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POV IZUKU

Era arrivato capodanno. Dopo l'ultima volta io e Todoroki, non c'eravamo più potuti vedere a causa dei compiti che avevamo da svolgere, e tra i vari impegni non ci eravamo neanche sentiti più ti tanto.

Avevo pensato molto a quello che era successo tra di noi, anzi non c'era stato neanche un minuti in cui avevo smesso di pensarci, continuava a gironzolare nella mia testa e non voleva andarsene.

Non sapevo ancora precisamente cosa provavo, ma lui mi piaceva, eccome se mi piaceva, e non era solo attrazione fisica, ma di lui mi interessava davvero tutto. A prima vista poteva sembrare una persona monotona quasi noiosa, ma quando lo si iniziava a conoscere diventava tutto completamente diverso. Lui era una di quelle persona che sorrideva solo quando ne aveva voglia, e se ne aveva voglia, ma quando lo faceva... quando lo faceva tutto diventa pieno di colori.

Riguardo ciò però non ne avevo ancora parlato con nessuno, sapevo che a mia madre sarebbe andato bene e mi avrebbe accettato, ma comunque dovevo ancora prendermi del tempo per me.

Quest'oggi però essendo festa e avendo del tempo libero, decisi di invitarlo da me, in modo tale da poter guardare i fuochi d'artificio insieme dal mio terrazzo, non era nulla di speciale ma sapevo che per noi era abbastanza, mi sarebbe bastato, soltanto passare un po' di tempo con lui.

La neve si era già sciolta e pur facendo ancora abbastanza freddo, potevamo stare insieme seduti su un divanetto, coperti da alcune coperte di lana prese da camera mia, avevo perfino preparato del cibo in caso ci fosse venuta fame.

Sapendo che a Todoroki piaceva molto l'astronomia avevo portato dalla soffitta un vecchio telescopio di mio nonno, in modo tale da permettergli di ammirare la sua amata luna, sempre se ne aveva voglia.

Appena finito di cenare, insieme a mia madre, l'aiutai velocemente a sparecchiare, e giusto in tempo quando ebbi finito sentii suonare il campanello; doveva essere lui.

Gli avevo chiesto se poteva venire già diversi giorni prima in modo tale da poter parlare con calma al padre per chiedergli il permesso; ed infatti ecco lo qui, davanti alla porta della mia casa.

Era vestito con un paio di jeans "a gamba larga" il cui colore andava sul bianco, una felpa nera, con sotto una camicia bianca, e per finire indossava un "bomber" di pelle nero, i capelli erano arruffati e aveva il naso arrossato a causa del troppo freddo.
"Wow" furono le prime parole che mi uscirono dalla bocca.

Appena però mi resi conto di quello che avevo detto, preso dal panico mi comprii la bocca con una mano e per non far notare il rossore, che infiammava le mie guancie, gli voltai le spalle facendolo entrare.

Lui con molta calma sorpassò la porta di casa, e mi diete un mazzo di rose bianche...ho sempre amato le rose bianche, dalla prima volta che me le regalò.

Rimasi immobile per qualche minuto a fissarlo, aveva le goti più rosse del solito, le mani gli tremavano leggermente, e mi guardava dritto negli occhi, abbasai lo sguardo per qualche istante notando che stava sorridendo, mi ero già innamorato di quel suo sorriso.

Quando mi risvegliai dai miei pensieri, ringraziai posando i fiori in un vaso e lo guidai verso il terrazzo, mancava poco meno di mezz'ora ai fuochi.

Lo feci accomodare accanto a me sul divano, e appena notò il telescopio, gli si illuminarono gli occhi come quelli di un bambino, era felice.

Cominciò a parlare a non finire della luna, non lo avevo mai visto così.

"Forse è un po' scontata no? Insomma a chi non piace la luna? È di una bellezza tale che ti attrae, ma nessuno si sofferma davvero ad osservarla e ammirare la sua magnificenza.
Bastano anche solo due istanti per rimanere affascinati dal suo splendore." disse, invitandomi a guardare dal telescopio, ed era esattamente così, non ci potevano essere altre parole per descriverla.

Pochi minuti dopo senza neanche accorgercene sentimmo il rumore di alcuni scoppi, segnio che lo spettacolo era iniziato.

Tornammo a sedere e rimasimo a bocca aperta, per tutti quei magnifici colori che si dilungavano nel cielo stellato.

Verso la fine dello spettacolo, si aprirono un immensità di cuori colorati che illuminavano la città, e senza nemmeno accorgermene mi girai verso Shoto notando che il suo sguardo era già posato sul mio.

Lentamente ci avvicinammo l'uno all'altro e successo di nuovo.
Ma sta volta era più passionale, non era un semplice tocco sfuggente, era uno di quei baci che ti faceva rimanere senza fiato, e di cui non ti stancavi mai.

Nel momento in cui le nostre labbra si staccarono poggio la testa sulla mia spalla godendoci così  gli ultimi attimi di quella notte.








ANGOLO GHOUL
Scusate davvero molto per l'assenza e come sempre se ci sono errori grammaticali per piacere segnalateli.
Questo capitolo in realtà non mi convince molto.

Don't Cry - TododekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora