Buzzurro

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Sesto giorno

Prompt: Soulmate AU/friendzone - Bacio sotto la pioggia

Parole: 847

~ * ~

Da che mondo era mondo, tutti avevano un'anima gemella. Trovarla non era mai facile, però chiunque era sicuro di averla. Lo garantivano le parole che fin dalla nascita ognuno portava incise sulle pelle: le prime che avrebbe sentito dire dalla sua anima gemella.

Ebbene, Petra odiava le sue. Le odiava al punto di coprirle anche d'estate, di non rivelarle mai a nessuno: soltanto i suoi genitori le conoscevano e capivano il motivo del comportamento della figlia. Stando alla frase con cui era nata, infatti, l'anima gemella di Petra doveva essere alquanto rozza, e lei non aveva alcuna voglia di incontrarla. Detestava le volgarità, le trovava insopportabili; a maggior ragione visto il lavoro che faceva: una cameriera doveva essere sempre gentile con i clienti, anche se questi si comportavano come cavernicoli. Be', quasi sempre. Petra si prendeva una deroga dalla gentilezza in quest'ultima circostanza.

In ogni caso, aveva perso un po' di fiducia nell'amore: la sua anima gemella non poteva essere qualcuno che usava un simile linguaggio. Cupido doveva essersi sbagliato, non c'era altra spiegazione. Lei non si sarebbe innamorata di un tale... buzzurro.

Se lo ripeteva spesso, specie in giorni come quello. San Valentino era un tormento per chi, come Petra, non aveva ancora trovato la sua metà della mela. E, sebbene non desiderasse nulla più di qualcuno che la prendesse per mano e la portasse a fare una passeggiata romantica, era sicura che non le sarebbe mai accaduto. Questo perché, quando avesse trovato il Buzzurro, gli avrebbe cortesemente detto di andare a farsi benedire e che tra loro non avrebbe mai funzionato, nonostante le maledette parole. Anzi, proprio a causa loro.

‹‹Petra, questo al cinque.›› Rico le passò il vassoio che lei accettò di buon grado.

Agile, pattinò fino al tavolo a cui erano seduti due distinti uomini d'affari che parlavano fitto fitto. O almeno tali le sembrarono, visti i gessati che indossavano. Doveva ammettere, però, che l'eleganza era davvero l'unica cosa che li accomunava: uno era biondo e imponente, l'altro moro e minuto; il primo sembrava cordiale tanto quanto il secondo scorbutico. Che strana coppia.

Petra si avvicinò, sorridendo. Stava per domandare chi avesse preso cosa, ma il biondo la precedette, interrompendo per un attimo la conversazione: ‹‹L'espresso è per me, grazie.››

Lei glielo servì in fretta, tacendo per evitare di disturbarli più del dovuto. Si volse, quindi, all'altro uomo, che le rivolse appena un'occhiata. Aveva uno sguardo gelido che le fece venire i brividi. Prese la tazza di quello che pareva tè, desiderando allontanarsi di lì al più presto. Aveva un brutto presentimento.

Fu allora che accadde.

Petra si sentì urtare da qualcuno - forse un cliente distratto -, i pattini slittarono e non poté fare altro che osservare la tazza scivolarle dalle dita e frantumarsi sul tavolino, bagnando le gambe del tipo arcigno. Quello scattò in piedi, allontanandosi di un passo.

‹‹Ma che cazzo fai?››, sibilò, a denti stretti per il dolore. ‹‹Merda, brucia.››

Petra lo fissava, immobile. Impallidì: il braccio aveva iniziato a formicolarle. Non c'era margine di errore, lui era...

‹‹Tu sei... sei il Buzzurro››, sussurrò, ancora incredula.

A quel punto lui voltò la testa di scatto nella sua direzione, ignorando il suo compagno che gli stava passando dei tovaglioli per asciugare almeno un po' la chiazza sui pantaloni.

Si guardarono per lunghi istanti. Il mondo sembrava all'improvviso lontano, i rumori attutiti. Petra fissava quegli occhi blu, freddi e profondi, e si sentì morire. Come faceva ad allontanare qualcuno con degli occhi così attraenti?

Lui fu il primo a riaversi. Si tolse la giacca, si slacciò il polsino della camicia, tirò su la manica e le mostrò l'avambraccio: "Tu sei il Buzzurro" c'era tatuato in un elegante corsivo. ‹‹Pare che sia tu, dunque, mocciosa imbranata.››

Petra storse il naso. ‹‹Questo è da vedere, signor Buzzurro. Piuttosto, si è fatto male? Le porto del ghiaccio.›› Si voltò con l'intenzione di andarlo a prendere e per poco non si scontrò con Rico.

L'amica teneva una bustina di ghiaccio in mano e la fissava, incredula. ‹‹Aspetta, è lui? L'hai trovato?››

Petra annuì brevemente e le tolse il ghiaccio di mano. Si girò di nuovo verso il moro e glielo appoggiò sul ginocchio. ‹‹Mi dispiace molto, comunque. Qualcuno mi ha urtata e mi è scivolata la tazza. Le chiedo scusa, signore››, mormorò, sincera.

Lui appoggiò una mano sulla sua. Petra trasalì a quel tocco inaspettatamente gentile. ‹‹Lascia stare, faccio io.››

La giovane ritrasse le dita, arrossendo appena. ‹‹Okay. Se ha bisogno di qualcosa, io... uhm... sono a disposizione.››

‹‹Credo tu abbia fatto abbastanza oggi, Miss Mani-di-ricotta.››

Petra posò su di lui uno sguardo di fuoco. ‹‹Bene. Allora sarà meglio che me ne vada.››

‹‹Non prima di aver pulito questo disastro, mi auguro.››

‹‹Levi...›› Il biondo sembrava esasperato. ‹‹Lo scusi, signorina. Odia il disordine.››

Petra forzò un sorriso. ‹‹Anche io di solito. Stavolta, però, non è così››, detto ciò si voltò e superò Rico senza tornare indietro.

Udì comunque la risata dell'amico del Buzzurro. ‹‹Adesso ho capito perché è la tua anima gemella.››

Potrò anche esserlo, ma quel cafone dovrà farne di strada, se vuole conquistarmi.

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