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Arrivò alla galleria con un po' di ritardo, il venerdì sera il traffico di San Francisco diventava sempre molto caotico, sia a causa delle persone che decidevano di passare il pomeriggio per negozi o per eventi che sempre abbondavano in città, o di coloro che invece fuggivano da essa, preferendo un weekend lontano dal caos.

Fatto sta che Jungkook perse tempo ad arrivare, anche perché aveva scordato il suo invito a casa, nella foga di prepararsi, e quindi era dovuto tornare indietro a recuperarlo, sapendo che a questo tipo di eventi era necessario arrivare con il proprio invito e per non rischiare di essere rimbalzato all'ingresso.

Finalmente, dopo aver sistemato l'auto nel garage, si avviò verso la sua meta. Strada facendo si specchiò un paio di volte nelle grandi vetrine che man mano incontrava, era dimagrito molto negli ultimi periodi e non era più molto sicuro della sua immagine. Per l'occasione aveva optato per un outfit abbastanza elegante, un completo blu notte e una camicia nera in morbida seta. Decise però di non indossare una cravatta, era luglio e cominciava davvero a fare caldo e non avrebbe sopportato a lungo una costrizione come quella che avrebbe rappresentato l'accessorio intorno al suo collo. Per fortuna l'insieme che ne venne fuori lo soddisfaceva abbastanza, tanto da non fargli venire la voglia di fare un cambio d'abito dell'ultimo momento.

Arrivato a destinazione prese il suo invito dalla tasca interna alla giacca e superò la porta della galleria. Si ritrovò di fronte ad una enorme tenda che occultava totalmente la vista degli interni, c'era inoltre una luce soffusa ma non si udivano voci di altri invitati. Forse si tratta di una di quelle mostre alternative in cui si sta in totale silenzio , pensò.

Stava per fare un passo avanti mentre allungava una mano per scostare la tenda quando, apparso dal nulla, si materializzò al suo fianco un giovane sui vent'anni, dipendente della galleria dato il suo cartellino appeso al taschino, che gentilmente gli comunicò che prima di poter entrare alla mostra, avrebbe dovuto recarsi al roof-top dello stabile, dove era atteso.

L'uomo restò un po' incerto, aveva capito bene? Chiese perciò delucidazioni al giovane che però si limitò a ripetergli che doveva salire all'ultimo piano e che poi arrivato lì doveva attendere qualche minuto. Con un po' di esitazione Jungkook prese l'ascensore, scoprendolo per la prima volta, presente alla sua sinistra, e pigiò il tasto che portava sul tetto del palazzo. L'ascensore non ci impiegò più di un minuto ad attraversare le costruzione in tutta la sua altezza, e guardando attentamente la bottoniera si accorse che c'erano ben ventisette piani prima di arrivare a destinazione; anche se non era tra i più alti palazzi che svettavano nel centro città, il roof-top sarebbe stato ad una notevole altezza. Quando fu fuori dall'ascensore si ritrovò su di un pianerottolo con un unica porta, quella che dava all'esterno. La aprì e si ritrovò sul tetto, quasi al buio e da solo, e con mille domande in testa. 

Lì per lì stette quasi per ritornare sui suoi passi e scendere al piano terra, probabilmente mi hanno giocato uno scherzo o mi hanno scambiato per qualcun altro, che ci faccio qui sopra tutto solo? Non si spiegava tutta quella situazione, ma comunque decise di attendere qualche istante ancora lì in cima poiché la veduta della città era spettacolare. Fece perciò alcuni passi dirigendosi verso la balaustra in metallo che circondava l'area e si soffermò a guardare il cielo stellato.

"Lo so che non è la stessa cosa del balcone, ma non sono riuscito a trovare un altro posto dal quale godere di una veduta degna di questo nome." 

Come se improvvisamente gli avessero staccato la spina di alimentazione, tutto il corpo di Jungkook smise di funzionare per un istante. Il cuore fermò i suoi battiti e così anche il suo respiro, per un momento il suo cervello si rifiutò di concretizzare pensieri, uno in particolare: quello di aver riconosciuto quella voce che era apparsa dal nulla alle sue spalle. Trascorsi alcuni istanti, cercò faticosamente di riprendere possesso del suo corpo e delle sue facoltà mentali e ruotò su se stesso per finire a fronteggiare la persona che gli aveva rivolto la parola. Dovette sbattere più volte le palpebre e prendere più aria del necessario perché davvero la figura che si ritrovò davanti gli apparve così eterea ed irreale da sembrargli un sogno. Taehyung, con indosso la giacca che portava quando lo aveva conosciuto la notte di Capodanno, era a un paio di metri da lui, magnifico come sempre.

You make me begin.. ⟨kookv/taekook⟩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora