Akaashi's POV
Mi svegliai affannato, con la testa pulsante, ricordi appannati del sogno appena fatto e la sensazione calore delle mani della donna ancora accesa.
Che succede?
Chi era quella donna?
Quel bambino ero io?
Cosa mi è successo?
Perché non ricordo niente del mio passato?
Cos'è accaduto a mia madre?
Perché mio padre non me ne ha parlato?
Chi è mia madre?
Chi è Bokuto Koutarou?
Chi sono io?
Chi è Akaashi Keiji?Bokuto's POV
«HEY HEY HEYYY»
Feci il mio ingresso nella cucina attirando l'attenzione dei presenti.
«Vedo che sei di buon umore»
Commentò la più piccola.
Mio padre mi lanciò un'occhiata disgustata e poi notai l'assenza del corvino.
«Akaashi non si è ancora svegliato? Aspetta- può dormire?»
La mia sorellina mi guardò seccata, odia ragionare di prima mattina, anche solo rispondere ad una domanda la irrita.
«Ma che ne so io»
Rispose fredda.
«Ah io non l'ho ancora capito come funziona quel coso».
Coso. Lo ha chiamato coso.
Ha chiamato il mio dolce Agaashie coso.
«Non chiamarlo così.»
Dissi incazzato a mio padre.
«Bah»
Si stava alzando. Voleva davvero chiudere la conversazione così?
«Guardami quando ti parlo»
Mi fissò negli occhi molto irritato e si alzò di botto quasi correndo verso di me.
Mi prese il colletto e stava giusto per tirarmi un pugno in piena faccia quando Ai intervenì.
«PAPÀ FERMATI!»
La piccola si aggrappò a lui, scelta sbagliata.
Difatti qualche secondo dopo era già stata scaraventata contro il tavolo.
«Io con te non ci parlo brutto frocio, sei una delusione, sei un mostro, un errore, non dovresti vivere, non saresti dovuto nascere Koutarou, dovresti davvero andare in cima ad un grattacielo da come minimo trenta piani e buttarti!! Sei solo un coglione!»
Alzò il braccio, ma si fermò a qualche centimetro dalla mia faccia a causa di un'altra interruzione.
«La prego di fermarsi signor Bokuto»
Ed eccola. Quella voce, l'unica che volevo sentire in quel momento, la sua voce.
Akaashi era riuscito a bloccare l'arto dell'adulto appena in tempo, è davvero eccezionale!
«Stai zitto ammasso di latta, sei solo un rifiuto, non ti ho pagato per intervenire nelle nostre discussioni familiari!»
Come aveva osato chiamare Keiji? Rifiuto? Questa è la volta buona che lo uccido.
«Mi perdoni signore, ma la violenza non è uno dei miei standard e preferisco evitarla, inoltre, sono mezzo robot, gli insulti non mi toccano minimamente, se vuole sfogarsi verbalmente o fisicamente faccia pure contro di me, ma la prego di non toccare suo figlio o potrebbe recargli danni molto gravi.
E se non se ne fosse accorto, la piccola Ai è rimasta coinvolta nella discussione e non vorrei che accadesse di nuovo in mia presenza o potrei infrangere la mia natura e usare la forza per fermarla, quindi la prego di lasciare andare il ragazzo e di calmarsi.»
Da quando il minore è così coraggioso?
«Akaashi, davvero non-»«TE STAI ZITTO!»
Stava per scagliare un altro colpo, quando si ritrovò per terra con il piede del cyborg che premeva sul suo stomaco.
«Le ho esplicitamente chiesto di non usare la forza, signore, potrebbe, per piacere, darmi retta?»
Cosa è successo al mio piccolo e sempre spaventato Agaashi?
Caddi sulle ginocchia e il mezzo robot mi prese al volo poggiandomi delicatamente sul terreno per non farmi incassare dolore da caduta.
Successivamente, immobilizzò totalmente l'uomo e andò a controllare la situazione della minore.
«Ehi, tutto bene? Ti sei fatta male? Riesci ad alzarti?»
Con Ai ha usato tutt'altro tono e il suo sguardo è cambiato con una velocità assurda, quello è un ragazzo che prova emozioni, solo non ne è consapevole.
La bicolore abbracciò l'umanoide che, dopo aver ricambiato l'abbraccio, la alzò e la posò su una sedia lì vicino, poi si avvicinò a me.
«Bokuto-san, tutto bene?»
Mi guardò con quegli occhi pieni di colore e sentimento. Quegli splendidi occhi che lo rendevano umano.
«U-uh emh- sì, non preoccuparti, è- è stato solo lo sho-»
Non feci in tempo a finire la frase che il minore abbracciò anche me, impedendomi di alzarmi.
Cos'è questa sensazione?
Cos'è questo calore?
Che io...? No non è possibile.
Ma che dico è tranquillamente possibile.
Io...a- a me...piace Akaashi?
Che sia per questo che mi ha attratto così tanto già dalla prima volta?
Non lo so, non sono mai stato innamorato prima d'ora, qualcosa me l'ho impediva.
Che fosse l'esistenza di Keiji?
Non voglio saltare a conclusioni affrettate, ma farei meglio a non abbandonare immediatamente questa possibilità, in fondo non sono uno di quei protagonisti delle Fanfiction rincoglioniti convinti di essere etero.
Mi alzai lentamente con l'aiuto dell'androide e mi avvicinai a mia sorella senza degnare di mezzo sguardo l'uomo svenuto a terra.Ai finì di prepararsi e poi la accompagnai a scuola chiedendo gentilmente a Keiji se potesse rimanere a casa a controllare mio padre, infine mi diressi a lavoro.
Dopo la morte di mia madre ho totalmente escluso l'idea di andare all'università, non potevo lasciare da sola la mia sorellina e comunque il vecchio non mi avrebbe mai dato i soldi o gli aiuti necessari, ma a quanto pare ho fatto bene a rimanere lì, in questo modo ho rivisto Agahgaashii!Lavoravo in un parco naturale di Tokyo, ho sempre amato gli animali, soprattutto i gufi, perciò appena ho visto che cercavano personale mi sono offerto e mi hanno accettato volentieri. Nella mia scuola c'era un corso di zoologia a cui ero iscritto, quindi non ho problemi a svolgere il mio compito come si deve, do da mangiare ai vari animali e faccio da guida ai turisti che vengono a visitare il parco, nulla di che, ma mi pagano bene.
Stavo andando a dare da mangiare a Freddie, il gufo di cui mi occupo più spesso, e accanto, come al solito, c'era Keiji junior, l'ho battezzato io così!
Freddie aveva un manto molto simile alla mia capigliatura, bianco con sfumature di grigio e nere qua e là, sparse senza una forma precisa e un carattere simile al mio, mentre l'altro era marroncino e bianco, ma con un carattere molto simile a quello di Keiji.
Ero convinto ci fosse qualcosa tra i due, aspetta, ma esistono i gufi gay?
I miei strani pensieri vennero interrotti dal suono delle notifiche del mio cellulare.
Era Akaashi.Agagashie<3
Bokuto-san, a che ora devo andare a prendere Ai da scuola?You
Da quand'è che ho il tuo numero?Comunque alle 15, ma può tornare anche da sola, non devi scomodarti.
Agagashie<3
Mi scusi, ma preferirei andare a prenderla personalmente, suo padre si è svegliato ed è uscito di casa, non vorrei che la ferisse quando è indifesa.You
Ah, capito, allora è meglio che vai, ma ti prego dammi del tu, mi sento vecchio così! :<Agagashie<3
Come vuole Bokuto-san.Chiedo perdono, come vuoi*
Ammetto che sembrava una conversazione fra alunno e professore, ma come biasimarlo, in fondo è pur sempre un cyborg.
Più che altro speravo che mio padre non lo avesse ferito, in quel caso non glielo avrei mai perdonato.
Staccai verso le 17 e mi incamminai verso casa facendo film mentali fra i miei due amati gufi che, non so per quale motivo, ma mi ricordavano molto me e 'Gaashe.
Quando entrai in casa non feci in tempo a capire la situazione che un pugno colpì l'umanoide in pieno volto, ma a farsi male, non fu l'incassatore del colpo, ma bensì il tiratore.
«Signor Bokuto, le devo ricordare che sono stato riparato con il ferro?»
Mi precipitai fra l'uomo e l'androide, come per proteggerlo, ma una calda mano si posò sulla mia spalla e mi scansò dolcemente, guardando in faccia l'adulto.
«Bokuto-san, la prego di non intromettersi.»
Mi disse il minore senza neanche guardarmi, davanti a lui c'era solo quel bastardo.
«Non ho ancora finito con te».
Disse il marito della mia povera e defunta madre prima di scagliare Akaashi contro un muro.
In tutto questo, Ai era in un angolo della cucina fissando la scena terrorizzata senza riuscire a muovere un muscolo.
«Non ho intenzione di usare la violenza contro il mio padrone, mi scusi tanto, ma non intendo partecipare a questo combattimento»
Anche se mio padre era perfettamente intatto senza neanche un colpo incassato, Keiji aveva totalmente vinto lo scontro.
«Sentite, non so cosa sia successo, ma state terrorizzando Ai, quindi vi prego di smetterla con questa stronzata prima che io tiri due cazzotti ad entrambi.
Papà sembri un bambino minchia che litiga per una macchinina e Akahahashi te sembri il protagonista di uno shonen, sapete che vi dico? Fanculo ad entrambi, io e Ai andiamo a prenderci un gelato.»
Parlai, dando voce ai miei pensieri, stavo per dirigermi verso la mia sorellina che sentii una frase.
«È Akaashi.»
Ribadì il corvino.
«Beh allora vaffanculo Kaashi»
Mi voltai, presi la più piccola per braccio e la portai fuori da quella casa, dove l'atmosfera stava diventando soffocante.
Lei si asciugò le lacrime e mi abbracciò sussurrando un "grazie" e insieme ci avviammo verso la gelateria lì vicino.Angolo stronzo.
Bene, domani inizio la scuola.
Sapete che vuol dire? UN'ALTRA ANNATA DI MERDA!! AYEEEEEEEEE!!!
Che cazzo di vita, domani ho pure allenamentoVabbè, scusate ma solo io mi scompiscio a scrivere le storsioni del nome di Akaashi by Bokuto?
Comunque vi auguro un buon inizio e una buona vita di merda<3
ADDIO STRONZETTIIIIIII
Nel dubbio vado a leggere una yaoi spinta su qualche ship:)
LOVE Y'ALL<3

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Dusk -Bokuaka
FanfictionTratto dal testo: Fra tutta quella luce che trasmettevano le sue iridi, potevo comunque notare le mie, buie come la notte, tingersi perfettamente con le sue, formando un crepuscolo solo ed unico. AU Bokuaka (Haikyuu), Boyxboy, don't like? Don't read...