"𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒊 𝒖𝒏 𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒐 𝒇𝒂𝒓𝒇𝒂𝒍𝒍𝒊𝒐 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒐𝒎𝒂𝒄𝒐"

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~Giorgio's pov~
Premetti nel centro del display, il video partì subito e diedi la mia totale attenzione alle immagini che si susseguivano nello schermo.
Era un video edit, tante immagini che scorrevano con effetti diversi, in ogni immagine c'era una donna, sui 20 anni, in alcune immagini aveva un bambino piccolo in braccio, indossava abiti vecchi ma eleganti. Non c'era alcun suono in sottofondo ma le immagini facevano comunque effetto, erano alcune colorate e altre in bianco e nero dando l'impressione di essere vecchie foto.
Guardai il video completo facendo attenzione ad ogni dettaglio.
Iniziò poi un breve video: la donna chiamava il nome "Giorgio" dicendo frasi come "bravissimo!" "Dai, vieni qua" "quanto impari in fretta!". La donna era accucciata e guardava accanto alla camera fin quando arrivò un bambino molto simile a Giorgio che camminava come ogni bambino che stava facendo i suoi primi passi. Arrivò dalla donna e si lasciò cadere nelle sue braccia, lei lo complimentó ma lui si mise a piangere dopo che la donna lo lasciò e cadde per terra. La ragazza allora lo prese in braccio e spense il video.
Ero molto confuso, avevo un sacco di domande in testa a cui non sapevo dare neanche una risposta, era un vortice di dubbi, ipotesi poco plausibili e confusione: "perché quel bambino mi assomigliava così tanto?" "Chi era quella donna?" "Perché ho questo video nella galleria?"
Avevo un sacco di domande e nessuna risposta.
Appoggiai la testa sul cuscino coprendomi con la coperta a quadrati grigi e blu.
Appoggiai il telefono sul mobile accanto al letto e mi addormentai dubbioso su ciò che avevo appena visto.

~IL GIORNO DOPO~
(Il giorno prima della gara di pattinaggio, quindi Martedì)
Aprii gli occhi con fatica disturbato dall'irritante suono della sveglia che segnava il momento di prepararsi per andare a fare altre 5 ore di lezione.
Mi alzai, andai davanti all'armadio guardando il mucchio di vestiti che possedevo con uno sguardo assonnato e perso.
Mi strofinai gli occhi, sbadigliai stirando le braccia in alto sulla testa.
Riposi il mio sguardo sui vestiti e presi dei jeans classici, una maglia a maniche corte bianca e un maglioncino grigio da mettere sopra.
Mentre mi vestivo ero perso nel pensare alla donna del video, mi sforzai per tentare di ricordare quella donna ma nulla mi venne in mente, vuoto totale, non avevo la minima idea di chi potesse essere eppure sentivo che una parte della mia mente completamente vuota era allo stesso tempo piena di ricordi che non riuscivo a ricordare.
"proverò a chiedere a Lyon".
Presi il telefono staccandolo dalla carica, misi in spalla lo zaino dopo averlo riempito con i libri che sarebbero serviti oggi e sbadigliando altre 3 volte, infondo erano solo le 5:40, scesi le scale rischiando di cadere un paio di volte.
Appena arrivai in cucina vidi Anna intenta a pulire i fornelli, mi sorpresi nel vedere Anna così sveglia alle 5 di mattina ma non ci diedi troppo peso.
"Buongiorno Anna, dormito bene?"
"Giorno, sisi tutto bene tranne per Lyon che russava come un maiale hahah te?"
"...bene dai"
"Qualcosa non va?"
Bevetti un sorso di succo dal bicchiere che mi ero appena riempito. Succo alla pesca, il mio preferito.
Presi poi un biscotto dal contenitore nella mensola alle mie spalle e risposi.
"No, è solo che...ieri ho trovato un video nella galleria e..non so... è strano, non conosco la persona nel video.."
"Mmm, ne riparliamo quando torni oggi ok? Ora vai che sennò perdi il bus"
"Certo MaMmA" dissi l'ultima parola con tono scherzoso e palesemente ironico per prenderla un po' in giro in quanto il suo comportamento nei miei confronti era simile a quello di una madre con il figlio.
"Sono comunque più grande e matura di te!"
"Certo! Come dici tu" risposi dall'entrata con la bocca piena per il biscotto appena mangiato.
uscii di casa, prima che lei potesse controbattere, ancora divertito. Era strano come alle 5 di mattina avevo ancora le forze per ridere.

Dopo 5 minuti che camminavo, erano le 5:55, arrivai alla mia solita fermata da qualche giorno, o meglio, da ieri.
Al contrario delle mie aspettative, questa mattina, la fermata ospitava una decina di persone più grandi di me, mi sentivo a disagio per questo mi misi in disparte con gli auricolari.
Poco dopo arrivò il bus e salimmo tutti, loro si divisero, alcuni in fondo altri davanti, io invece mi misi nello stesso posto di sempre ovvero quello in centro bus nel lato della finestra.
Dalla mia playlist partí la mia canzone preferita: I kissed a boy.
Mi piace come canzone non solo per il ritmo e la voce intonata del cantante ma anche per il significato del testo che, per quanto poco mi rispecchi, adoro.
Mentre la ascoltavo a palla nelle orecchie, mentre il bus si dirigeva verso la fermata dove sarebbe poi salito Alex, mi immaginai la scena descritta dall'autore del testo, ovvero un ragazzo che ad una festa bacia uno sconosciuto sotto l'effetto dell'alcol. Immaginai di essere il ragazzo un po' troppo ubriaco e Alex l'altro che mi guardava stranito mentre lo baciavo, mi sembrava una storia più che perfetta ma poi tornai alla realtà quando il bus si fermò e arrossii subito nel vedere la figura di Alex seduta sulla panchina con appena il capo alzato dato l'arrivo del bus.
Ero rosso in viso ma me ne scordai appena vidi che il viso di Alex era più pallido del solito.
Mi scoprì a fissarlo così prese l'iniziativa e venne a sedersi accanto a me nel posto libero.
Appena si sedette lo fissai per un istante e il ricordo del mio non tanto lontano pensiero mi sopraffasse causandomi nuovamente un rossore sulle guance.
Ero molto agitato, trattenevo il respiro rilasciandolo quando sentivo di aver esaurito l'aria, Alex mi parlava ma non riuscivo ad ascoltarlo, l'immagine di me e lui che ci baciavano tornava sempre nella mia mente ma poi, maledicendomi mentalmente mi calami urlando a me stesso la solita frase "Io non sono gay!"
Alex mi guardò stranito quando tirai un sospiro di sollievo urlando poi nel mio orecchio richiamando la mia attenzione. Lo guardai e mi scusai sinceramente dispiaciuto, mi giustificai dicendo di essermi perso nei miei pensieri.
"Cos'è che ti turba?" Mi chiese ma io non risposi, mi concentrai su di lui ignorando qualsiasi domanda mi poneva.
Oggi sembrava diverso, più...triste, allora gli chiesi la stessa cosa "cos'è che ti turba?" Lui distolse lo sguardo abbassandolo di poco, io capii che doveva essere successo qualcosa così misi in tasca cuffie e telefono, mi girai verso di lui e lo fissai, lui mi guardò dritto negli occhi e vidi alcune lacrime solcargli il viso. La preoccupazione mi pervase all'istante e senza pensarci due volte gli accarezzai il viso asciugandogli le lacrime con i pollici, lui mi guardò stranito ma riconoscente e restammo così, a parlare solo con gli sguardi, eravamo immobili a fissarci negli occhi ma sentivo come di star portando avanti un'intera conversazione con lui, ci conoscevamo da poco però mi sembrava di conoscerlo da una vita.
Il bus si fermò davanti alla scuola, lui mi prese il polso, stringendo ad ogni passo di più causandomi un evidente rossore e non poco dolore, trascinandomi poi giù dall'autobus, vidi un'altra lacrima uscire dai suoi occhi spenti e lo seguii senza esitare.

Eravamo in un angolo della scuola, nessuna copertura o parete che ci separava dagli altri ma erano abbastanza lontani da non poterci mettere a fuoco.
Lui sapeva che volevo spiegazioni così mi fissò, io lo guardai con sguardo incuriosito e lui iniziò a parlare.
"Non so bene come dirlo, è difficile ma lo farò, senza girarci troppo attorno, ieri, l'ospedale mi chiamò, mio fratello è passato a miglior vita.. " Rimasi sconvolto da quell'affermazione, mi dispiaceva così tanto ma sapevo bene che se una persona sta male, le parole "mi dispiace" sono le ultime che vuole sentirsi dire.
Mi avvicinai appoggiandogli una mano sulla guancia, sentii un leggero farfallio (spero che sta parola esista, nel caso l'ho inventata io e s'intende le farfalle nello stomaco) nello stomaco a cui non diedi importanza, asciugai le lacrime dal suo viso, aveva la pelle molto soffice, quasi di cotone, lui mi guardò con occhi persi e poi scoppiò di nuovo a piangere, vidi che le sue gambe stavano cedendo e preso dal panico non sapendo bene cosa fare lo afferrai prima che crollasse e mi sedetti per terra facendogli appoggiare la testa sulle gambe, lo lasciai piangere accarezzandogli la testa e sussurandogli all'orecchio frasi tipo "tranquillo, va tutto bene" oppure "non agitarti, ci sono io qua" dopo un po' smise di piangere ma non si muoveva, non si era addormentato ma era scioccato. Si alzò di scatto lasciandomi sorpreso, mi guardò negli occhi, mi chiese scusa e corse dentro la scuola lasciandomi perplesso. Sentii poi la campanella suonare e corsi anch'io in classe sperando di avere il tempo di riflettere su cos'era appena successo.

~3 ORE DOPO~
Sentii il suono che, seppur fastidioso, aspettavo da ormai 3 ore, dopo latino greco e geostoria la mia mente era piena di impronunciabili parole e difficili concetti.
La classe uscì di corsa, io come sempre me la presi con calma, misi nello zaino i libri, presi i soldi e mi diressi alle macchinette.
Mentre prendevo le mia patatine con una bottiglia d'acqua ripensai allo strano comportamento di Alex, perché se n'è andato così velocemente? Mi abbassai per prendere la bottiglia d'acqua, perché mi ha guardato così? Misi la monetina prementi il numero 3 scegliendo le patatine dalla macchinetta, perché non mi ha dato il tempo di seguirlo? Presi le patatine, scossi la testa vedendo quando lento ero e la fila di studenti che aspettava.
Percorsi il corridoio fino ad arrivare alla porta d'ingresso e pensai che un posto dove avrei potuto trovarlo era il muretto dove avevo conosciuto anche Strecatto.
Mi diressi li ma trovai solo Stre e Cico abbracciati con la schiena appoggiata al muretto mentre mangiavamo una pastina un morso ciascuno con Cico che puliva le briciole dal viso di Stre con dei dolci baci agli angoli della bocca.
Decisi di lasciarli da soli e pensai ad un posto dove Alex sarebbe potuto essere, nei bagni non penso, è banale e durante l'intervallo ci va un sacco di gente, se volesse stare da solo andrebbe in un posto nascosto come....come..il posto di stamattina!
Feci una piccola corsetta per arrivare in quell'angolo oscuro della scuola e come previsto lo trovai li, accovacciato da solo a mangiare delle patatine e bere un po' di Coca-Cola.
Mi avvicinai silenzioso, mi aveva visto ma non parlava, mi sedetti accanto a lui bevendo un sorso di Coca-Cola dalla sua bottiglia sotto il suo sguardo stranito e imbarazzato.
Mi guardava di sott'occhio e io lo guardavo pretendendo risposte, lui capì, sbuffò e abbassò lo sguardo iniziando poi a parlare, volevo davvero sapere perché si è comportato così e sono sicuro non era affatto per suo fratello.

~ANGOLO ME~
Ecco un altro capitolo, è un po' più classico ma spero vi piaccia, ci ho lavorato diversi giorni ogni volta cambiando qualcosa, specialmente nella seconda parte, ma finalmente l'ho finito e posso dire di essere soddisfatta. Bhe, che dire, grazie per aver letto<3

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