50 Sfumature di Kai [SOSPESA]

Capitolo 13.

50 Sfumature di Kai - Capitolo 13.

P.O.V. Kyungsoo.

«Cosa centra Parigi?» chiedo.

«Lascia stare, ti spiegherò...» si volta dall'altra parte, scuotendo la testa. «Ci vediamo domani!» mormora, le sue mani si stringono sul volante.

Lo guardo poco convinto, riempiendomi la testa di mille domande.

«O... k» rispondo in stato di confusione. Lo sento sospirare prima di ripartire.

Alzo le spalle, poi mi giro dall'altra parte ed entro nel palazzo. Il rombo della sua macchina si fa sempre più lontano.

Salgo le scale spedito, scordandomi completamente di tutto il resto. La mia priorità è Luhan.

«Bene...» sospiro una volta arrivato. Busso con enfasi, quando noto che la porta è già aperta. Entro, catapultandomi nell'atrio principale. «Sei un'idiota!» urlo, guardandomi intorno. Chiudo l'entrata con un calcio, inoltrandomi a passi spediti nello stretto corridoio di casa.

«Io voglio sapere come cazzo ti è venuto in mente di lasciarmi lì...» irrompo nella sua stanza. Consapevole di trovarlo lì.

«Allor-!» sbarro gli occhi. Balzo in avanti, andandomi a sedere sul bordo del letto accanto a lui.

Rimango colpito alla vista del suo pallido viso. «Luhan che è successo?» mormoro preoccupato «Scusami se ti ho urlato contro, ti prego racconta...» accarezzo i suoi capelli, sistemandomi meglio accanto al suo corpo.

Sorrido debolmente, quando lui lentamente nasconde il viso sotto il cuscino. «Avanti Hyung.» sussurro più dolcemente

«Kyungsoo, fatti gli affari tuoi e lasciami in pace. Non voglio parlare!» si alza, spostandomi per poter passare.

Mantengo l'equilibrio, aggrappandomi alle coperte. Sollevo me stesso, scattando sull'attenti. «Sei davvero un' idiota se pensi che io, tuo migliore amico ti lasci solo. E' proprio in questi momenti se non lo sai, che servo» sbuffo incrociando le braccia al petto. Fisso, lo guardo.

Si volta pigramente. «Non rompere...» assottiglia gli occhi, uscendo dalla stanza.

Mordo le labbra, poi esco, tallonandolo. «Il nostro direttore mi ha appena dato un passaggio perchè tu sei fuggito. Almeno sentiti in colpa!» ringhio, appoggiando le mani sul tavolo della cucina.

Sbuffo. «Mi ha portato a casa sua e poi-!»

«Senti Kyungsoo, quante volte ancora oggi dovrò dirti di lasciarmi in pace? La conosci la parola stà zitto? Ecco, sta zitto!» chiude il frigo, sbattendo lo sportello violentemente. «Non aspettarmi, dormo fuori...» esce dalla stanza, dirigendosi verso la porta di casa.

«Dove vai?» lo seguo.

«Ovunque io vada non deve interessarti.» agguanta il giacchetto, sistemandolo per bene sulle spalle. «Conosco quello sguardo, non essere preoccupato per me, non vado ad ammazzarmi» dice serio, voltandosi. Mi guarda attentamente, scrutandomi a fondo.

«Vai a quel paese Luhan, è da tanto che te lo volevo dire. Odio quando fai cosi, ti comporti proprio da ragazzino. Uno cerca di aiutarti e tu te ne freghi e basta...» digrigno i denti, tornando sui miei passi.

Sbatte con potenza la mia schiena al muro, tenendo ben salda la presa sulle spalle. Succede tutto così all'improvviso che rimango pietrificato.

Rimane fisso sui miei occhi, inspirando forte, come a voler placare la sua rabbia.