Capitolo 27

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I mesi successivi passavano lentamente, una volta al mese veniva qualcuno a farmi visita, un giorno mio fratello, un giorno mia zia, un giorno Narcisse, un giorno Francesco, un giorno Maria con le sue dame ed un giorno Sebastian... ero triste senza di lui ma avere una sua parte dentro la mia pancia mi rendeva felice.

Ero con Giulia, Maria e le sue dame; a breve avrei dato alla luce il mio bambino, ma non credevo così a breve, stavamo parlando in giardino quando diverse fitte mi attraversarono il ventre.
"Vittoria tutto bene?" mi chiese Maria vedendo le mie smorfie di dolore
"Penso di si, sono solo delle fitte..." risposi io con un sorriso tirato
"Credo sia meglio rientrare in casa" propose mia sorella; appena varcata la porta di casa dell'acqua, o almeno così credevo, mi bagnò i piedi; solo dopo qualche secondo palizzai che mi si erano rotte le acque
"Corro a chiamare la levatrice" disse Greer
"Io vado a dire alle guardie di andare a chiamare Sebastian" detto questo Lola corse via insieme a Greer mentre Maria e Giulia mi accompagnavano in camera da letto

Poco dopo arrivò la levatrice e le contrazioni iniziarono a farsi più forti, passarono circa due ore ed il mio bambino non ne voleva sapere di uscire.

"Dov'è mio marito!" urlai ormai senza più forse e sempre più spaventata
"Sarà qui presto, sta tranquilla." mi disse Maria dolcemente mentre mi teneva la mano che ad ogni contrazione stringevo forte
"Mh! Dio!" imprecai urlando; in quel momento sentii degli zoccoli di almeno 5 cavalli sbattere contro il vialetto in pietra davanti alla casa e poi dei passi correre per le scale e poi per il corridoio, poi la porta della camera si aprì rivelando mia zia che mi corse incontro

"Dov'è Sebastian?" chiesi spaventata per non averlo visto
"Lady, mi perdoni, ma non penso sia una buona idea, il bambino è podalico... lo dovrò girare..." mi spiegò la levatrice
"FATE ENTRARE MIO MARITO ORA!" urlai mentre un'altra contrazione mi percorreva dolorosamente il basso ventre; Maria corse fuori e subito dopo vidi entrare i bellissimi occhi di mio marito nella stanza, io mi misi a piangere, forse per la gioia nel rivederlo, o forse perché ero davvero esausta; lui mi venne accanto e mi prese la mano, in quel momento tutto il dolore sparì, la levatrice entrò con una mano in me e non so come girò il bambino tirandolo fuori.

"E' un maschio" disse mia zia che si era subito affiancata alla donna che mi aveva aiutato; io guardai Bash ed entrambi dimmo contemporaneamente "Pascal".

Vittoria Elisabetta de'MediciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora