"𝒑𝒂𝒓𝒍𝒊𝒂𝒎𝒐"

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Giorgio stava impazzendo, decisamente.
Erano passati 3 giorni dalla scoperta di essersi, così prematuramente, innamorato di Alex e questo pensiero non aveva intenzione di lasciare la sua testa.

Aveva passato le giornate ad andare a scuola la mattina e studiare per interrogazioni e verifiche il pomeriggio, mentre Alex si allenava per le selezioni che stavano avvenendo in quel preciso istante.

Ma ogni volta che toccava libro iniziava a fare disegnini a caso sui bordi.
Cuori, stelle, cuori con stelle o acqua, acqua stelle e cuori certe volte scriveva 'Alessandro' in tutti i tipi di calligrafia che conosceva o si divertiva a colorare con l'evidenziatore lettere sul testo per formare sempre la stessa e unica parola "Alessandro".
Sembrava una bambina quando diceva di amare un suo compagno alle elementari.
Si perdeva a pensare a cosa avrebbero fatto se si fossero messi insieme, pensava a Alex che tornava dopo una corsa, pensava a Alex appena uscito dalla doccia, ad un Alex che si addormentava sul divano mentre guardavano un film, pensava a Alex quando si allenava a casa nella stanza apposta che lui aveva rinominato come "sala sport".
Giorgio glielo aveva detto che suonava malissimo come nome, ma non c'era modo di fargli cambiare idea e si inteneriva sempre quando Alex gli spiegava i tanti motivi per cui quel nome non era affatto idiota.

Infatti finiva sempre per non ascoltare niente della lezione, perdendo il sorriso quando realizzava che avrebbe dovuto studiarsi l'intero argomento da solo una volta tornato a casa, però tornava comunque a sorridere entusiasta appena arrivava l'intervallo e si trovava sul muretto del cortile della scuola con il suo piccolo, ma essenziale, gruppo di amici.

Da quando Stre gli aveva dato la forza di reagire a quelle sue paure, Giorgio, pensava costantemente ad un modo per dichiararsi: pensava a uscite romantiche o lettere d'amore.
Gli era anche venuto in mente di fare il disinvolto e dirglielo come se nulla fosse.
Insultandosi malamente subito dopo perché idea più stupida non l'aveva mai sentita.

Poi però, tornava al punto di partenza.
Aveva, difatti, accettato la sua omosessualità, ancora aveva paura del giudizio altrui, ma ci stava lavorando con Strecatto.
Mentre per la dichiarazione, ci pensava? sì, voleva dirglielo? Sì, ma poi la risposta al devo farlo adesso? era sempre e soltanto no.
Si era appena reso conto di essere attratto dagli uomini e di essere il completo bersaglio delle discriminazioni e della cattiveria che gira tranquilla nel suo stato senza qualcuno di potente che abbia il coraggio di parlare per tutelare la gente come Giorgio, da tutto ciò che un giorno sarebbe stata la loro morte, proprio non se la sentiva di affrettare le cose.

Ad ogni modo, la convivenza stava andando bene, Giorgio dormiva a casa di Alex da 3 giorni, si era trasferito da lui la sera stessa di quando si era proposto di ospitarlo.
Avevano deciso di comune accordo che Alex sarebbe rimasto nella sua stanza, come giusto che sia, mentre Giorgio avrebbe dormito sul divano letto.
Avevano diviso l'armadio in camera di Alex per fare spazio anche ai vestiti di Giorgio, dato che, a detta di Alex, «è troppo grande per tenere solo i miei vestiti».
Così ogni mattina si cambiavano Giorgio nel bagno, dopo essere passato a prendere i vestiti dalla camera, mentre Alex restava lì.

Una settimana prima Alex non avrebbe avuto problemi a cambiarsi davanti a Giorgio, ma da quando si era reso conto che la cotta nei suoi confronti era sproporzionatamente aumentata, non poteva neanche pensare di mostrarsi senza maglia davanti a Giorgio senza aver paura di un giudizio negativo, anche se a lui autostima non mancava, perché Alex spesso era stato criticato per il suo fisico, e spesso ci aveva fatto autoironia, ma mai aveva pensato che il suo corpo non fosse bello.

Quando Alex lavorava era Giorgio a cucinare, ma la sera era quasi sempre l'altro. C'era stato un pomeriggio in cui il maggiore non aveva lavoro, così erano andati a fare la spesa e poi si erano buttati sul divano a guardare qualsiasi film gli passasse davanti.
Essendo grande, il divano, si erano messi nei due lati opposti, ma avevano comunque finito per stare seduti uno accanto all'altro quando anche Cico e Stre li avevano raggiunti.
Non avevano passato molto tempo assieme, e la convivenza era durata davvero troppo poco per poter fare sì che Giorgio si facesse un'opinione generale sulla cosa; le possibilità erano due: o non era una cosa fattibile, perché convivere è difficile, ognuno ha bisogno dei suoi spazi; o filava tutto liscio e nessuno dei due aveva problemi a condividere la casa.
E in questo momento, Giorgio e Alex pensavano che tutto andava per il verso giusto.

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