9.

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Ai's POV

Non so cosa mi spinse a dirlo proprio in quel momento, forse la rabbia nei confronti di mio padre, oppure la situazione, fatto sta che gli avvenimenti successivi furono un disastro totale.

L'uomo si mise a ridere, guardandomi con sguardo sadico
«Sai scherzando, vero?!»
Chiese senza vergogna.
Come può anche solo pensare che io scherzi su una faccenda del genere?
Delle braccia familiari si posarono davanti a me e la figura imponente di Keiji si fece avanti.
«Prova anche solo a sfiorarla e l'ammasso di metallo te lo ritrovi in culo.»
Spalancai gli occhi, così come Koutarou.

«Allora sai essere volgare!»
commentò il bicolore.
«Bokuto non mi sembra il momento.»
Il maggiore si spense, così come il leggero sorriso di Akaashi.

«Ah, chissà cosa farebbe Fuyumi al posto mio...»
cominciò l'uomo.
«Lei è morta! non farebbe un bel niente! capiscilo! non puoi sempre e solo contare su di lei!»
Lo interruppe il corvino.
«Tu non sai cosa voglia dire essere in lutto, vero?»
L'androide abbassò lo sguardo, per poi incrociare quello del suo ormai ragazzo.
«No, non lo so, o meglio, non me lo ricordo. Bokuto-san, come ci si sente?»
'Perché lo chiede a lui?' mi chiesi mentre osservavo la scena.
«Beh, sei un vuoto al petto ogni volta che pensi a quella persona e stai davvero male, tanto che ti viene da piangere quando pensi ai momenti passati insieme.»
rispose goffamente mio fratello.

«Il lutto è una questione psicologica che varia da persona a persona ed è caratterizzata da molti fattori, per esempio, il rapporto fra te e la persona deceduta. Alcuni arrivano a perdere la testa e a non trovare più una via d'uscita dall'oblio che si crea pensando ad un mondo vuoto senza una determinata persona, altri si spingono ad andare avanti mantenendo i ricordi vivi e fluidi, ma senza provare un attaccamento morboso. Le persone afflitte da quest'ultimo parlano con quella persona come se fosse ancora lì, come se non fosse mai morta. È vero che ci sono delle fasi del lutto, ma anche quelle variano a seconda della situazione, in pochi parole, il lutto è semplicemente un'accettazione della morte, che può essere positiva o negativa.»
Intervenni io.

«wow»
disse semplicemente il bicolore, mentre il corvino mi guardo sorridendo.
Mio padre fece un passo indietro, andando a sbattere contro un muro.
«Sapete una cosa? vaffanculo, andatevene tutti a fanculo, via...andate via e non tornate.»
Akaashi rilassò le spalle.
«Perfetto, non ho più il dovere di servirla allora, Ai, Kou preparate le valige, io mi occupo dell'alloggio. Ce ne andiamo.»
Disse infine, prima di sparire dietro una porta, lasciando l'uomo a riflettere.

Mi diressi verso la mia camera, presi delle borse e ci misi tutto il necessario, libri di scuola, vestiti, affetti personali... non volevo mai più entrare in quella casa.

Akaashi's POV

Ho perso il controllo.
Fa paura.
Non voglio perdere il controllo.
È brutto.
Non mi piace non sapere tutto, non avere le cose sotto controllo.

Non avevo molto di mio, presi solo qualche vestito e lo spazzolino, in fondo non mi serviva altro.
Uscii dalla mia stanza, per andare a cercare conforto in quella accanto.
Bussai.
La porta si aprì lentamente, ma appena scoperto chi fosse il visitatore un caldo abbraccio prese il sopravvento, e ad inondare le mie narici era il profumo di Bokuto, il profumo di casa.

«Ti sei fatto valere prima»
Disse lui.
«No, ho perso il controllo, è diverso, non va bene, non deve succedere.»
Mi giustificai.
«E perché non deve succedere? che c'è di male? tutti hanno dei momenti no, o sbaglio? La pazienza ha sempre un limite e tu, per una volta, lo hai raggiunto.»
Non aggiunsi neanche una parola, mi limitai a farmi piccolo fra le sue braccia, a sentirmi protetto, in un luogo dove nessuno può vedermi e i miei sfoghi non hanno un peso sul mondo esterno.

Dusk -BokuakaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora