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La pelle calda di Myriam profumava le lenzuola scure del letto matrimoniale nella camera di Harry, al quale lei era fin troppo abituata.
Le dita lunghe del ragazzo le solleticavano la schiena seguendo il percorso tracciato dalle sue vertebre, provocandole dei brividi e la formazione di una leggera pelle d'oca.
I loro corpi nudi a contatto e le differenti sfumature del loro incarnato facevano sì che i tatuaggi scuri che marchiavano la pelle del ragazzo si scontrassero con la pelle chiara e immacolata di Myriam, ancora in balia del suo tocco magico.

«Saputo niente di Ellen?» Brontolò la ragazza tentando di concentrarsi seppur con difficoltà data l'abilità del riccio nel farla rilassare.
Harry non si pronunciò, rispondendo unicamente con un segno negativo del capo.
«Non sei preoccupato?» continuò senza trovare pace «L'abbiamo lasciata lì, sola.»

«É stata lei che ci ha detto di andare. Ma poi non faccio il babysitter. Ha 23 anniSi difese continuando il movimento che stava recando tanto sollievo alla sua ragazza, la quale - però - non sembrava godersi il momento data la preoccupazione e l'ansia che sembravano essere sorte solo dopo quel momento di forte passione. Quasi come dei sensi di colpa postumi.

«E noi ci siamo fidati, senza assicurarci che fosse tutto a posto...» Myriam si scostò dal tocco del fidanzato per poi alzarsi a mezzo busto con le sole lenzuola a coprirle il seno «Anzi... siamo venuti qui e non abbiamo pensato ad altro che a noi.»

«In realtà, io sto ancora pensando... moltoFarneticò alzandosi dalla sua posizione per avvicinarsi a Myriam ed incastrare il viso tra i suoi capelli all'altezza del collo chiudendo gli occhi per perdersi nell'odore della sua pelle sudata, per poi continuare «Sto riflettendo a fondo su di te e sul tuo...» concluse sminuendo l'ansia che stava contraddistinguendo le parole della ragazza accanto a lui, tentando di infilare le sue forti mani sotto le lenzuola.

«Harry, cazzo. Mi senti? Sono preoccupataGli schiaffeggiò il braccio per poi alzarsi e raccogliere i vestiti scaraventati di qui e di lì per la stanza. Uno sbuffo fuoriuscì dalle labbra di quest'ultimo, il quale, vedendo scomparire il sostegno della ragazza alla quale era appoggiato, si lasciò cadere sulle lenzuola vuote ed ancora calde.

Myriam tentò di rivestirsi freneticamente, come se per contattare Ellie le fosse necessario indossare la maglietta. Una volta che sembrò essere apparentemente in ordine, a parte qualche ciuffo ribelle della sua capigliatura che non riusciva ancora a trovare pace dopo essere stato travolto dall'uragano Styles, prese in mano il suo cellulare confinato ai bordi della scrivania nera e inoltrò la fatidica chiamata.

Nessuna risposta seguì insieme ad un abbassamento della pressione della ragazza, la quale spalancò gli occhi al sentire "Risponde la segreteria telefonica del numero...".

A quel punto, quella sensazione di ansia iniziò ad includere anche Harry, il quale, però, non reputò essenziale coprire le parti del suo corpo lasciate scoperte prima di intervenire con un'ulteriore chiamata partita questa volta dal suo cellulare.

All'ennesima mancata risposta, e dopo aver calcolato che il film sarebbe dovuto esser terminato già da un'ora e mezza, i due si scambiarono sguardi di puro panico, temendo che qualcosa non fosse andata come da programma.

A rassicurare i loro animi doppiamente in pena - dato che Elise si era addormentata con la sicurezza che la figlia si trovasse a cena da un'amica e che poi sarebbe rimasta lì, come confermatole da Harry - intervenne il rumore di chiusura della porta d'ingresso e la voce di Ellie che pronunciò un sonoro «Sono a casa!» come fossero state le undici del mattino.

A rassicurare i loro animi doppiamente in pena - dato che Elise si era addormentata con la sicurezza che la figlia si trovasse a cena da un'amica e che poi sarebbe rimasta lì, come confermatole da Harry - intervenne il rumore di chiusura della por...

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