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Yamaguchi's pov

Lo seguii, lo ammetto, ma ero preoccupato, era colui che non ha mai alzato un dito su di me, era colui che forse non mi ha mai detto qualcosa per cui piangere, era l'unico che non mi aveva fatto nulla. Arrivai in bagno e lo vidi, anzi lo sentii, singhiozzava tantissimo era un pianto liberatorio, si stava rendendo più leggero dal fardello che continuava a portare sulle sue spalle; bussai alla sua porta e lo chiamai

Y: Tsukkishima, stai bene?- prese un respiro, e sospirò molto rumorosamente e continuò a piangere, eppure molto inaspettatamente sentii un rumore meccanico che stava a significare che il ragazzo biondo aprii la porta. Mi si stanziò davanti, e gli occhi rossi di chi stava consumando un pianto liberatorio mi iniziarono a scrutare con cura, quasi volessero preservare la mia figura e la mia persona.

T: Perché sei qui?- la domanda mi lasciò senza effettive risposte da dargli, allora optai per una risposta secca
Y: Mi sono preoccupato.- All'esordio delle mie parole quei occhi si riempirono di lacrime ancora più frustrate, minacciavano di segnare il pallido viso di questo ragazzo se io non avessi continuato a parlare, ma una voce più spezzata mi anticipò
T: Perché lo fai?  Non mi dovresti odiare, faccio schifo dalla punta del capelli di lungo fino alla punta del mio piede, sono crudele con tutti e con me stesso, sono stato crudele con te perché ti sei preoccupato? perché lo hai fatto?- e nel mentre il tono della sua voce si abbassava quasi a diventare un soliloquio e che non stesse più parlando con me. 

Allora mi misi davanti a lui e con fare autoritario gli dissi<"Forse tu sei l'unica persona che in quel gruppo non mi abbia mai dato un vero motivo per piangere, e di lacrime ne ho versate molte nella mia vita, ma non a causa tua, non ti colpevolizzare di cose che tu non hai fatto">, dopo aver finito il mio discorso lo abbracciai, anche alzandomi leggermente sulle punte dato che era qualche centimetro più alto di me. Lui all'inizio era davvero rigido al mio contatto ma dopo si lasciò andare sprofondando in quello penso che a lui fu un gesto che gli mancava tanto, mi strinse a se con la paura che io fossi un'illusione e che sarei scomparso via come polvere alle leggere folate di vento. Rimanemmo così per vari minuti intrecciati l'uno con altro in cerca di un disperato contatto affettivo. Ci slegammo e lui mi guardò negli occhi e accennò a un sorriso e io ricambiai con il più sorriso vero e luminoso che in quel momento gli potessi fare.

Uscimmo dal bagno, tentai a chiedere il motivo di quel pianto, ma demorsi, glielo avrei chiesto più tardi magari durante la pausa pranzo. Perciò lo placcai e gli chiesi qualcosa che penso a lui abbia scosso "Ti va di pranzare insieme?"... 






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Salve gente, come state? Penso abbiate notato che tutti i capitoli sono stati corretti grammaticalmente, sintatticamente e lessicalmente; per farla breve ho deciso di riscrivere la storia. Spero vivamente vi piaccia, dato l'impegno che ci sto mettendo sopra. Noi ci vediamo al prossimo capitolo.

Jaa ne-Mary ♥︎

𝙳𝚎𝚎𝚙𝚎𝚛 𝚝𝚑𝚊𝚗 𝚢𝚘𝚞𝚛 𝚎𝚢𝚎𝚜[𝚖𝚊𝚛𝚢𝚜𝚝𝚎𝚏𝚢.𝚢𝚞𝚔𝚒𝚢𝚞]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora