21. "Starcrossed Lovers"

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Forse avrei dovuto abituarmi a tutto questo

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Forse avrei dovuto abituarmi a tutto questo.

Ormai erano passati giorni e giorni, ma ancora facevo la stessa fatica della prima volta.

Eppure questa era la mia nuova routine: perdere i sensi e avere sogni premonitori. Gli svenimenti non erano tutti uguali, comunque: alcuni erano dolci come il miele, altri dolorosi come un coltello che affondava in ogni organo del mio corpo.

«Ci deve essere una qualche ragione...», biascicai, aprendo gli occhi.

«Oh, una ragione c'è sempre.»

Mi voltai. Mio padre. Eravamo nella mia camera da letto e, accanto a noi, sedevano Beatrice e...

«Fabrizio! Ditemi dov'è Fabrizio!», sbraitai, saltando giù dal letto. Rovinai per terra, però, così mio padre mi venne incontro.

Lo allontanai subito. «Dov'é Fabrizio?», strillai, colpendo il pavimento con i pugni.

Lui rise, alquanto divertito. «Montecchi? Credo sia tornato a casa.»

«A casa!»

«Sì. A casa. Mi è sembrato giusto indicargli la porta d'uscita e mandarlo via.»

Allora, ricordai cosa Capuleti ci avesse fatto. Ma se io ero svenuta, forse anche Fabrizio...

«Cosa ci avete fatto?!»

Capuleti si mise più comodo. Forse, la sedia non era di suo gradimento.

«Quando vi ho visto», continuai, fulminandolo con gli occhi, «credevo foste un uomo buono. I miei occhi... sono uguali ai vostri, così... mi sembrava di avere un qualche legame con voi. Ora, invece, mi fate ribrezzo! Dove avete portato il mio Fabrizio?»

Non piansi. Non potevo piangere, però abbassai il capo. Continuavo a graffiare il pavimento, come se volessi distruggerlo, come se dovessi scaricare tutta la mia furia... o tutto il mio dolore.

Forse, Fabrizio era ferito? Non gli aveva fatto del male, vero?

«Angelica.»

«Cosa volete?»

«Fabrizio sta bene. Non preoccuparti.»

Di colpo, rialzai il viso. Gli occhi trepidanti, la bocca tremula, un groppo in gola. «Non gli avete fatto nulla?»

Lui scosse lentamente la testa. «No. È svenuto proprio come te, così l'ho portato fuori. Appena me ne sono andato, si è svegliato ed è andato via.»

«È andato via senza... Non ha provato a rientrare? Fabrizio riesce sempre ad entrare in casa nostra, anche senza chiavi! Non so come faccia, ma...»

«Angelica, mi dispiace, ma avresti dovuto aspettartelo. Lui è un Montecchi e i Montecchi sono dei bugiardi! È meglio che tu stia alla larga da loro, lo dico per il tuo bene.» Quindi, l'uomo fece una pausa. «Angelica, io sono tuo padre e ti voglio bene. Non voglio che tu soffra e, soprattutto, non voglio che tu soffra per un Montecchi!

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