capitolo 1 -il clan uchiha

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non sapevo dove sasuke mi stesse portando, ma mi disse che era importante.

dopo pochi minuti uscimmo dall'villaggio della foglia.
stavo cercando di capire dove mi stesse portando, ma senza successo.

sasuke camminava ad un andatura neutra, era impassibile, non trasmetteva nessuna emozione, e sicuramente, non era d'aiuto a farmi capire dove ci stessimo dirigendo.

in effetti, era molto strano che mi avesse chiesto di andare con lui,

stavo mangiando alla ristoria preferita di choji, insieme a shikamaru e ino, e ad un certo punto entró sasuke, si diresse verso il nostro tavolo, mi prese per la mano e mi portó via.
era quasi inquietante, devo ricordarmi di
scusarmi con ino e la sua squadra da parte mia e di sasuke per la nostra scortesitá,

e anche con sakura per aver tenuto la mano al suo sasuke kun.

"ci siamo, non preoccuparti, non ti vogliono fare nulla", mi disse con aria...sorridente, per caso stava cercando di tranquillizzarmi? non era difficile intuirlo, pure quella testa quadra di naruto lo avrebbe capito.

camminammo per un altra decina di minuti, e quando stavano per cedermi le gambe dopo la lunga salita, sasuke mi strinse la mano, forse per l'agitazione, ma non capivo il perchè.

davanti a me si estese una casa, sembrava grande, dalla visuale del villaggio non l'avevo mai notata.

entrammo molto silenziosamente, mi girai verso sasuke, dando le spalle al resto della casa, mi guardó stampando un mezzo sorriso in faccia, questa volta non aveva una espressione apatica.

dopo avermi fissata per qualche secondo, guardó in alto dritto davanti a se, essendo io 1.55 ero molto bassa.

dopo un sospiro mi girai e mi trovai dei ragazzi, avranno avuto dai 21 ai 29 anni, erano alti, sembravano degli alberi, e io un cespuglio.

mi sentii abbastanza imbarazzata ma allo stesso tempo impaurita, così tanto che cascai in terra.

tutti si guardarono negli occhi, uno si avvicinó a me, aveva i capelli neri, e dei segni a metà faccia, sembrava che una maschera gli avesse lasciato il segno.
si sedette davanti a me, tenendo il peso sulle mezzepunte.

mi guardó, quasi compiaciuto, e mi accarezzó il viso, aveva la mano fredda, quasi gelida, un cubo di ghiaccio prosciugato.

mi guardó negli occhi e disse, in modo che anche gli altri potessero sentire, "non devi spaventarti, non sei qui per motivi brutti, stai tranquilla", la sua voce era calma, mi sembrava gentile, ma all'apparenza sembrava un uomo grande e forte, 1.83 circa, senza emozioni.

mi prese per mano, dicendomi ancora una volta ma questa volta all'orecchio "stai tranquilla, okay?",ci alzammo e si riavvicinó a i suoi amici, lasciandomi dov'ero prima, dopo avermi tranquillizzata, stranamente.

io avevo una gonna bianca, una camicia e una specie di corsetto nero, che mi faceva il giro della pancia, perció mi sentivo male sia per il corsetto che per l'ansia.

c'era molto silenzio ed imbarazzo fino a quando un uomo, con i capelli neri lunghi, legati con una coda bassa disse "t/n, ti abbiamo portata qui perchè avevamo bisogno di qualcuno che possa unirsi a noi, e so che tu sei perfetta", mi stavano prendendo in giro? io sono scarsa, molto scarsa, so a malapena moltiplicare il mio corpo, non riuscirei mai ad unirmi a loro,
"quindi, ci stai a unirti al clan uchiha?", disse in modo fiero.

"io..io non posso, non so combattere, sono scarsa, me lo hanno sempre detto tutti, io non posso, scusate", dissi dirigendomi verso la porta.

"t/n, ti conosco da quando eri una bambina, di sangue non sei uchiha, a malapena puoi definirti 50/50, ma hai potenziale, e sei molto forte, devi fidarti di te, di noi, e del tuo chakra"

ora riconosco quest'uomo, itachi uchiha, fratello di sasuke, quando ero piccola giocavo sempre con loro due, fino a quando itachi è stato proclamato traditore del villaggio della foglia.

"va bene, ci sto", dissi, forse dovevo pensarci, ma tecnicamente è vero, ho potenziale, manca l'allenamento.

"noi siamo itachi, sasuke, madara, shisui e obito uchiha, e siamo tutti membri del clan",
mentre elencava i nomi mi indicava con l'annullare ogni ragazzo, e quello che prima mi ha aiutata, mi pare si chiami, Obito.

"questo è amore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora