17 - Casa dolce casa -

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Arrivai davanti casa dei miei nonni.
Non c'erano più auto della polizia come l'ultima volta che ero venuta qui.
Mi fermai davanti alla porta, sarebbe stata la cosa giusta? 
Infondo non mi interessava più, volevo stare lontana da ciò che mi ferisse e questo è il mio posto felice, qui nessuno può farmi del male.
Presi coraggio e bussai, dopo una decina di secondi vidi la porta spalancarsi e mia nonna che quasi non prese un infarto, che si dovette poggiare alla porta per non cadere.
< Oddio, Agatha!! - urlò, abbracciandomi e stringendomi fortissimo, con non so quale forza data la sua età.
Dalla porta uscii anche Spike, il mio cane, che iniziò a farmi le feste e a scodinzolare.
< Ciao anche a te. - accennai un sorriso accarezzando le orecchie del mio cane.
Poco dopo arrivò anche mio nonno, dopo averci sentito e anche lui si unii all'abbraccio.
Loro scoppiarono in lacrime alla mia vista, io mi limitai a sorridere.
< Mi siete mancati, nonni.
Mia nonna sorrise tra le lacrime.
< Cosa è successo alla tua pelle, è così chiara, si è rovinata? E i tuoi occhi, i tuoi capelli.. santo cielo dove sei stata? - chiese preoccupatissima guardandomi.
< Mi ero persa, nel bosco. 
Era una scusa davvero insensata e stupida ma in qualche modo ci credettero.
< Ti abbiamo sempre detto di non avvicinarti li!! E' da mesi che ti cercavamo, ti avevamo dato per dispersa. - disse ancora un po' sconvolta.
< Dai entra. - mi fece spazio mio nonno.
Entrai e quel profumo di dolci mi mancava, era tutto proprio come lo avevo lasciato e mi venne spontaneo sorridere.
< Ti preparo da mangiare vieni.. - disse mia nonna.
< Ehm.. non ho fame scusa.- l'argomento cibo era un problema, se ne accorgeranno prima e o poi che non mangerò niente di quello che cucina lei.
< Sarai affamata..
< Sto bene, grazie. Vado in camera. - mi diressi al piano di sopra, verso camera mia.
< E' così strana.. - disse mio nonno a mia nonna ad abbassa voce per non farsi sentire.
Peccato che li sentirei anche da fuori casa, ma dettagli.
Entrai in camera e mi buttai sul letto stringendo il cuscino.
Le mie vacanze qui stavano anche durando troppo, dovrei tornare a casa mia, da mia madre.
E tutto ciò che ne è stato qui sarebbe stato tutto un lontano ricordo.
Liam, Benjamin, Ian, Catherine, Antony.. tutti quanti, sarebbero stati dei ricordi.
E Sebastian il più brutto.
Di una cosa sono certa, da vampiri non puoi morire ma sicuramente la sofferenza la subisci il doppio.

Passai il resto della giornata insieme ai miei nonni, sono andata al parco con loro, li ho aiutati a cucinare e perfino a fare la spesa.
Non parlavo per niente e questo lo notarono subito, credo iniziassero a notare tutti i miei cambiamenti e a farsi domande.
Non volevo dare nell'occhio ma ero così, ormai ero un vampiro.
Se prima la cosa mi piaceva, ora inizio ad odiarla e non poco.
Dopo aver passato un intera giornata con i miei nonni si fecero le 22 e andarono a dormire, così tornai in camera e mi misi sul letto.
Aprii la mia borsa con tutta la roba che avevo lasciato prima di andar via e ritrovai l'album fotografico, regalo dei miei nonni.
Iniziai a sfogliarlo e qualche lacrima uscii, fino a quando non sentii picchiettare sulla finestra, alzai lo sguardo ed era Ian.
Mi alzai e aprii la finestra lasciandolo entrare, poi tornai a sedermi sul letto nascondendo l'album sotto il cuscino.
< Ciao. - disse lui con un tono tra l'arrabbiato e rassicurato.
< Ciao. - non lo guardai negli occhi.
Lui si sedette di fronte a me a fissarmi, aspettando che gli diedi spiegazioni.
< Come mi hai trovata? - mi limitai a dire.
< Non sai nascondere le tracce, si sentiva il tuo odore da chilometri. 
Rimasi in silenzio e lui fece lo stesso, finché non interruppe quei secondi che sembravano un eternità.
< Perché sei andata via? - disse meno freddo di prima, come se si fosse calmato.
Non risposi.
< Puoi parlare con me, lo sai. - avvicinò la sua mano alla mia prendendomela ma io la scansai subito.
< Non mi va.
< Bene. - disse buttandosi all'indietro sul letto. < Rimarrò qui finché non me ne parli. - si stiracchiò.
< Non puoi stare qui per sempre, ci sono i miei nonni.
< Ok. - disse indifferente.
< Ti prendo a calci nel didietro se non te ne vai.
< Provaci. - mi sfidò lui.
Tentai di tirargli un calcio sulla gamba che schivò subito.
< Antipatico. - mi voltai dalla parte opposta per non guardarlo.
< Sto aspettando.
Sbuffai.
< Sebastian, l'ho beccato a tradirmi ieri sera. Cioè non era un vero e proprio tradimento visto che avevamo messo le questioni tra noi in pausa, però ci sono rimasta male, ha fatto lo stronzo con me e non ho sopportato tutto ciò, volevo allontanarmi. - dissi tutto d'un fiato.
< Allontanarti anche da me?
A quella frase mi bloccai e rimasi a guardarlo.
< In che senso? 
< Non importa. - sbuffò. < Mi toccherà rimanere qui allora.
< Sei stupido?! 
< Non tornerò da Antony se non torni anche tu.
< Tu sei pazzo. - dissi e mi scappò una risata che smorzai subito.
< Va' che ti ho visto ridere. - puntualizzò
Sbuffai e mi allungai affianco a lui.
< Davvero rimarresti qui? - lo guardai seria.
< Pensavi scherzassi? - sorrise.
< Sinceramente si. - fissai il soffitto pensierosa.
< A cosa pensi? - si voltò verso di me.
< A Sebastian.
Lo sguardo di Ian si fece più strano, come arrabbiato ma non gli feci domande.
< Dimenticalo. 
< Già.. - sospirai e poi mi avvicinai a lui ad abbracciarlo. < Grazie.
Sorrise e mi scompigliò i capelli.
< Quindi i tuoi nonni dormono? 
< Si. 
< Vieni con me. 
Mi prese per mano e uscimmo dalla finestra con un salto, correndo verso una meta a me sconosciuta.


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