London's Calling

CAPITOLO 1

               

London's Calling

CAPITOLO 1

Primrose, Washington

Londra, una delle più grandi metropoli multiculturali al mondo. Chi non ha sognato almeno una volta di camminare sul Millenium Bridge di sera, con il vento che ti scompiglia i capelli e la musica degli artisti di strada che ti accompagna fino a destinazione? Questa città, questo sogno, diventerà la mia realtà. Tra esattamente otto ore e ventisette minuti il mio aereo partirà e sarà l'inizio di una vita all'insegna dell'avventura, più o meno. Quando il preside della Primrose High, ovvero il mio vecchio liceo (finalmente posso chiamarlo così), mi ha offerto la possibilità di saltare l'ultimo anno e iniziare il college, non ci ho dovuto pensare molto a lungo, o almeno, questo era quello che credevo. La decisione sembrava così lucida nella mia mente che non ho neanche pensato di chiedere opinioni ai miei amici e alla mia famiglia. Sono sempre stata così, ho sempre fatto di testa mia e ho sempre avuto il desiderio di crescere a un tempo più spedito. Tuttavia, questo non vuole dire che non ci abbia riflettuto sopra, anzi, questi ultimi mesi li ho passati incollata al computer a scoprire ogni piccolo angolo del web. La mia cronologia potrebbe riassumersi nel modo seguente: "Le migliori università degli Stati Uniti" e "Come dire ai tuoi migliori amici che non passerai con loro l'ultimo anno di liceo". La svolta è arrivata poco dopo Natale, quando ho comunicato questo  cambiamento importante a mia sorella Ally, e il resto è...
Storia.
Beh, potrei riassumerla con: la mia adorata e intelligente sorellina mi ha aperto gli occhi e la mente, fornendomi informazioni preziose riguardanti le università in Inghilterra, più precisamente, a Londra.
Ed è in quel momento che non mi sono mai sentita più viva. Improvvisamente tutto sembrava avere un senso ed era come se fosse stata la scelta più semplice di questo mondo.
La gioia è durata circa cinque minuti, per essere rimpiazzata subito dopo da ogni sorta di preoccupazione, e  sopratutto, dal senso di colpa.
Lasciare Lily e Charles l'ultimo anno? Non andare al ballo di fine anno vestita da sirena come abbiamo progettato io e Lily fin dalla terza elementare? Perdermi la prima sbronza di Charles?
In quel momento ho capito che non sarebbe stato così semplice come pensavo, ma più ci ragionavo e più arrivavo alla stessa conclusione: questo mi renderà felice.
So che sarà così.
Devo seguire la mia strada.
Ovviamente io e i miei genitori non condividevamo lo stesso pensiero, però con l'aiuto di Ally alla fine si sono convinti, e tra poco mi ritroverò a studiare giornalismo al Westmister College. Scrivere è sempre stato uno strumento per sfogarmi e lo considero ancora oggi come la mia personale via di fuga dalla realtà. Tutto quello di cui ho bisogno è un computer, anche carta e penna vanno bene, e una tazza di thè verde, (possibilmente anche dei biscotti), ma questo è tutto. So che dovrei riposarmi siccome domani mi aspetta una giornata frenetica, ma invece sono qui a contemplare se chiamare Lily.

So che risponderà.

Risponde sempre.

Anche all'una di notte, e considerando che è già l'una e mezza, ci provo. Risponde dopo tre squilli.

"Ti ricordi quando mi hai scritto in quella lettera che potevo chiamarti a qualunque ora del giorno e della notte? Beh, ho preso in considerazione la tua proposta e sono arrivata alla conclusione che ne avevo estremamente bisogno perché sono sull'orlo di una crisi di panico."

Dopo qualche silenzio imbarazzante sento la voce inconfondibile di Lily che non potrò sentire di persona per molto tempo.

"Sei fortunata che il mio Wi-Fi funzioni meglio che mai e che abbia trovato la prima stagione di Gossip Girl. Questo show è una droga, sto pensando di andare a New York questa estate e...".

Quando inizia a parlare di qualcosa che la appassiona, non c'è persona al mondo che possa fermarla, a parte Lola Mary Smith.

"Lily, amo Gossip Girl quanto te ma forse in questo momento dovremmo concentrarci su un'altra metropoli in cui si parla inglese!"