🎎T*e pr*par*ti*n of *n o**ort*nit*🎎(PT.1)

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L'allevatrice li chiamava a sé come un gregge di pecore al pascolo obbedisce al richiamo del pastore e del bastone di rumiglia.

Si era svegliato e destato da quel giaciglio che oramai lo ospitava da ben 11 anni e il tempo non pareva volato minimamente in quell'orfanotrofio.

Ancora non aveva preso dimestichezza nel chiamare quel luogo "Allevamento" e i suoi congiunti "allevatori", quegli epiteti tanto pronunciati risuonavano quasi macabri al suo poco forbito glossario.

-Muoversi matricole, oggi inizia la preparazione per il Gihoe Chungha- scampanellava un annuncio che non gli era nuovo.

Letteralmente questo evento stava ad indicare la celebrazione di un'opportunità, la venuta al mondo di una seconda vita per coloro che avevano sostato per tappe più o meno brevi presso quell'edificio.

Non vi aveva mai preso parte o assistito Taehyung, fino a quel giorno.

-Sei troppo magro- gli comunicarono a 10 anni.

-Non vai bene, ti trascini a fatica sulle gambe, inoltre hai un'aria da fare schifo- gli indicò il medico che aveva tentato di uccidere anni addietro facendogli presente il colorito giallastro della pelle a seguito dell'influenza dei 13 anni.

-Quest'anno non ci sono più posti, i compratori sono pochi, ritenta il prossimo- gli annunciarono passando in rassegna tra i dormitori a 16.

Alla veneranda età dei 17 rintocchi della vecchiaia era riuscito ad ottenere anche lui quel dono.

Non sapeva bene come esso procedesse siccome nessuno che vi era stato idoneo aveva fatto ritorno nelle camerate e tanto meno le sue domande venivano consumate.

-Ma di cosa si tratta?-

-Nulla di cui tu ti debba preoccupare matricola, di certo non qualcosa che abbia a che fare con i bassi fondi, d'ora in poi tutto in meglio- gli disse la guardia all'entrata della sala da pranzo che aveva scortato il suo gruppo.

Taehyung avrebbe presto scoperto cosa sarebbe stato quel fatidico "meglio".

È bene chiarire che i preparativi di questo avvenire avevano un'anticipazione di un paio di settimane e un trattamento fuori dal comune.

Il ragazzo se ne rese conto quando ritrovò dei tavoloni imbanditi di cosce d'anatra, mousse ai lamponi e foglie di pane fragranti in una paranza di altre pietanze.

Ora che, alla vista di quei grappi d'oro per la gola, rifletteva bene, le porzioni di cibo erano aumentate in maniera esponenziale da giorni.

Non erano più sufficienti due pasti al giorno, bensì quattro colmi di calorie ben imburrati o croccanti di frittura.

Lo vedeva come l'ingrassamento destinato a tanti piccoli maiali da fiera, quello maggiormente grasso si aggiudicava il premio.

-Prego matricole partecipi al Gihoe Chungha, mangiate a sazietà- fece accomodare i 50 ragazzi l'artritica cuoca sotto le mentite spoglie di un'allevatrice.

Il piatto traboccava di sapori differenti e gusti che variavano dal salato, al dolce e al piccante in piccoli spazi, per esempio quella che sembrava lonza di suino abbracciava una cucchiaiata di marmellata d'arancia che a sua volta grondava sul kimchi raffermo.

Quasi gli saliva la nausea a dover mandar giù quel guazzabuglio di mescolanza, ma nulla mai di tutto quello gli era stato concesso.

Si fiondò sulla carcassa lasciando che la forchetta fungesse da becco uncinato mentre l'altro braccio stramazzava ad ala.

Aveva lasciato i corridoi che lo avevano portato in giro per quella casa stregata, il letto e le camere sempre in fremito per entrare in un edificio adiacente ben strutturato e munito di ogni fantasia possibile.

-Devi mangiare- la guardia costrinse la spalla di quel ragazzo a piegarsi sotto la forza.

-Ma-ma io non...- abbassò il capo sul da farsi -...non ho fame- Taehyung, seduto proprio di fronte all'interpellato, fissò la sua spina dorsale impiantarsi a spiga nel sottocute, era estremamente magro.

-Se non vuoi tornare dagli altri devi riempire quella tua fottuta bocca mangia merda- gli sibilò nell'orecchio in modo che non potesse essere udito -Tu che guardi? Finisci di ingozzarti maialino- scoppiò in una fragorosa risata acutizzata dal gorgoglio della mucosa per poi mollargli come una nemesi un ceffone in testa.

-Se n'è andato, puoi tirare su la testa- lo rinfrancò.

L'altro nemmeno lo calcolò e prese ad abbuffarsi con le lacrime agli occhi.

Quella scena era quasi straziante, non era sicuro dovesse funzionare in quel modo.

-Attenzione matricole partecipanti alla celebrazione...- uno stelo percosse i lati di un triangolo idiofono -...come voi tutti sapete siete stati scelti per un percorso che vi preparerà ad uscire da qui e ad ambire agli alti posti della società. Ovviamente dovrete essere in forze miei prescelti, ecco perché procederemo con più razioni di cibo, una cura generale del corpo e anche con l'apprendere i comportamenti basilari del vivere sociale. Tra un mese esatto vi doneremo la vostra seconda opportunità di cambiare le vostre vite e il mondo. Siate migliori per coloro che vi accoglieranno e per voi stessi. Siete pronti?- congiunse le mani sul ventre sorridendo la donna.

-Tu che farai?- gli chiese quel carcame d'uomo spiaggiato senza guardalo negli occhi.

Taehyung non rispose, eppure il suo primo pensiero lo dedicò alla madre.


[Oramai il ritardo è ufficiale, posso dire che gli aggiornamenti saranno un po' lenti perché non riesco a dedicare molto tempo a Wattpad, quindi mi scuso con i pochi che stanno leggendo questa storia, ma a quanto pare non tutte le settimane saranno abili a pubblicare. Alla prossima ❤️]

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