Everything is red..

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*JULIA'S POV*
Non appena Logan mi aveva portato via dagli altri, si era preoccupato di farmi accomodare all'ingresso dell'entrata principale in attesa di informazioni ulteriori per rintracciare Susan e poi aveva raggiunto gli altri per andare a salvare quest'ultima.
Perché secondo loro io sapevo tutto..
Li avevo aspettati per circa 10 minuti seduta su una poltrona morbida e comoda ma non a sufficienza per calmarmi, e poi dal fondo del corridoio una macchia nera emergeva velocemente: erano loro, vestiti di nero, protetti da bustini in cuoio lucido e pantaloni in pelle.
I piedi erano rivestiti e protetti da scarponi alti, legati strettamente alla caviglia attraverso lunghi lacci neri.
E poi il mio sguardo, con una sicurezza tale da farmi paura, si posó sulle sue labbra.
Edward era la personificazione della concentrazione se lo si guardava nei suoi occhi brillanti di una luce oscura.
I marchi sulla sua pelle sembravano muoversi in contemporanea con il suo passo.
<< Okay, allora la mondana rimane qui mentre noi andiamo a controllare che cosa succede.. >> disse Edward indicandomi e scartando ogni protesta esterna.
Cosa? Ma diceva sul serio!?
La mia.. La mia migliore amica era in pericolo, lo sentivo, e io dovrei starmene con le mani in mano?!
Gli altri uscirono sconsolati dal portone principale, tenuto aperto da uno dei tanti domestici che lavoravano dentro quell'immensa struttura.
Fuori soffiava un vento gelido che paragonato al mio sguardo non era niente.
Era evidente che gli altri erano abituati al caratteraccio del coglione prepotente, ma io no..
Quest'ultimo non era ancora uscito dall'Istituto, ma stava prendendo un pugnale da un cassetto di un mobile antico posizionato all'angolo opposto a dove vi era il camino.
<< Te lo scordi idiota, io vengo con voi! La fuori c'è Susan e a quanto pare non sta bene!! >> dissi avvicinandomi a lui con passo pesante ignorando il dolore atroce dietro la schiena.
Lo inchiodai al muro dalle spalle, incurante delle conseguenze; ero arrabbiata.
Arrabbiata per il suo tono calmo ma solenne che mi proibiva di vedere la mia migliore amica o arrabbiata per una stronza bionda che poteva sfiorare la sua pelle calda ogni volta che avrebbe voluto?
Dovevo trovare una soluzione.. Convincerli a portarmi con loro..
<< Io so dove si trova.. La collana è.. è come se mi guidasse.
Ti prego non lasciarmi qui, io devo vederla >> dissi cercando di respirare a causa del panico che occupava buona parte del cuore.
<< Non se ne parla! Tu ci hai causato solo problemi da quando sei arrivata e portarti con noi sarebbe solo un peso! >> esclamò a bassa voce e lentamente.
Incontrai i suoi occhi e rabbrividii nel vedere che trasmettevano calore nonostante la sua espressione mi stesse sfidando.
Cercai di nascondere le lacrime inclinando la testa per coprire il mio pianto,

Non mi deve vedere piangere.

<< Peso hai detto? Bene, per tua fortuna non starò qui molto o almeno non sembrava che avessi detto così quando eravamo in camera tua >> sussurrai fievolmente.
Iniziai a tremare elaborando gli insulti ricevuti precedentemente: quelle parole erano come uno schiaffo in faccia, una soffiata d'aria gelida che penetrava nelle ossa, spezzandole come fossero esili ramoscelli.
E quel calore così rilassante ed estraneo, che sembrava attrarre la mia pelle per poi irradiarla completamente?
Accostó le sue labbra accanto al mio orecchio, dando a quest'ultimo un brivido di eccitazione.
Il suo respiro era leggermente affannato ragion per cui le lacrime smisero di scendere sostituendosi alla pelle d'oca cosparsa sul mio corpo.
<< Non è colpa mia se ti piace togliere gli asciugamani agli uomini indifesi che hanno appena finito di farsi una doccia rilassante. Sei sempre così curiosa riguardo a queste cose? >> mi chiese sorridendo soddisfatto.
<< E ora lasciami andare dolcezza, devo andare a salvare la tua "non" migliore amica >> proseguì guardandomi con la stessa intensità negli occhi.
Distolsi lo sguardo, guardando il pavimento che sorreggeva i nostri piedi, allineati e vicini ma mai abbastanza..

Illusa, lui ha un'altra..

Abbandonai le braccia lungo i fianchi e mi sedetti di nuovo sulla stessa poltrona di prima, sentendo l'eco dei passi che percorrevano il pavimento per uscire e mi abbandonai al dolore della ferita inesistente.
<< Muoviti che ci stanno aspettando >> esclamò una voce maschile.
Alzai gli occhi e vidi Logan scendere i grandi scalini in marmo con Wind al suo fianco.
Sul suo viso comparve un sorriso sincero e il suo lupo camminò con una calma spaventosa verso la poltrona in cui ero seduta, strofinando il muso contro la mia mano in cerca di carezze..
<< Non posso venire.. Edward me l'ha impedito >> gli risposi seccata, dopotutto ero un peso no?
<< E da quando stai agli ordini di Edward? >> disse soffocando una risata.
Aveva ragione.

Weakness ||H.S|| {#Wattys2015}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora