Blood and Blue

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*WILLIAM'S POV*
Aprii il piccolo frigorifero che era in cucina e presi una sacca di sangue per saziarmi...
La plastica spessa della sacca rendeva il colore scarlatto del sangue più chiaro, questa era una dipendenza, una parte della mia vita.
E la odiavo, perché odio dover dipendere da qualcosa, dovrei aver l'opportunità di fare le mie scelte senza alcuna influenza..
Ricordo ancora mia madre quando mi uccise..
Avevo quattro anni, lei era molto giovane, aveva circa vent'anni..
Quando mi metteva a letto correva a piangere in camera sua, per non farsi sentire da me..
Una volta l'avevo spiata dalla serratura della porta di camera sua e lei accarezzava teneramente la foto di mio "padre" per poi sbatterla al suolo..
Il rumore del vetro infranto mi spaventò e corsi subito in camera, anche per non farmi vedere..
Mio "padre" se ne stava sempre sdraiato sul divano, a fare niente tutto il giorno, se non trattare male mia madre, mangiare, andare in bagno e dormire.
E così il 12 marzo del 1999 (almeno così diceva la mia lapide) mia madre invece che mettermi a letto e coprirmi, mi mise il lenzuolo attorno al collo e lo strinse, aveva uno sguardo infuriato ma nei suoi occhi comparivano lacrime sincere.
<<Questo è per avermi rovinato la vita e per quello stronzo di tuo padre!>> sussurrò prima che il respiro mi si bloccasse..
In quel momento gli occhi mi si chiusero senza volontà e allora in quel secondo capii che mia madre era pazza, era egoista; ed io ero solo la creatura nata da un rapporto sessuale con un profilattico bucato..
Da quanto ho letto sul piccolo articolo del giornale scritto il giorno successivo dell'omicidio, mia madre era stata rinchiusa in un manicomio lontano da Doncaster (il mio paese nativo) e mio padre era andato a convivere da una sua amante..
<<L'assassino pare abbia gettato il cadavere del piccolo William in un cassonetto dei rifiuti vicino all'appartamento in cui la famiglia viveva e abbia bruciato l'arma dell'uccisione nel piccolo camino che possedevano, per poi chiamare direttamente la polizia per farsi arrestare e dare informazioni dell'omicidio.
Il padre del bambino dice di essersi addormentato e di non aver sentito niente mentre i vicini avevano sentito profumo di bruciato ma lo avevano scambiato per qualche incidente accaduto in cucina>> Questo diceva il giornale.
Poco dopo seppi che mia madre era incinta di una bambina e che al termine del parto, avrebbero portato la neonata in un orfanotrofio in attesa di un'amorevole famiglia che si prendesse cura di lei.
Ma in quei luoghi non va così..
Alla fine la presi con me e la crebbi meglio che potei.
La chiamai Charlotte e decisi che lei sarebbe stata la mia ragione di vita.
Charlotte era solare, tenera e innocente nonostante sapesse tutto sulla sua famiglia.
<<Fratellone facciamoci forza a vicenda e andrà tutto bene, tu sei la mia famiglia>> mi disse un giorno mentre mi beccò a rileggere quell'articolo di giornale..

Uscii dal mio appartamento per raggiungere Julia al parco (il nostro abituale luogo di incontro) .
Indossavo un maglione bianco con una cuffia rossa e dei jeans strappati alle ginocchia dai quali presi il mio cellulare e risposi agli ultimi messaggi..
-Hai trovato le collane? B- era chiaramente un messaggio di Blake..
Blake era un mondano che teneva in pugno il clan dei vampiri per questioni legali a me sconosciute e teneva in pugno me perché aveva come ostaggio Charlotte..
Lui era uno di quei mondani che ti davano ribrezzo, arrogante, narcisista e viziato e io mi facevo ancora più schifo in quanto stavo ai suoi ordini..
La mia missione in questo momento era quella di trovare delle collane di metallo con delle rune incise.
Non erano semplici collane, esse permettevano il collegamento completo tra le due persone che le portavano, esse potevano sapere dov'è l'una e dov'è l'altra, potevano parlarsi attraverso il pensiero ecc..
E Julia ne indossava una..
Lei era la mia migliore amica e da quando mi sono reso conto di questo fatto, ho pensato ogni momento a cosa fare..
Perché non potevo, non volevo perdere nessuna delle due..
Blake avrebbe come minimo ucciso Julia e conoscendolo non mi avrebbe mai restituito mia sorella in quanto era il mio punto debole..
-Non ancora, sto scrutando la parte a sud di Londra, non mancherà molto, si fidi-gli risposi con riluttanza.
Ero arrivato al parco, esso si presentava come una immensa distesa verde arricchita con querce e ciliegi; il suono degli usignoli mi cantilenava nelle orecchie mentre le risate delle coppiette stese sul prato mi davano semplicemente la nausea.
<<Tanto vi lascerete>> pensai e con una risatina sarcastica iniziai a camminare lungo il sentiero in pietra.
Raggiunsi il punto d'incontro mio e di Julia: la quinta panchina della parte destra del parco entrando dall'entrata principale.
Vidi che seduta non vi era la mia migliore amica ma una ragazza in preda alle lacrime..
Era splendida, aveva i capelli del color del cioccolato e il viso nascosto dalle mani che cercavano di mascherare la tristezza dell'atto; le sue spalle sussultavano leggermente per silenziare i leggeri singhiozzi causati dal pianto.
Era vestita di nero e aveva dei marchi da.. Cacciatrice..
Era una cacciatrice di demoni, una spietata dominatrice che nel campo di battaglia ammazzava chiunque la ostacolasse, eppure in questo momento sembrava una ragazza che coglieva da sola i pezzi del suo cuore infranto..
In quel momento non mi vennero in mente parole, mi sentivo inferiore (perché gli Shadowhunters odiavano chiunque non era uno di loro..).
Nonostante la mia mente vuota le mie gambe procedettero verso la sua direzione senza obiezioni, in fondo una parte di me lo voleva..
Da vicino era ancora più bella, bella come uno di quegli scenari che ti accadevano una volta nella vita e tu non facevi altro che ripeterti di cogliere l'attimo.
<<Emh.. Che ti succede? Perché piangi?>> chiesi mentre dentro me ammontava in panico più totale.
<<Vattene via, scocciatore!>> mi rispose acida. E mi accorsi che quelle sue parole mi fecero sentire come se il mio cuore fosse stato trafitto da miliardi di spade angeliche, come quelle che usava lei in battaglia.
<<D'accordo, d'accordo!>> e mi alzai spostando i sassi per imitare il suono della mia fuga, mentre con la mia rapidità mi rifugiai dietro di lei; col cavolo che l'avrei lasciata lì sola.
Lei si tolse le mani dalla faccia e si girò verso il posto in cui ero seduto precedentemente, allora non era così rigida come pensavo.
<<Basta piangere, ormai è successo no? Se vuoi davvero fare una cosa intelligente trova una soluzione e per la cronaca sono William, piacere>> e le parole mi uscirono dalla bocca ancor prima di averle pensate.
Le si voltò per guardarmi in faccia, rivolgendomi un sorriso malinconico..
I nostri occhi si incrociarono; il suo marrone brillante fuso con il mio verde\azzurro; e solo in quel momento proferì parola <<Fare cose intelligenti non è da me, vampiro. Ma ti ringrazio per il supporto.>>
Lei sapeva?! E neanche mi avesse letto nel pensiero disse <<I tuoi occhi cambiano colore in base al tuo umore, ora sono di un azzurro intenso, come il mare.. E ti stanno spuntando i canini, e se ti azzardi a farmi come tua colazione ti stacco i denti uno per uno chiaro?! Il mio sangue è troppo buono per essere sprecato da un vampiro>> disse con una leggera punta di divertimento.
Ti divertiva provocarmi? Bene, stavi parlando con il re delle provocazioni!
<<Ho già assaggiato sangue di cacciatore e devo dire che è di una qualità più bassa di quanto tu mi stia dicendo però se brami tanto il mio morso perché non accontentarti? E poi non sapevo ti piacessero tanto i miei occhi>> dissi mentre l'adrenalina aumentava dentro me.
Lei mi guardò e mi sorrise compiaciuta ma mentre cercò di ribattere le squillò il telefonino: un messaggio..
*SUSAN'S POV*
-Una mondana ha visto l'istituto.Impossibile.È stata morsa da un demone.Ora sta bene.Pronuncia il tuo nome.Strano vero? Si chiama Julia. E- lessi il messaggio più di una volta per assorbire alla perfezione parola per parola: Julia, la mia.. La mia migliore amica era all'istituto..
Ed era stata ferita da un demone, ecco perché ero debole e piangevo come una bambina..
Oggi erano 5 anni che non ci vedavamo e io.. Io piangevo come negli anni precedenti..
Tutto questo dolore però si allietava non appena guardavo negli occhi William, quel vampiro a cui mi sarebbe stato difficile stare lontano talmente era affascinante e sfacciato.
Era altissimo, con i capelli raccolti in un ciuffo all'insù, le labbra da baciare e gli occhi da esplorare.
Tornai alla realtà e mi accorsi che lui era dietro di me e lesse il messaggio.
Le sue mani sfioravano a malapena i miei fianchi e nonostante tutto sentivo lo stesso bruciore di un fioco che arde sulla legna in un camino.
Mi girai per protestare riguardo alla sua insolenza e notai la sua espressione preoccupata <<Julia è la mia migliore amica, dovevamo incontrarci.. 1 ora fa!>>cercai di non rimanere sconvolta da questa frase ma il risultato fu impossibile da nascondere..
<<Prova a chiamarla al cellulare, se non risponde vieni con me..>>
Fece come ho detto e la segreteria partì come per confermare che la ragazza ferita nell'istituto era la mia migliore amica e la migliore amica di William..
Fu dietro di me in un baleno tanto che la mia schiena ebbe un brivido; <<dunque che facciamo ora?>> disse sussurrandomi nell'orecchio.
Quelle parole promettevano azioni peccaminose che esistevano solo nella mia testa eppure quest'ultime non dovevano nemmeno esistere!
<<Si va all'istituto>> dissi come se non fossi mai stata così convinta..
E all'improvviso mi ritrovai a sperare, come 5 anni fa, in quella stanza, seduta su quella finestra..

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Ragazzi vorrei ringraziarvi dal primo all'ultimo, anche se trovo le parole per scrivere la mia storia ma non le trovo per ringraziarvi.. ❤️
Siete già in tantissimi e se crescerete di più io sarò più che felice ❤️ GRAZIE

Weakness ||H.S|| {#Wattys2015}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora