Cap.8

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Era arrivato l'ultimo giorno di permanenza ad Erebor, ma gli elfi non sarebbero partiti da soli, Thorin e gli altri sarebbero andati con loro, per partecipare all'incoronazione di Aranel, dato che Thranduil aveva rivelato davanti tutti che avrebbe reso tingilindë la regina degli elfi Silvani, tutti esultarono, compreso Legolas, che era molto vicino ad Isil, la dama di Aranel. Quella sera stessa il re non le aveva dato pace, come ogni notte da quando si erano uniti per la prima volta, e per i due era sempre come la prima, se non più forte. Era appena l'alba quando ella si risvegliò con il sorriso sulle labbra e il viso sul petto ampio, candido, muscoloso e liscio di colui che sarebbe diventato il suo consorte, dato che era già il suo re. Si sollevò su di lui baciandogli lentamente il collo risalendo sulla sua mascella.

-Non ti sembra presto, mia amata, per svegliarsi e per svegliare anche me?

Sorrise contro la pelle di Thranduil, avvertendo il sorriso anche nella voce del suo sovrano, ma non fece in tempo a rispondere, perché egli l'afferrò per i fianchi portandola sotto di se inchiodandola con il suo corpo possente, sorrise prima di chinarsi su di lei per baciarla con ardore posandole una mano sulla guancia e l'altra sul fianco che strinse immediatamente per portarla più contro il petto prima di scendere con la mano sulla coscia scoprendogliela dal lenzuolo e sollevandogliela contro il suo stesso fianco.

-mmh, sire, sarete stanco e non vorrei che...

La frase venne interrotta da un piccolo urlo che fuoriuscì dalle sue labbra quando egli le morse giocosamente la parte superiore del seno sinistro.

-Siete sleale mio sire...e anche distratto!

Ella invertì le posizioni inchiodandolo contro il materasso passando lentamente la mano destra, quella che portava nobilmente Narya, sul petto candido e scolpito dell'elfo sovrano, ma nonostante la posizione e la situazione, ella non gli diede soddisfazione.

-Tra poche ore torneremo a bosco atro, a palazzo, quindi, riposate.

Lo baciò a stampo prendendogli il mento fra le dita prima di scivolare via da sotto di lui e prese una leggera vestaglia con cui si avvolse leggiadramente il corpo sotto allo sguardo del re, che non l'abbandonava nemmeno per un secondo, si avvicinò a lui baciandolo lentamente, lo sentì ricambiare inspirando profondamente dal naso mentre le portava una mano sulla guancia, che poi andò a finire fra i capelli scuri della ragazza. Ma ella si sollevò, con un sorriso fra le labbra, un sorriso divertito che fece ricadere all'indietro il re che emise uno sbuffo e, sommariamente, anche lui era divertito dalla testardaggine della giovane. Dei candidi fiori erano stati disposti ovunque, essi emanavano un dolce profumo, che sapeva di primavera, il palazzo era stato agghindato a festa ed una moltitudine di persone vagava fra i suddetti corridoi emanando ilarità, le sale erano state rimesse a nuovo e un'immensa fonte di luce solare che rendeva tutto più..vivo, illuminava la sala del trono, ove adesso vi erano due troni messi perfettamente l'uno accanto all'altro, essi erano fatti in quercia rossa, della medesima altezza, vi erano incise delle ballate, così che i sovrani potessero riconoscere quale appartenesse loro, per il sommo sovrano, vi erano narrate tutte le eroiche avventure da lui compite, che riempivano d'orgoglio il popolo Silvano, ma ciò per cui i sudditi andavano in visibilio e ne parlavano con somma fierezza e orgoglio, era colei, che di lì a poco, avrebbe sposato il loro sovrano, il re Thranduil. Una giovane donna, dai lunghi capelli neri come ali di corvo, era comodamente adagiata contro l'arco che dava sull'immensa balconata che mostrava uno degli scorci più di quello che sarebbe diventato il suo regno, una candida veste da notte, cadeva sinuoso sul corpo della giovane, che con aria rilassata, scrutava il tramonto, Narya risplendeva al suo dito con la bellezza di mille soli, la luce della donna, non era da meno, la seconda stella più luminosa fra tutti gli elfi Noldor, l'orgoglio della sua razza insieme alla cugina Arwen. Due forti braccia avvolsero la stretta vita della donna, le cui labbra si incurvarono in un dolce sorriso mentre le delicate mani andavano ad adagiarsi su quelle grandi e forti del suo re, egli occludeva al sole la vista del suo viso, dato che esso era affondato fra le lunghe fronde nere della donna e le stava depositando delicati baci sul candido collo dell'elfa. La giovane si scostò gentilmente dall'amato e si voltò nella sua direzione adagiando gli zaffirini occhi sulla possente figura slanciata con lunghi capelli biondi che rappresentava il suo sovrano nella più dolce e passionale delle visioni. Egli era interamente nudo, solo una leggera vestaglia occludeva la vista delle regali grazie alla futura sovrana di Bosco Atro.

- Mio re, la scorsa notte avete già infranto la regola dello starmi lontano la notte prima delle nozze, ora vorreste per caso vedermi mentre mi vesto? Beh, mio amato, questo sarà il primo no della nostra lunga relazione.

Ella rise, una risata melodiosa, come lo scorrere docile di un fiume su delle pietre arrotondate e levigate dallo stesso liquido, che però poteva dirsi sempre lo stesso, come l'uomo che non potrà mai bagnarsi nelle stesse acque, nonostante il fiume sia lo stesso. L'uomo, che era placidamente adagiato ove stava prima la donna, sorrideva incantato dalla bellezza e dal suono che quella creatura celestiale possedeva, egli non avrebbe mai pensato che una tale gioia, una tale fortuna, avrebbe mai potuto colpirlo, non una seconda volta almeno.

- Mi addolorate mia regina, pensavo di poter assistere alla vestizione per poi svestirvi nuovamente, ma non mi resta che prostrarmi alla mia amata e acconsentire, dato che fra qualche ora diverrete solo mia, da oggi sino all'eternità.

La giovane sorrise, un sorriso talmente radioso che parve brillare più della luce che ella stessa emanava. Lo vide andar via e la sua assenza era cocente, non importava che fossero nello stesso castello e che da lì a poco lo avrebbe sposato, voleva averlo accanto perché con egli si sentiva al sicuro, nessun luogo, nessun essere le avevano mai suscitato tali sensazioni come lui. Le ancelle entrarono qualche minuto dopo, forse avevano atteso con imbarazzo che il loro re lasciasse le stanze della loro signora. Avanzava per il lungo salone adornato di candidi gigli che avvolgevano le colonne e le sedute inondando l'aria del loro delizioso odore, la sottile vita era perfettamente fasciata dalla seta bianca, che si scioglieva morbidamente sui fianchi sino ad allargarsi definitivamente verso metà coscia, sotto al seno aveva una fascia, sempre di seta, adornata di finissimi e delicati diamanti dalla luce pura ed incantevole, gentilmente donati da Thorin, anche se prima appartenevano al suo futuro sposo, gli stessi diamanti erano stati riportati nel gioiello che le ancelle utilizzarono per acconciarle i capelli una parte era stata sollevata, mentre l'altra era stata lasciata giù in dei morbidi boccoli. I musicisti elfici presero a suonare la loro dolce melodia mentre la mora incideva verso il suo re e colui che avrebbe celebrato il loro matrimonio, la giovane si guardò intorno sorridendo soprattutto alla vista della sua famiglia, dei nani e del piccolo Bilbo, le persone più importanti per lei erano lì per celebrare il giorno più bello della sua vita e niente poteva rovinarlo.

Una mattina, sessant'uno anni dopo gli eventi della montagna solitaria e del suo matrimonio, la regina di Bosco Atro si svegliò con un dolce sorriso sulle labbra alla ricerca del marito, ma lui si era già alzato per andare a caccia con le sue guardie dato che Legolas era voluto partire per intraprendere un viaggio per se stesso. Gli occhi blu zaffiro della donna si aprirono mentre il sole illuminava il suo nido, ma quando fece per alarsi una visione invase la sua mente senza accorgersi di Narya che si era illuminato come una piccola stella. Il corpo di ella ricadde all'indietro mentre immagini strazianti le invadevano la mente, una guerra..l'oscuro signore si era risvegliato e avrebbe riportato la sua oscura e densa ombra di morte e devastazione sulla terra di mezzo, un urlo fuoriuscì dal suo corpo avvertendo il dolore attraverso quella visione e successivamente perse i sensi stremata da ciò che aveva appena vissuto.

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