Capitolo 4.

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50 Sfumature di Kai - Capitolo 4.

P.O.V. Luhan.

Fisso l'insegna per la centesima volta da quando sono arrivato. Ho lasciato Kyungsoo a lavoro, ed ora sono qui, in macchina, davanti questo locale ad aspettare che la mia amica apra.

"Devi trovare lavoro."

In mente riaffiorano le parole di Kyungsoo. E' vero, non ha tutti i torti, devo trovarmi un fottutissimo lavoro e dare senso ai miei ventitré anni, per questo ora sono come un coglione in un parcheggio di periferia nella zona più desolata della mia città.

Alzo gli occhi al cielo, quando da un angolo svolta Yhara, "Finalmente", sono ben trenta minuti che l'aspetto in macchina. Scendo ed attraverso il parcheggio per raggiungerla.

«Sei arrivata! Sono quasi trenta minuti che ti aspetto.»

Mi avvicino piano lasciandogli un bacio sulla guancia, come saluto.

«Che vuoi Luhan?»

«Ho bisogno di una cosa, cioè ho da chiederti un favore.»

«Sentiamo!»

Apre la serranda del locale e un leggero tintinnio di un campanello emette una nota elettronica monocorde alla nostra entrata.

Il negozio è molto più grande di quanto possa sembrare da fuori. Ci sono tavoli di legno e bottiglie di alcool ovunque, insomma, le solite cose che ci si aspetta di trovare in un posto del genere.

Vado a sedermi su uno sgabello, mentre lei prende postazione dietro al bancone e indossa il suo grembiule nero da lavoro.

«Allora Luhan, ti dico subito che se sei venuto qui per scopare, scordatelo!»

«Non sono venuto qui per il sesso, ma per un lavoro.»

«Lavoro? E io cosa centro?»

«Beh, speravo avessi qualche impiego per me.»

«Mi dispiace caro, ma qui lo sai che assumo solo donne.»

«E adesso che cos'è questo razzismo?»

«E' solo perché gli uomini mi hanno rotta, non sono buoni a fare nulla.»

«Ti prego, ho bisogno di un lavoro aiutami. Farò qualsiasi cosa ma devo trovare un'impiego al più presto.»

«Qualsiasi cosa?»

«Sì.»

«Allora vienimi a pulire casa 2 volte a settimana.»

E' seria.

Deglutisco e cerco di evitare il suo sguardo.

«Spero scherzi!?»

«No!»

Faccio un respiro profondo e raddrizzo le spalle, gli rivolgo un sorriso dispiaciuto e lentamente mi alzo. E' tutto. Devo andare.

«Mi dispiace Luhan.»

«Non importa grazie lo stesso.»

Quando esco dal locale sono affranto e deluso, credevo veramente che sarebbe stato così facile?

Cammino verso la macchina a testa bassa, fissandomi i piedi. Sto riflettendo sul fatto che adesso non so dove andare a cercare un fottuto lavoro.

Salgo in macchina e veloce spingo sull'acceleratore, lasciandomi alle spalle quel locale ai confini della città.

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