Compleanno

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- Cos'hai? - era la terza volta che me lo domandava ed io ogni volta gli rispondevo con un'alzata di spalle.
Non avevo voglia di parlare, non avevo voglia di fare niente.
Ero stata una stupida.
- Rose, per favore! - sbuffò esasperato François sedendosi accanto a me sul letto. - Dì qualcosa!
Eravamo tornati dalla Tana da circa venti minuti ed io non avevo ancora aperto bocca.
Stavo male.
Stavo davvero male, dentro.
Chiusi gli occhi cercando di dimenticare tutto quello che era successo quella sera, di dimenticare lui.
- E' per via del matrimonio, vero? Rose io non sapevo cosa dire.. - si giusticò - E mi dispiace, se ho aggravato la tua situazione.. Ma ti prometto che ci penserò io a mettere tutto a posto, veramente. Però parla ora, ok?
Povero Franz, credeva che il mio silenzio fosse dovuto a lui.
Certo, l'annuncio del matrimonio inesistente non aiutava molto la mia situazione già critica, ma non era per colpa sua se mi trovavo in quello stato.
Era solo per colpa mia.
Calde lacrime mi rigarono il volto, ma io non avevo neanche più la forza di fermarle.
- Rose! - sospirò il mio migliore amico abbracciandomi - Non piangere, troverò una soluzione! Davvero.. - quasi supplicò - Ti sposo, io non ho nessun problema! Io ti sposo.. Si, ti sposo.. - continuava a ripetere cullandomi - Infondo il matrimonio non è altro che un ufficializzazione di un legame forte ed indissolubile.. E' l'ufficializzazione di un amore, ed io a modo mio, certo, ti amo..
- Perchè.. Perchè.. Voi uomini fate promesse che non po-potete mantenere? - singhiozzai stringendomi a lui.
- Perchè siamo stupidi. - mormorò lui rafforzando la presa - Cos'è successo, Rose?
- Ho parlato con Scorpius stasera e.. E gli ho detto tutto.
- Hai fatto la cosa giusta. - mi tranquillizzò - Sei la sua migliore amica, non potevi fare altro.. Ti sei comportata bene Rose, come al tuo solito.
Il problema era proprio quello, io avevo raccontato tutto a Scorpius, perchè essere la sua migliore amica non mi bastava più.
Eh no, non mi ero comportata affatto bene come al mio solito..
Della Rose Weasley sincera e buona, non ne era rimasta traccia. Ora esisteva solo quella ipocrita e falsa.
- Se ho fatto la cosa giusta, perchè lui se n'è andato?! - gli domandai sperando che la sua risposta riuscisse a convincermi.
Lui se n'era andato dicendomi che "Avevo visto male e che avevo sicuramente frainteso.".
Lui se n'era andato perchè pensava che fossi una bugiarda o una visionaria.
Lui se n'era andato perchè non riconosceva più la sua migliore amica.
- Io.. Non lo so.. - rispose Franz.
Annuii.
Io lo sapevo.
- Rose? - mi chiamò qualche minuto dopo.
- Mh.
- Hai ventisette anni, auguri.

~

- Rose non ti muovere! - sbraitò Susan cercando di tenere il più possibile fermo il mio viso.
Sbuffai.
- Susy, ammettilo, non è colpa mia! - mi difesi - Sei tu che non hai più la mano ferma di qualche anno fa!
Indignata aprì la bocca, pronta a ribattere con qualche cattiveria, quando qualcosa, o meglio qualcuno la bloccò.
- Scalcia - disse semplicemente forse pretendendo che io capissi da sola.
Corrugai un attimo la fronte osservandola. Scalcia?! Abbassai un pò lo sguardo e compresi.
Aveva la mano sul pancione, in attesa.
Ma certo, scalcia! Quell'esserino dentro di lei le stava tirando dei calcetti.
Appoggiai anch'io la mano, delicatamente e lo sentii.
Sorrisi a Susan che ricambiò estasiata.
Respirai a fondo frenando le lacrime, non ero mai stata un tipo così emotivo, eppure ora a stento riuscivo a trattenere la commozione.
- Vedi - sussurrai - Non vuole che mi sgridi.
- No, non vuole che la sua mamma si arrabbi, inutilmente. - precisò lei ridendo prima di tornare ad occuparsi dei miei occhi.
Mise la matita ovunque. Sopra, sotto, fuori e dentro, continuando a ribadire quanto la matita nera intensificasse l'occhio.
Puah.
Non mi lamentavo solo perchè era incinta.
- Finito? - domandai dopo qualche minuto.
- Quasi. - borbottò.
Iniziavo ad odiarla.
Nel frattempo, dal piano di sotto cominciavano a provenire i primi rumori, suoni e voci di tante, troppe, persone.
- Quante persone credi che ci saranno questa sera? - le chiesi intimorita.
Sapeva perfettamente quanto io amassi la confusione ed i luoghi affollati, così provò a rassicurarmi - Albus ha invitato solo un paio di persone, non temere!
Un paio di persone, certo. Ed io dovevo crederci?
Un paio di centinaia di persone, forse.
La fulminai con il mio sguardo intenso e lei confessò - Ok, ci sarà un bel pò di gente! Ma è il tuo compleanno ed Al ci teneva così tanto.. Pensa che in quest'ultima settimana non ha fatto altro che organizzare questa festa!
Fantastico! Ci mancavano solo i sensi di colpa.
Annuii non potendo fare altro.
- Ho finito! E sei perfetta! - affermò trascinandomi davanti allo specchio.
- Oh si, perfetta! - brontolai lanciando una fugace quanto inutile occhiata alla superficie riflettente di fronte a me.
- Allora scendiamo?
Avevo altra scelta?!
Uscimmo dalla stanza in silenzio, cercando di non attirare la minima attenzione.
Ringraziai mentalmente Susan per il suo appoggio, dopo il trauma della matita per gli occhi me lo doveva.
Poggiai il piede sull'ultimo gradino della scala, stavo per esultare cantando vittoria - per una volta ero riuscita nel mio intento di passare inosservata - quando quello stupido gradino scricchiolò!
Maledizione.
Tutti si voltarono verso di me. Ci fu turbinio di voci e sussurri fino a quando qualcuno urlò - AUGURI!! - e la mia condanna fu segnata!
Raggiunsi François - allegramente accompagnata dal motivetto "Tanti auguri a te" - non appena lo individuai tra la folla.
Sembrava il più normale in quella casa, e questo era desisamente strano!
Alla mia vista strombazzò qualcosa che doveva essere una canzoncina, ma che risultò molto più simile ad un barrito di elefante e mi infilò in testa uno stupidissimo cappellino di plastica rigida rosa.
Mi sorrise divertito, io in risposta gli tirai un pizzicotto sul braccio e gli strappai quell' odiosa trombetta dalla bocca.
- Vedo che sei di buon umore! - ironizzò.
- Ottimo - bofonchiai appoggiandomi al divano.
- Hai per caso visto..
- Scorpius?! - concluse lui per me con una punta di acidità piuttosto udibile. - No, non l'ho visto e se proprio devo essere onesto, la cosa non mi dispiace.
François era sempre stato protettivo nei miei confronti e per questo non amava particolarmente le persone che mi facevano soffrire, comprese quelle che io consideravo mie amiche.
Gli sorrisi - Capisco.
- Ma li conosci tutti? - domandò riferendosi alla massa di gente intorno a noi.
- Non proprio - dissi guardandomi in giro. Alcuni volti erano familiari, altri meno - Credo che la maggior parte sia amica di mio cugino. - spiegai.
- Carino da parte sua invitarli alla tua festa! - notò lui.
- Già.. - decisi di cambiare argomento - Hai adocchiato qualcuno di interessante?
- Si. Ma non sono disponibili! Sono tutti in gabbia. - sospirò indicando l'anulare sinistro.
- Oooh. - ridacchiai.
- Rose. - qualcuno alla mie spalle mi chiamò.
Mi girai automaticamente ancora col sorriso sulle labbra.
Sorriso che si spense immediatamente.
- Scorpius.. Che ci fai tu qui?
- E' il tuo compleanno, no? - mi sorrise a disagio.
- Beh, si.. Ma.. - balbettai - Dopo ieri, non credevo che venissi, ecco.
- Perchè?
Inclinai appena la testa, mi aveva chiesto realmente "Perchè?"?!
- Scorpius, mi stai prendendo in giro? No.. Perchè, io davvero non capisco..
Era una situazione assurda.
- Lo so, ed è per questo che sono qui. Per parlarti.
- Parlarmi?! Ora tu vuoi parlare? - sorrisi amaramente - Per dirmi cosa? Che sono matta? Eh?
La mia voce si stava alzando, troppo per una festa.
- Hai ragione da vendere, ma andiamo in un altro posto, ok?
Avrei dovuto rispondergli di no! Avrei dovuto urlargli in faccia, con tutto il mio dolore, un no secco, ma invece annuii, non potendo fare altrimenti.
Guardai Franz, sembrava concentrato sul pavimento, ma sapevo bene che stava solo provando a trattenersi dal prendere a pugni Scorpius.
Seguii l'ex-serpe in cucina.
- Cosa devi dirmi? - domandai brusca.
- Rose.. Io so di non..
- Vieni al dunque, Scorpius. - lo interruppi - Ho una festa per i miei ventisette anni nell'altra stanza, e non vorrei passarla qui a discutere con te!
Ero stanca di tutti quei giri di parole.
Ero stufa di quella situazione, ecco.
- Tieni. - disse porgendomi un pacchetto.
- Cos'è? - chiesi alzando un sopracciglio - Mi hai fatto venire qui per questo?
- Rose, aprilo per favore.
Fissai prima lui e poi il regalo, infine, ancora una volta acconsentii.
Nelle sue mani ero in trappola.
Lo scartai piano, dovevo ammetterlo, nonostante tutto ero curiosa.
Quando finalmente capii cosa ci fosse dietro a tutta quella carta, restai a bocca aperta.
- E'.. E' quello..
- No, non è quello che accidentalmente ti ho rotto al sesto anno a Hogwarts, ma è pressochè identico! - m'informò.
- Te lo sei ricordato. - mormorai.
- Mi ricordo tutto quello che a che fare con te..
Alzai lo sguardo dal bellissimo e preziosissimo carillon.
- Non tutto. - precisai.
Del nostro patto si era completamente dimenticato.
- Tutto. - ripetè convinto avvicinandosi.
Per un istante mi sembro quasi che avesse capito a cosa io mi riferissi.
E se non se ne fosse scordato?
Lo guardai, in un secondo le sue mani erano sul mio volto, i nostri visi a pochi centimetri l'uno dall'altro.
- Non sono una ripicca, vero? - gli domandai.
Dovevo sentirmelo dire.
Scosse il capo - Non lo sei mai stata, e mai lo sarai. - soffiò sulle mie labbra prima di azzerare la distanza.
Approfondì il bacio, nulla intorno a me aveva più senso, fino a quando..
- ROSE! Vieni! Devi tagliare la torta!! - urlò Albus dal soggiorno.
Lentamente e contro voglia mi staccai da lui - Rimani per il dolce? - gli domandai ghignando.

Harry Potter - Il matrimonio del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora