𝑰𝒍 𝒄𝒂𝒐𝒔

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Erano passate ormai 3 settimane da quella sera.
Alex ne era rimasto più turbato di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare.
Quel semplice gesto lo aveva mandato in tilt.

«non è stato nulla di importante» pensava.

«probabilmente non se lo ricorda nemmeno, perché insisto tanto» si ripeteva.

«devo solo scordarmene e tornerà tutto come prima» si convinceva.

Eppure nessuno di questi patetici tentativi riusciva a liberargli la mente da ciò che per lui sembrava essere la sua condanna.
Si ripeteva che era una cosa stupida, che non poteva rovinarsi la carriera per un evento tanto inutile.
Ma ogni volta che chiudeva gli occhi tornava a quel momento, alle strane sensazioni che ha provato, agli intrecci che aveva sentito nello stomaco e ai battiti mancati del suo cuore.
Si sentiva il respiro pesante e per tornare alla realtà gli ci voleva tutta la forza di volontà che possedeva.
Il fatto è che Alex non capiva perché Giorgio l'aveva baciato, si ripeteva fosse colpa dell'alcool, si ripeteva fosse colpa sua per aver provocato il più piccolo, si ripeteva che anche lui era un po' brillo e non ci aveva pensato, ma erano tutte scuse perché in quel momento lo volevano entrambi, ma quanto era sbagliato!
Alex, che non ha mai provato attrazione per nessuno che non fosse una donna, ora si sentiva a pezzi, perché ogni sua realtà era stata spazzata via dalla consapevolezza che quel bacio, con un ragazzo, gli era piaciuto.
Ma ancora, come poteva venire accettato dai suoi genitori che hanno sempre rifiutato ogni genere di collegamento alla comunità LGBT+, si ritrovava a pensare che forse suo fratello lo avrebbe accettato, si ricordava che lui non c'era più perché Alex non era stato in grado di perdonarlo, ma si diceva anche che la sua morte non poteva essere colpa sua, non era stato lui a farlo ubriacare.

Si ritrovava chiuso in camera sua accovacciato sul letto ogni notte, mentre sempre la stessa corrente di pensieri scorreva ininterrotta. Qualche lacrima lasciava i suoi occhi e si sentiva così patetico.
Un ventenne che piange per un bacio, nessuno fuori dalla sua testa avrebbe mai capito quanto, per lui, fosse spaventoso dover accettare la sua natura, dover accettare di essere odiato dai genitori e cacciato dalla famiglia.
Aveva paura, tanta paura, un ragazzo che sfida le fiamme spaventato dall'amore e dall'essere gay.

Aveva tentato così tanto di eliminare il ricordo.
Ignorava Giorgio da giorni, usciva spesso di casa per non incrociarlo, credeva che se se lo fosse trovato davanti non avrebbe saputo trattenere le lacrime.
Le parole che si scambiavano durante la settimana erano poche e mai frasi intere, Alex rifiutava qualsiasi uscita di gruppo se c'era anche Giorgio e si sentiva così stupido.
Perché Giorgio non aveva colpe, non poteva ignorare la cosa e prendersela con lui, ma in quel momento gli sembrava la persona perfetta da incolpare, perché se non fosse stato per lui adesso Alex non starebbe avendo problemi ad accettarsi e ad accettare le conseguenze.
Si era chiesto se c'era modo di cambiare perché, anche se prima aveva già dei dubbi a proposito, quelli erano infondati, non aveva motivazioni che potessero portarlo alla convinzione della sua omosessualità.
Ora le motivazioni erano più che fondate e valide.
L'attrazione verso Giorgio e il ricordo del bacio.
Prove più che sufficienti per ritenerlo colpevole.
Informazioni più che perfette per far pensare alla sua omosessualità.

Così dopo giorni di agonia aveva pensato di cercare su internet informazioni a riguardo, aveva scoperto tutte le altre sessualità esistenti, aveva guardato video di persone che facevano coming out alla propria famiglia che poi li accettava e rassicurava con frasi dolci e abbracci stretti.
Lui era bisessuale.
Così si chiamavano le persone attratte da entrambi i generi.
Ma Alex non adorava definirsi così.
Sentiva che quella definizione fosse sbagliata, per qualche motivo.

Comunque anche dopo questa scoperta non aveva trovato il coraggio di affrontare Giorgio e le sue domande.
Lo sentiva di sera piangere in salotto, o parlare disperato al telefono con quello che dovrebbe essere Ettore.
Aveva infatti sentito Cico e Stre parlare di come Giorgio si fosse fatto coraggio e avesse ammesso la sua omosessualità a Ettore e Anna.
Aveva quindi avuto la conferma, Giorgio era gay e si accettava, Alex poteva dire lo stesso? No.
Alex si sentiva una merda quando ogni notte si alzava per controllare Giorgio e lo trovava seduto per terra fuori dalla sua stanza, così lentamente lo riportava sul divano e lo lasciava dormire.

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