capitolo 2. -miss uchiha

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shisui, mi pare si chiamasse così, mi portó nella mia stanza, era molto spaziosa, e già decorata, era molto ospitevole, quasi difficile da descrivere, non si trovava in un corridoio come quella degli altre.

nella sala da pranzo, c'erano due porte, una portava al corridoio dove c'erano le altre stanze e una portava direttamente alla mia stanza, mi sentivo molto importante per questo, forse volevano qualcosa da me?

in ogni caso shisui sembrava molto disponibile,
ho sempre frainteso il loro clan,
pensavo fossero tutti crudeli, insensibili, invece 

mi pare che solo sasuke fosse così.

durante il tour mi fece vedere anche il "giardino" dove allenarci, wo, hanno veramente molto lusso, sembra che staró molto bene qui.

"senti y/n, itachi mi ha detto di riferirti di venire ad una nostra riunione, stasera, al grande tavolo che ti ho mostrato prima, basta uscire dalla tua stanza e te lo ritrovi davanti", mi disse, e terminó il tutto con un sorriso.

volevo domandargli altre mille cose ma, sparì.

appena rientrai in casa mi feci il bagno nella vasca, sfortunatamente non avevo un bagno nella mia stanza, ma nessuno entró quindi perfetto, e subito dopo, come promesso, andai alla riunione, erano già tutti seduti tranne itachi e uno che non avevo conosicuto.

c'erano svariate sedie, ma mi sedetto tra obito e shisui, i più gentili per ora, e aspettai con calma chi mancava.

finalmente entrarono, si sedetteró e iniziarono a parlare.
io non facevo altro che stare zitta e guardare le mie ginocchia, accarezzate dalla mia mano quasi sul punto di sudare per l'ansia.

non avevo il coraggio di parlare, per loro io non ero niente, non potevo permettermi di parlar-
intereuppi i miei pensieri, perchè sentii qualcosa prendermi i polsi.

era obito, ua che novità.

alzai lo sguardo su di lui, che aveva fli occhi quasi preoccupati, non so per cosa, magari si sentiva poco bene dopo avermi vista così, ma a lui, che poteva fregargli?

"puoi parlare, nessuno ti dirà niente, te da adesso sarai la nostra miss uchiha, hai il permesso di fare quel che vuoi, qui nessuno è superiore a nessuno", mi disse una voce, molto formale, e roca.

"madara ha ragione, puoi esprimere la tua opionione tranquillamente".

madara, quindi si chiama così, bene, so il nome di tutti, perfetto.

la serata andó bene, erano tutti simpatici, e ora ne ho la conferma, ma c'era qualcosa che non mi convinceva, e mi ha fatta andare giù di morale..come mai, mi trattavano così bene?

decisi di fare un giro fuori per schiarirmi le idee.

subito fuori dalla casa c'era un sentierino di roccia, una strada protava giù dalla collina, l'altra dietro la casa, dove c'era tanta pianura e vari alberelli e cespugli, con anche un piccolo laghetto, piccolo per dire insomma.

decisi di andarmi a sedere sotto un albero, con le gambe stirate in avanti e il pusto e la testa appoggiati all'albero, con gli occhi chiusi per stare in tranquillità.

ma la tranquillità è durata ben poco.

sentii dei passi leggeri, non ingombranti, perciò decisi di tenere gli occhi chiusi.

"ei, che ci fai qui? non mangi?"

"questo è amore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora