Capitolo 16

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Feby Pov's.

Mi risveglio alzandomi di botto provocando un dolore al fianco che cerco di nascondere in una smorfia.
Mi guardo attorno: sono in una stanza semplice bianca, non c'è niente a parte una porta grigia a destra, una finestra davanti a me e il letto appoggiato in cui sono seduta.
Indosso un camice bianco, mi ributto sul letto, con troppa forza visto che dopo risento dolore al fianco.

Dopo non so quanto tempo una signora vestita da infermiera bionda entra e subito corre fuori urlando:
«SI È SVEGLIATA! SI È SVEGLIATA!» Urla.
Io la guardo con gli occhi sgranati per poi veder entrare dalla porta i gemelli, mio fratello, i miei genitori, Summer e Tyler.
«Oh, cara! Ci hai fatto prendere un colpo! Per colpa di quell'aquila!» sospira mia madre.
Guardo Tyler e Summer:
«Aquila?» chiedo. Summer mima con le labbra:
"Ti spieghiamo dopo".
«Si, amore! Un'aquila è entrata dalla finestra ed è impazzita» mi spiega mia madre mentre annuisco.
Davvero ci credono? Penso ridacchiando mentalmente, però poi ricordo cos'è successo per davvero e trattengo il respiro.

«Tutto bene sorellona? Sei diventata bianca!» mi dicono in coro i gemelli.
«Si, però non parlate più in coro, mi fate paura» dico guardandoli.
«Che giorno è?» Chiedo buttando la testa sul cuscino.
«Il trenta» mi dice mio padre, sgrano gli occhi.
«Scherzate?» sobbalzo.
«No, abbiamo avuto tanto paura, vieni, preparati dobbiamo tornare a casa» dice mia madre mentre Brendon mi aiuta ad alzarmi.

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«Principessa!» Urla mio cugino quando esco dalla stanza.
Mi abbraccia, però quando appoggia un braccio sul mio fianco sento una fitta così forte da farmi sussultare, non passa inosservata da lui che subito si stacca guardandomi negli occhi preoccupato, io, di rimando sorrido.

Tea si avvicina ed esclama felice:
«Vengo sull'isola con voi!»
Poi mi guarda e il suo sguardo cambia dal felice al preoccupato:
«Tu? Come stai? È stata una cosa spaventosa...Ho avuto paura quella don...Cioè, volevo dire...Aquila- guarda i miei genitori che fortunatamente non ci stanno guardando- era spaventosamente stupenda...» Dice riferendosi alla Dea Della Luna.
«Scusa...Ma perché non torni a casa con i tuoi genitori? Cioè sono felicissima che vieni, ma, i tuoi ti mandano? E tu vuoi allontanarti da loro?» cerco di spiegarmi.
«Tranquilla, per i miei è perfetto, starò nella casa dei miei cugini e...Si mi dispiace... intendo allontanarmi da loro, però mi dispiacerebbe ancora di più stare lontana dal mio Hayat, è come se fossimo legati da una corda, una corda legata al nostro cuore, e, ogni volta che sono lontana da lui questa corda tira, non riesco a pensare a niente che non sia lui o alla corda» Spiega per poi riprendere fiato e continuare:
«Sai, forse non siamo una coppia perfetta-fa una smorfia- forse non siamo come Dylan e Summer, forse siamo, una delle più strane di questo secolo, ma per me, siamo perfetti così.
Io e Lui, Lui e io.
Ci siamo solo noi, non so, se mi sono spiegata» finisce ridacchiando imbarazzata.
«Mamma mia! Queste cose devi dirle davanti a un pubblico! Non davanti a un essere insignificante come me!» Esclamo ridacchiando, mi sento molto debole, ma cerco di non mostrarlo.

«Feby!» Dice Adam, dietro Tea, per poi abbracciarmi e appoggiare un bacio alla mia guancia sinistra.
«Adam, come stai?» chiedo arrossendo e ridacchiando.
«Sai, la malata sei tu, non io» Mi dice sorridendo.
«Sto perfettamente, benissimo!» Dico anche se sto malissimo.
«Si, ovvio, non sembra che stai per svenire da un momento all'altro» mi dice staccandosi piano piano dall'abbraccio.
«Ok non sto perfettamente bene, ma non sto per svenire» sussurro.

«Febris Priscilla Tays! Mi hai fatto morire non farlo mai più!» Urla una voce dietro di me, sento delle braccia abbracciarmi da dietro, allora mi giro e lo rendo un vero abbraccio.
«Non ho deciso io di essere attaccata da un'aquila, Viktor» dico ridendo alla parte dell'aquila.
Mi metto sulle punte per sussurragli:
«Un'aquila? Davvero? Mi avete fatto perdere quel poco di dignità che avevo» ridacchio mentre lui scoppia a ridere.
«Allora la prossima volta diciamo che è una lucertola!» mi sussurra.
«Feby!» esclama un'altra voce, mi stacco dall'abbraccio con Viktor per poi vedere Hazel con accanto Ryan.

Mi avvicino a loro per poi abbracciare Hazel che poi mi guarda negli occhi e mi dice:
«Noi non ci conosciamo da un'eternità, ma, ti voglio bene e sò che sei una brava ragazza, non ti meritavi quello che è successo nella sala da pranzo... mi hai fatto prendere uno spavento! Ti sei persa la festa della Dea Della Luna! Non è stata bellissima senza te e le tue battute stupide! E poi lo scambio dei regali! Una noia! Cioè senza contare quello scemo di Dylan che continuava a fare ipotesi aliene su di te!» borbotta ridendo alla fine.
«Aliene?» ripeto con tono basso di voce per la debolezza.
«Si, mentre apriva il regalo che gli ho fatto io ha detto:
"Forse mia cugina è un'agente segreto che è perseguitato da dei criminali!". E poi ha aggiunto:
"Probabilmente anche Ryan, erano troppo bravi con la spada quei due, non me la raccontano giusta".
Poi mentre cominciava ad aprire il regalo dai suoi genitori ha detto:
"O forse sono degli alieni e la tipa nella sala era un alieno supremo!"» Mi racconta, mentre ridiamo.
«E nessuno lo sentiva?» chiedo per un'attimo preoccupata
«No tranquilla, praticamente me le sussurrava» dice per poi riabbracciarmi.
«Ehm....Ragazze» dice Ryan fingendo di tossire.
Mi stacco da Hazel e lo abbraccio, lui all'inizio sembra sorpreso e non si muove, ma dopo qualche secondo ricambia l'abbraccio.
Dopo un'altra manciata di secondi mi stacco sorridendo imbarazzata.
«Ciao» sussurro, lui mi guarda serio e poi mi riabbraccia mentre io rido.

«Febris! ¡Ay Dios mío! Me diste un infarto !»(Febris! Oh Signore! Mi hai fatto venire un infarto!)Dice una voce, che, riconosco come quella della signora Prip, parlando nella sua lingua originale.
«Signora Prip! Che ci fa lei qua?!» chiedo andando verso di lei.
«Ero muy preoccupata! Oh, bambina mia! Chiamami Anita, per favore, almeno questa volta!» mi dice ricominciando a parlare la mia lingua mentre si sistema una ciocca di capelli rossi.
«Anita, sai che sono abituata a chiamarti Signora Prip da quando sono piccola!» dico ridendo debolmente mentre lei cerca di abbracciarmi, anche se è molto più bassa rispetto al mio metro e settanta.
«Feby! Per favore, vieni, dobbiamo andare al portale, le nostre valigie sono lì!» Mi richiama mia madre.

Angolo autrice

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Vi ringrazio se siete arrivati fino a questo punto!💞💞

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