- Fran.. - bisbigliai accendendo la luce - Fran, stai dormendo?
- Mmh. - mugugnò.
- Franz - lo strattonai per una spalla - FRANZ, SVEGLIATI!!
- E? - si mise a sedere di scatto - Cosa c'è? Cos'è successo? - domandò allarmato sgranando gli occhi.
- Nulla, nulla. - lo tranquillizzai accarezzandogli un braccio.
Per qualche minuto continuò a guardare circospetto la stanza degli ospiti, gentilmente offerta da Albus e Susan, in cui dormivamo, poi parve calmarsi.
- Perchè mi hai svegliato, allora? - chiese sdraiandosi e socchiudendo appena gli occhi.
Non sembrava irritato o arrabbiato, più che altro sembrava rassegnato.
- Beh.. Non riuscivo a dormire. - spiegai con un'alzata di spalle.
Certo, dovevo ammettere che non era una motivazione abbastanza valida per far prendere un colpo nel cuore della notte al mio migliore amico, ma era anche l'unica che avevo.
- E perchè? - mi guardò in attesa di una risposta.
- Beh, diciamo che il fatto che di un letto matrimoniale a due piazze tu ne occupi una e mezza, aiuta.. - gli sorrisi - Ma non è solo questo.
- Rose, tu sai che in un'altra situazione sarei rimasto in silenzio aspettando paziente il momento che ti decidessi a parlare, ma considerando che ora è notte fonda e che sono davvero molto stanco, ti prego di parlare in fretta e di non farti prendere dal panico come al solito.
Ok, aveva come sempre perfettamente ragione.
- Stavo pensando a domani. - dissi sperando che quelle quattro parole bastassero a mettere in chiaro tutto.
- Ah ah.
Ma evidentemente non era così e quindi continuai - E.. E credo di aver fatto male ad accettare. Insomma è.. E' assurdo.. Tu non trovi?
- E' assolutamente assurdo - confermò - Ma tu sei assurda, quindi dov'è il problema?
Evitai di soffocarlo con il cuscino, solo perchè l'idea di passare il resto dei miei giorni ad Azkaban non era certo la mia prerogativa di vita.
- Il problema è che dovrò passare la mattinata, se non tutta la giornata, insieme a Celine ed a quell'oca starnazzante della sorella. - illustrai brevemente.
- L'hai voluto tu, no?
Ma perchè l'avevo svegliato?!
- Si, ma..
- Ma cosa, Rose? - m'interruppe - Se non volevi farle da damigella d'onore, dovevi dirglielo immediatamente, e basta! Così come dovevi rifiutare l'invito al party, o così come dovevi tornare a Sheffield subito dopo aver saputo del matrimonio. Anche perchè è facile lamentarsi dopo e dire "ma", "si" e "però"..
Dannazione, aveva ancora ragione.
- Quindi non è il caso che io ti chieda di accompagnarmi, vero? - domanda decisamente stupida, ma per quel che ne valeva, dovevo per lo meno tentare.
- Già - rispose - Anche perchè non credo che tu voglia che il tuo fidanzato strappi le estescion alla dolce Stephanie, no?
- No, infatti. - acconsentii.
- Bene.
Spensi la luce - Scusami se ti ho accidentalmente svegliato. - borbottai girandomi dall'altra parte.
- Non c'è problema.
Mi avvolsi, per quel che potevo, meglio nel piumone.
- Buona notte.
- 'Notte.
Silenzio.
- Sei stufo di me? - sussurrai.
- Ahimè non potrò mai essere stufo di te. - sorrisi - Solo che mi chiedo se - si zittì un attimo - Dietro a tutto questo non ci sia dell'altro.
- Dell'altro?! - ripetei non capendo.
- Amore. - affermò semplicemente.
Non gli risposi.Non fu un problema presentarmi puntuale alle dieci davanti al negozio "Oggi Sposa", una banale ma ben riuscita imitazione della catena "Oggi Sposa" babbana.
Secondo quello che era l'accordo, o meglio secondo quello che avevano organizzato e deciso, dovevamo incontrarci esattamente in quel punto ed esattamente a quell'ora.
Quindi fui piuttosto stupita di non trovar nessuno al mio arrivo.
Avevo nuovamente frainteso qualcosa?
Riguardai il bigliettino da visita ed accertato che fosse realmente quello il negozio, decisi di entrare.
Fui sorpresa nel notare che fossi la sola presente in quel negozio, esclusa ovviamente la commessa che si affaccendava poco distante di me.
Ma Celine e Stephanie? Non che per la mia sopravvivenza fosse necessaria la loro presenza, anzi, ma fino a prova contraria il matrimonio era il suo.
Mi avvicinai all'unico essere umano in quel paradiso di chiffon e tulle.
- Ehm.. - cercai di attirare la sua attenzione, possibile che non avesse sentito il soave din del campanellino della porta?! - Mi scusi, si, salve. Io sarei qui per le prove di un matrimonio, cioè dell'abito. - mi corressi.
Si girò e dopo avermi squadrato per qualche secondo mi domandò - E' agitata, eh? Ma è normale sa.. Lo sono tutte! Lei dev'essere.. - aprì un enorme libro, l'agenda degli appuntamenti, canticchiando - Celine Wallace, giusto? Purtroppo la collega che l'ha seguita fino adesso si è ammalata, e quindi oggi non potrà essere qui con lei, ma non si preoccupi, sono felice di sostituirla e di fare finalmente la sua conoscenza Signorina Wallace!
Due cose erano certe: questa donna aveva una parlantina da fare invidia a quella di nonna Molly e sempre questa donna non aveva mai aperto una rivista o sfogliato la "Gazzetta del Profeta", come poteva confondermi con Celine Wallace?!
- No, lei non ha capito bene, io non sono..
- Lei non è? Suvvia signorina Wallace non sia sciocca! - m'interruppe - Non sa quante spose ho visto come lei, eh! Posso assicurarle che so perfettamente come si sente in questo momento, è molto confusa ed incerta sul domani, ma posso assicurarle anche che tutto andrà per il meglio! Quindi se non ha altri problemi, io direi di iniziare immediatamente e di non perdere più altro tempo. - disse spingendomi verso un'altra ala del negozio - Perchè si sa, il tempo è prezioso!
- No, lei realmente non ha capito.. - provai a protestare inutilmente prima di essere imprigionata in un camerino.
- Il suo abito è alla sua destra, lo indossi pure con calma, io sono qui che l'aspetto.
- Signora, senta io..
- INDOSSI L'ABITO O DOVRO' CHIAMARE I SUOI GENITORI!! - urlò da dietro la porta.
Oh si, i signori Wallace sarebbero stati davvero felici di dover accorrere per una ragazza che alla fine si sarebbe rivelata non essere loro figlia.
Cercai di aprire la serratura, ma non ci riuscii, Merlino.
- Non si aprirà finchè lei non avrà indossato il suo bellissimo abito da sposa! - m'informò la commessa dall'esterno.
Perfetto.
Appoggiai la fronte alla porta.
Sbuffai.
Ma esisteva la certezza che quello fosse davvero un negozio di abiti da sposa e non un luogo oscuro per torturare povere vittime innocenti?!
Rassegnata spostai lo sguardo verso il vestito, l'unica soluzione per uscire da qui era indossarlo..
Mi spogliai rimanendo in intimo e con le calze, poi con attenzione sfilai l'abito dalla custodia.
Sospirai.
Non era poi la cosa peggiore che avessi mai fatto, mi ritrovai a pensare appena le mie gambe toccarono la stoffa calda e soffice del vestito, anzi, era addirittura piacevole.
Quando, dopo diversi tentativi, finii di allacciare il corpetto sentii scattare la serratura.
Ah finalmente, ero libera.
La commessa si precipitò nel camerino e quando mi fui voltata, cinguettò - Ma lei è un incanto!! - avevo la strana sensazione che quella frase venisse usata fin troppo spesso in quelle circostanze e che quindi io non fossi davvero un incanto, ma non me ne importò poi più di tanto, per me era già una grande soddisfazione stare nell'abito di Celine Wallace senza averlo strappato.
- Certo - continuò con fare critico - E' decisamente troppo lungo, e qui dovrebbe essere più morbido, ma non è un problema. Prendo i miei ferri del mestiere - ridacchiò della sua battuta - Ed in men che non si dica, sarà perfetta! Lei mi aspetti pure lì - disse indicandomi un sgabellino - Io torno subito!
Arrancai verso la meta attenta a non cadere.
Non ero ancora riuscita a dire mezza parola, come pretendevo di poter rivelare la mia vera identità?!
La cosa peggiore era che tra poco avrebbe modificato l'abito di Celine secondo le forme del mio corpo.
Beh, ma se in men che non si dica avrebbe fatto questo, in men che non si dica potrà ri-modificarlo secondo la vera sposa, no?
Salii sullo sgabellino traballante e non potei fare a meno di riflettermi in uno dei tantissimi specchi che mi circondavano.
Tutto sommato, dovevo ammettere che non stavo poi così male, e che un giorno forse anch'io ne avrei potuto avere uno mio, davvero mio.
Ma per chi? Lui non ci sarebbe più stato..
Mi osservai meglio, ero ridicola e patetica.
Dovevo scendere da quel dannato sgabello e trovare la commessa per mettere in chiaro, una volta per tutte, come stessero realmente le cose.
- Rose.
Un sospiro.
Mi girai e vedendolo quasi persi l'equilibrio.
- Sc-Scorpius che ci fai t-tu qui? - balbettai.
Non poteva essere vero. Non poteva essere vero. Non poteva essere vero.
Non mi rispose, continuò a fissarmi in silenzio.
Mi avvicinai a lui - Scorpius, mi dispiace, io non avrei dovuto.. Solo che, la commessa non ha capito ed io mi sono ritrovata vestita così.. Non volevo davvero.. Io.. Tu poi non avresti neanche dovuto vedere il vestito, porta male.. Ed invece io.. - spiegai molto probabilmente confondendolo ancora di più - Per l'amor del cielo, Scorpius dì qualcosa!
- S-sei bellissima. - mormorò.
Alzai un sopracciglio, ero cosa?
- Lei non sarà mica lo sposo, vero?!!? - domandò quasi urlando la commessa scandallizzata.
- Beh si.. - sussurrò.
- NO! - m'intromisi - O meglio si, lui è lo sposo della sposa, ma la sposa non sono io!
Ok, sembrava uno scioglilingua.
La donna scosse il capo - Non ho capito.
Già, neanch'io..
- Quello che stavo cercando di dirle da prima è che io non sono la sposa, non sono Celine Wallace. - riprovai con più calma - Io sono solo la damigella d'onore, ed ero venuta qui per provare il mio abito, non questo.
- Lei non è Celine Wallace?
Wow, stavamo facendo progressi.
- Non non lo sono. Io sono Rose Weasley.
- Già ed io sono Scorpius - mi aiutò il mio migliore amico - Ed ero venuto qui per avvisarvi che Celine farà tardi.
Lo guardai ed annuii.
- Beh, credo che tu debba toglierti quel vestito, anche se è un peccato, ti stava bene. Io nel frattempo vado a prenderti l'altro. - annunciò la signora allontanandosi.
- Vado a cambiarmi.. Ehm Scorpius, io preferirei che Celine non sappia di tutto questo. - dissi indicando l'abito.
- Certo, sono d'accordo. - acconsentì lui guardandosi le scarpe.
Sembrava quasi imbarazzato.
- Allora, ciao.
- Ciao.
Tornai al camerino-prigione e mi chiusi la porta alla spalle.
Sentii un sonoro crac, Scorpius si era smateriallizato. Beh, per quale motivo sarebbe dovuto rimanere?
Riappesi l'abito da sposa e prima di infilarmi i jeans gli diedi un'ultima occhiata.
Mi cambiai giusto in tempo per sentire la deliziosa voce di Stephanie.
Uscii di corsa dal camerino e le raggiunsi.
- Ciao Rose, perdonaci per il ritardo, ma Stephanie ha voluto fare colazione fuori e quindi abbiamo perso un pò di tempo! - si scusò Celine venendomi incontro il suo splendido sorriso a trentadue, se non di più, denti.
Stephanie grugnì, che fosse il suo modo di chiedere scusa?! Mah.
- Non preoccuparti, Scorpius mi ha avvertita. - la rassicurai.
- Oh molto bene, ad un certo punto ho temuto che tu non vedendoci te ne fossi andata.
L'avrei sicuramente fatto se quella matta della commessa non mi avesse costretta a rimanere.
- Figurati.
- Devo aspettare ancora molto, ho vi date una mossa? - ragliò la cosa sbattendo spasmodicamente il piede a terra.
Per fortuna in quello stesso momento arrivo la commessa. - Salve, lei dev'essere la Signorina Celine Wallace, vero?
Beh, per lo meno questa volta l'aveva chiesto, senza darlo per scontato.
- Si, esatto, mi scusi anche lei per il ritardo.
- Non si preoccupi, io e la sua amica abbiamo saputo come ingannare il tempo! Ora se non vi dispiace, direi di cominciare. - disse la donna invitandoci a seguirla.
Ci guidò nella stessa area di prima, solo che questa volta non mi costrinse ad entrare in un camerino.
- Inizierei col suo abito. - continuò la signora rivolta a Celine.
- Si - annuì raggiante lei - Dall'ultima volta sono state apportate delle modifiche, e sono davvero curiosa di vedere com'è!
La commessa aprì la custodia e mostrò a tutte noi il vestito.
Io mi costrinsi ad assumere l'espressione più sorpresa del mio repertorio, sperando di non essere smascherata.
- E'.. E' bellissimo! Non trovate? - ci chiese tenendo tra le mani il prezioso abito.
- Passabile.. - sbuffò Stephanie guardando da tutt'altra parte.
- Io credo che sia.. Favoloso. - commentai per la prima volta sincera.
- Davvero?
- Si.
Sembrava, se possibile, ancora più felice.
- Bene, ora passerei ai due vestiti da damigella d'onore, così dopo abbiamo tutto il tempo per gli ultimi rittocchi.
Detto ciò la donna tirò fuori da un'altra custodia il mio vestito.
La mia espressione qui cambiò senza alcuna costrizione, non dovetti affatto fingere di essere sorpresa e.. Inorridita!
Cos'era quel.. Quel coso?!
- Come ti sembra? - mi domandò Celine.
- Beh, ehm.. - orribile - Particolare..
Optai per qualcosa di non offensivo.
- L'ha scelto Steph, ha dei gusti originali. - spiegò.
- Assolutamente originali.
Mi sorrise comprensiva.
- Li proviamo?!
La domanda più giusta sarebbe stata "Sei pronta ad assomigliare ad una meringa alla fragola gigante?!"
Non feci in tempo a rispondere che un cellulare squillò, non mi stupii nel vedere che il cellulare in questione apparteneva a Celine.
Molti maghi e streghe ora utilizzavo quello che un tempo definivano "aggeggio infernale", evidentemente avevano capito quanto fosse più comodo e veloce rispetto ad un gufo.
- Pronto?! Si, sono qui. Cosa? No, solo che non mi sembra il caso.. Sei già qui? - sospirò - Va bene, arrivo.
Chiuse la comunicazione e ci guardò - Devo uscire un attimo, torno subito. Voi iniziate pure senza di me.
Il sorriso sul suo volto era lievemente sparito quando uscì dal negozio.
- Ok, beh Rose, vieni qua e provati questo. - mi ordinò la commessa passandomi quel.. Passandomi l'abito.
Entrai nello stesso camerino ed iniziai a cambiarmi.
A differenza dell'abito di Celine, questo non era affatto piacevole da indossare, tutt'altro.
Pungeva, pizzicava ed irritava, quasi quanto quella che l'aveva scelto.
Quando uscii dal camerino trovai Stephanie a dare ordini alla commessa. Dalle poche parole che avevo sentito, mi era sembrato di capire che l'oca volesse modificare in qualche modo l'abito di Celine, ma che l'altra, giustamente e saggiamente, si rifiutasse di procedere col cambiamento senza l'autorizzazione di Celine.
- Oh, eccoti! - ringhiò Stephanie venendomi incontro - Serve Celine, potresti andarla a chiamare?
Corrugai la fronte, da quando ero la sua civetta?!
- Va bene. - sospirai.
Almeno per qualche minuto mi sarei liberata della sua voce.
- Dov'è?! - domandai.
- Non lo so, cercala!
Ovvio, che domanda stupida..
Alzai un pò il vestito attenta a non inciampare ed andai nel retro del negozio.
Lì sentii la voce di Celine, per fortuna la ricerca era durata poco.
Stavo per chiamarla quando mi bloccai udendo un'altra voce, una voce maschile.
Origliare non era certo buona educazione, ma non riuscii ad andarmene.
Rimasi in silenzio, immobile ad ascoltare.
- A me non ci pensi? - stava dicendo l'uomo.
- Si, ma lo sai che non è colpa mia.. Io vorrei, davvero.. Ma non posso. - la voce di Celine era tormentata, quasi sicuramente stava piangendo.
- Lascialo.. Per me, per noi. - una supplica in un fil di voce.
Mi avvicinai un pò di più e li vidi perfettamente.
Abbracciati l'uno all'altra si stavano baciando.
Rientrai certa di tre cose:
1. Il rosa ed il giallo non erano assolutamente i miei colori;
2. Il tulle ed il pizzo erano da abolire;
3. Celine era perdutamente innamorata di un'altro uomo.
Solo un dubbio ora rimaneva, dirlo o non dirlo a Scorpius?
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Harry Potter - Il matrimonio del mio migliore amico
Fanfiction~ Dal Primo Capitolo: - E allora cos'è? - lo sollecitai curiosa. - Che ne dici se - si fermò un attimo forse cercando le parole più giuste - Noi due tra dieci anni ci sposassimo? Ovviamente se nessuno dei due ha già trovato la sua dolce metà. Cosa...