio con il parroco, no? Perciò dovevo metterci qualcosa del genere. Spero, dunque, che almeno quella parte vi abbia strappato un sorriso.
Ci rileggiamo domani.
Kisses,
~Angel
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Rivetra week 2021
FanfictionUna raccolta di brevi OS che ho scritto per la Rivetra week che si è svolta dal 24 al 31 agosto 2021. Copyright: i personaggi utilizzati - tranne quelli inventati da me - sono di proprietà di Hajime Isayama.