𝑷𝒐𝒕𝒓𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒇𝒂𝒓𝒍𝒐 𝒂𝒔𝒔𝒊𝒆𝒎𝒆

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«potresti restare da me, vivo da solo, un po' di compagnia non mi dispiacerebbe»

Quando Alex aveva bussato alla porta di Ettore, per chiedere a Giorgio un giro in centro, come faceva ormai ogni giorno da una settimana prima dei suoi allenamenti, non si aspettava di trovarlo con una aria estremamente affranta e delle lacrime a contornare gli occhi che erano state nascoste nel peggiore dei modi.

E Giorgio si era affrettato a giustificare il suo stato d'animo con un frettoloso «mi serve un posto dove stare fino a Gennaio e non so a chi chiedere» con aggiunta di parole sconnesse e imprecazioni quasi inudibili che vennero bruscamente interrotte dalle parole di Alex quando si era proposto di ospitarlo da lui.

Giorgio si era fermato a pensare: aveva rifiutato Stefano e Mario, Jeryck e Piace perché essendo più grandi e avendoci parlato davvero poche volte non se la sentiva di chiedere a loro.
Era sicuro che si sarebbero formate quelle strane situazioni imbarazzanti dove nessuno sapeva cosa dire e ci si guardava negli occhi in cerca di qualcosa da dire per poi scappare dalla stanza.

E avrebbe dovuto rifiutare Alex per lo stesso motivo.
Alex rispecchiava tutte le motivazioni precedenti per poter gentilmente rifiutare la sua offerta, ma, Giorgio voleva accettare, non sapeva bene perché, aveva rifiutato tutti gli altri perché li conosceva poco e adesso voleva accettare di stare da Alex.
Si convinse che con lui era tutto diverso, e infatti lo era, perché aveva già risposto la sua fiducia su Alex, si era già mostrato debole e indifeso, e aveva una fottuta voglia di passare quanto più tempo possibile assieme a lui.

Così, con una malcelata felicità annuì alla sua proposta e urlando ad Anna che sarebbe uscito con Alex, prese il giubotto dall'attaccapanni posto dietro la porta, controllò di avere le chiavi di casa e il telefono carico nelle tasche e uscì iniziando a camminare lentamente accanto ad Alex.

"Allora, che facciamo oggi?"
Chiese Alex tentando di nascondere il lieve rossore che la vicinanza di Giorgio gli provocava.
Ed era stupido, si sentiva stupido.
Arrossire solo stando accanto ad una persona non era mai entrato nei piani di Alex quando, da piccolo, pensava al suo futuro.
Si immaginava come l'idolo dei bambini, il salvatore di vite, quale desiderava ancora diventare, e il ragazzo che combatte le fiamme e le vince.

Non un ragazzo di quasi vent'anni che appena sente la voce di Giorgio perde un battito e automaticamente trattiene il respiro per evitare di dire qualche cavolata in sua presenta.

Non un ragazzo che si perde ad ammirare la luce negli occhi che nessuno a parte lui riesce a vedere.

Non un ragazzo che, ormai l'aveva capito, era innamorato perso del ragazzo timido e gentile a cui aveva salvato la vita e che era entrato nella sua senza un minimo di preavviso.

"Tu hai organizzato l'uscita, tu dovresti saperlo" lo riprese Giorgio facendo una finta smorfia contrariata, ma che lasciava comunque vedere il sorriso divertito che tentava con tutto se stesso di coprire.

Alex abbassò la testa con fare colpevole per poi scoppiare a ridere perché, davvero, non c'è la faceva a prendere Giorgio sul serio, e la faccia che stava facendo in quel momento palesemente offesa dalla presa in giro di Alex, lo faceva ridere ancora di più.

"Possiamo andare in un bar a rilassarci, magari per sta volta invitiamo anche Cico e Stre, è di suo gradimento questo piano per oggi, maestà?" Disse ridacchiando per poi sbattere più volte e velocemente le palpebre, facendo ridere il più piccolo.

"Certo, andiamo stupido"

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"Come sono andati gli allenamenti Cico? Tra due giorni ci sono le selezioni"
Cico scemò il sorriso che aveva sul volto e tutti e 3 si accorsero di questo suo cambiamento d'umore, infatti poggiarono le loro tazze fumanti di thè caldo e cioccolate.

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