Mi butta sul letto e il mio cuore inizia a battere fortemente, quasi mi esce fuori dal petto. Si mette tra le mie gambe e mi bacia con foga il collo, mettendo le sue grandi mani sotto la mia maglia per alzarmela. Inizio a pensare a ciò che sto per fare, sono troppo nervosa. Chiudo gli occhi perché voglio lasciarmi andare, ma se l’intenzione di Calum fosse proprio questa? Se si fosse comportato così solo per portarmi a letto? Poi si stacca dal mio collo e sposta il suo sguardo fino ad incontrare il mio: è completamente arrossato, sembra quasi in imbarazzo ed ha la palle d’oca, anche se in questa stanza fa un tale caldo. Mi lascio andare, mi lascio trasportare dalle emozioni e chiudo gli occhi aspirando aria per riprendere un po’ di controllo.
*FLASHBACK*
L’uomo robusto che avevo davanti mi afferra il braccio, per poi strattonarmi violentemente e farmi cadere sul letto. Si slaccia le scarpe e le sfila. Poi tocca ai pantaloni. Si toglie la cintura di cuoio che reggono i jeans stracciati e sudici, si sbottona la cerniera. Si avvicina sempre di più a me e inizia col baciarmi luridamente il collo, mentre mi tocca ovunque. Inizio a piangere e a supplicarlo di lascarmi andare “Ti prego basta! Lasciami andare, faro tutto quello che vuoi ma lasciami andare, per favore, TI PREGOO!”
*FINE FLASHBACK*
“Basta! Lasciami andarere!” Mi accorgo che una lacrima riga il mio viso mentre urlo disperata spingendo il ragazzo sopra di me. “Hei ma che ti prende? Ok la smetto!” Inizio a piangere come una fontana e mi porto le mani al viso. “Michelle ma che hai? Che ti prende? Stai bene?” Mi guarda molto preoccupato. “Calum ti prego scusami. Non posso davvero …. io, non posso …” e scoppio in un pianto isterico. “Tranquilla, ci sono io qui.” Mi prende tra le braccia e ci corichiamo entrambi sul letto. Mette le sue braccia attorno la mia vita, poi sposta una mano sulla mia testa e mi accarezza dolcemente i capelli e mi dà un bacio tra essi. Tra le sue braccia mi sento davvero al sicuro, lontano da qualunque pericolo. Sto bene con lui, mi fa sentire sicura e forte. Calum è diventato la mia fortezza. Una fortezza che soltanto lui poteva distruggere.
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La mia sveglia suona e io mi sveglio. Mi accorgo di stare ancora tra le braccia del bellissimo ragazzo che mi ha sostenuta tutta la notte…. in tutti i sensi. Mi accorgo che sono le cinque e mezza e sveglio subito Calum. E’ cosi adorabile che quasi starei lì a guardarlo per ore, ma deve andare. Apre di scatto gli occhi e si alza all’improvviso. Il tempo di mettere a fuoco la situazione e mi sorride. Ricambio il sorriso, pur avendo un’aria stanca ed avendo molto sonno. “Buongiorno” sussurra avvicinandosi sempre di più al mio viso, per poi prenderlo tra le mani e lasciarmi un dolce bacio sulle labbra. “Buongiorno, Cal” gli dico in risposta, mantenendo il mio sorriso, più grande di prima. “Che ore sono?” mugola strofinandosi il viso con i pugni chiusi delle mani, come fanno i bimbi piccoli. “Le cinque e trentacinque” gli rispondo non distogliendo lo sguardo dalla sua figura.
Eppure è così tenero, con i capelli tutti arruffati che gli cadono sul viso assonnato, gli occhi semi chiusi e i lineamenti addolciti. Sembra un bimbo. “Devo andare” mi informa arricciando il naso e le labbra ed alternando lo sguardo da me a qualcos’altro nella mia stanza. “Okay, ci vediamo dopo a scuola” sospiro scrutando i suoi movimenti. “Come stai?” domanda preoccupato. “Bene” rispondo incerta e un po’ confusa. Questa domanda mi ha letteralmente preso alla sprovvista. Da quanto a Calum interessa come mi sento? Questa mi è nuova. “Dico davvero, perché ieri piangevi?” si avvicina preoccupato posando una mano sulla mia coscia scoperta. Il mio sguardo altrettanto angosciato cade sulla sua mano, al che la toglie. “Brutti ricordi” dico solamente chiudendo gli occhi e cercando di mandare giù il groppo che ho in gola. 'Ti prego Michelle, non piangere adesso, non di nuovo’. Mi impongo mentalmente di non crollare di nuovo, non davanti Calum, così espiro ed ispiro profondamente e quando riapro gli occhi, lucidi, il ragazzo prima seduto di fronte a me, mi si piazza davanti e mi attira tra le sue braccia. Lascia un bacio tra i miei capelli arruffati come i suoi per poi spezzare il silenzio. “Di qualunque cosa tu abbia bisogno, io sono qui, okay?” Annuisco semplicemente rimanendo con lo sguardo fisso su un punto impreciso della camera. “Adesso vado, ci vediamo dopo a scuola” continua capendo la mia intenzione di non parlare.
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Twice-Calum Hood
Fanfiction'Pensavo che l'amore fosse una cosa stupida, una cosa superficiale, una cosa dalla quale si può scappare. Pensavo fosse da stupidi innamorarsi di una persona per i suoi modi di fare così affascinanti o per il suono della sua risata. Forse sempliceme...