Non ne conosceva precisamente la ragione, ma una serie di immagini e rumori iniziarono a tempestarle i pensieri. La polvere svolazzante nell'aria, l'odore di gomma bruciata, le linee bianche sugli sterrati.
Di piloti non ne aveva mai conosciuti prima di quel momento e gli unici nomi che le balzarono in mente furono quelli che ricordava il padre ripeteva sempre di domenica dopo pranzo, steso sul lungo divano bianco di casa, nel esultare per la vittoria del suo gareggiante preferito.
Spesso e volentieri l'amore era più per la scuderia di appartenenza dell'auto piuttosto che per il suo conducente.«Un pilota?» Quindi biascicò imbarazzata, senza scollare gli occhi dalla morsa nella quali erano incastrati da ormai sei minuti abbondanti. Il rumore dei braccialetti che le ornavano i polsi iniziò a farsi sempre più insistente sotto i suoi movimenti dettati dall'ansia della rivelazione.
Non che fosse arrabbiata per tutta la messa in scena che le era stata profilata fino a pochi istanti prima - d'altronde era consapevole di aver mentito lei stessa in prima persona per difendere alcune informazioni strettamente personali: semplicemente nella sua mente si faceva largo un senso di inquietudine non indifferente che, come se non bastasse, permetteva alle parole di sfiducia di Harry, utilizzate in quei giorni per commentare tutta la vicenda, di sbocciare come fiori in primavera.«Eh...» Sospirò il ragazzo portando la mano a strofinarsi il mento.
Dopo aver riflettuto sulle parole che le erano state confessate, abbozzò un sorriso - facilmente definibile come non puramente convinto - e incitò Liam, con un cenno del capo, a prendere nuovamente posto al suo fianco.
Il ragazzo si sentì costretto ad accettare seppur con il rimpianto e la paura di aver rovinato quello che si era creato tra loro fino a quel momento di forti confessioni.
La forza del suo peso sbilanciò l'auto sul suo versante per i pochi attimi che impiegò a riappropriarsi della sua posizione.«Non capisco perché tu non me l'abbia detto prima però.»
Liam la guardò speranzoso di scorgere comprensione tra quegli occhi castani nocciola che lo fissavano e continuò «Non sapevo come l'avresti presa.»
«Come l'avrei dovuta prendere?» Aggrottò le sopracciglia ad ali di gabbiano naturalmente definite «non è la più frequente, ma rimane una professione come un'altra.»
Ellie scosse il capo a simboleggiare la sua indifferenza al riguardo: «Mi delude l'idea che tu permetta a qualcuno come me, conosciuto da così poco, di sentenziare circa le tue scelte personali.»«Non pensavo avresti sentenziato.»
«Dì la verità. Non me l'hai detto per non farmi innamorare.»
«Mi hai scoperto.»
Liam fece silenzio soffermandosi sui lenti movimenti che le labbra rosee di Ellen compievano nel tentativo di trovare un accordo a tutta quella situazione, non riuscendo, in quel momento, a spiegare quanti problemi gli avesse dato nel tempo quella che per lei risultava essere una professione come un'altra. I ricci spettinati le contornavano il viso e improvvisamente l'imbarazzo di Liam trovò nuove ragioni per emergere.
«Però non farlo più.» Allungò la sua mano affusolata in direzione di quella nera e tatuata del ragazzo. «Mi piacciono pochi tipi di bugie.»
Le loro dita si intrecciarono come era successo molte volte negli attimi che avevano caratterizzato il loro primo appuntamento. Le carezze morbide che le loro mani si stavano reciprocamente dedicando meritavano di essere osservate oltre che vissute: per l'appunto, nessuno dei due sembrava riuscirsi a distrarre da quella morsa e da quegli incastri.
Preso il coraggio di mettere fine all'incontro che avrebbe voluto non terminasse mai, Liam pronunciò un convinto e sicuro: «Tipo quelle che riguardano il tuo nome?»
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Atlante [LP - HS - NH] 💌
FanfictionChe ne sapete di macchine e motori? Ellen nulla, ma qualcun altro, invece, potrebbe darvi tutte le risposte di cui avete bisogno. Le loro vite si incastreranno indissolubilmente e senza tregua. Questo basterà ad Ellen perché possa finalmente essere...