19 - E' finita -

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Rimaniamo in quel posto finché Ian non si fosse ripreso del tutto e non ci è voluto tanto grazie a Sebastian.
L'antidoto che gli ha dato gli ha velocizzato la cura delle ferite, dopo pochi minuti era come se non si fosse fatto niente.
< Agatha. - mi chiamò Sebastian.
< Ti prego vattene, sul serio. - guardai in basso.
Ian si alzò una volta curate del tutto le ferite e si mise tra me e Sebastian, si ostinava ogni volta a proteggermi come se fossi un agnello davanti al leone, ma in quel momento non avevo bisogno che si intromettesse, pur mi faccia piacere che si preoccupi per me.
< Ian, è una cosa tra me e Sebastian. - dissi il meno fredda possibile.
< Hai sentito? L-e-v-a-t-i-. - scandì Sebastian con un pizzico di gelosia.
Ian si voltò a guardarmi come per sapere se a me andasse bene, forzai un sorriso e lui si allontanò da noi per lasciarci soli.
< Ascoltami, ti prego. - disse lui.
< Torna dalla tua ragazza, e non venire a fare il disperato da me.
< Non ho una ragazza.
Feci una risatina isterica e lo guardai storto.
< Ah no? E quella di ieri?
< Ero ubriaco ieri sera, perdonami.
< Non ti perdono. Non mi interessa in che condizioni eri ieri sera chiaro? Te ne sei andato, sei sparito lasciandomi da sola, hai almeno la minima idea di quanto io possa aver sofferto? No, perché non te ne è fregato un bel niente di me, magari ero solo una ragazza passeggera per non sentirti solo. Il fatto che tu non facendoti sentire e andando a quella festa limonando con un altra amplifica il fatto che tu non volessi stare con me, che non mi ami. - dissi arrabbiata, questa volta non uscirono lacrime né niente, non ero triste ma arrabbiata.
< Non me ne sono andato perché non volevo stare con te.
< Ah no? E le cose che mi hai detto nel bosco?
< E' un periodo difficile per me.
< Pensi solo a te stesso santo cielo! Per te è stato difficile ma per me una passeggiata vero? - urlai.
Si avvicinò a me, non so cosa avesse intenzione di fare, ma non volevo si avvicinasse.
Gli misi le mani sul suo petto per poterlo allontanare via ma non riuscivo, era decisamente più forte di me.
< Non avvicinarti. - dissi quasi sussurrato.
< Perché?
< Non voglio.
< Una volta ti piaceva. 
< Hai detto bene, "una volta".
Lui se ne infischiò e mi abbracciò, feci un po' di resistenza all'inizio ma staccarlo da me era difficile, così mi arresi.
Lo abbracciai anche io.
< Scusami, davvero. - disse lui con la voce spezzata.
< Perché l'hai fatto? Perché hai rovinato tutto? - dissi sul punto di piangere.
< Dopo quello che è successo ad Isaiah.. mi sono successe cose strane, il potere che è in me si è rafforzato.
< In che senso..? 
< La persona che mi ha morso, nel momento in cui sono sopravvissuto ho ereditato una parte del suo potere. E sapevo questa cosa, sapevo che la persona che mi ha trasferito il suo potere ma in tutti questi anni non è mai capitato. Quel giorno, per difenderti, ho usato tutto il potere che possedevo, la mia pelle si è rovinata, era talmente "troppo" per me, che il mio corpo non è riuscito a contenerlo.
< Ah.. - rimasi senza parole.
< Inoltre l'aver consumato tutte le mie forze quel giorno, mi ha reso incapace di fare niente. Non riuscivo a correre, a malapena camminare. Scusa se sono stato uno stronzo, se non mi sono presentato per un po', volevo starmene da solo.
Non dissi una parola, ero li, tra le sue braccia sempre più confusa di prima.
< Dovevo riprendermi, mentalmente e fisicamente, è qualcosa che ti distrugge in entrambi le parti.. per quanto riguarda all'inaugurazione del pub.. beh ero davvero ubriaco, scusa.
Non sentendomi dire niente, Sebastian si staccò da me guardandomi negli occhi.
< Rimane il fatto che tu non mi abbia detto niente e ti sia fatta un altra.
< Scusa, davvero, avevo bisogno di consolarmi, stavo male e.. - lo interruppi.
< Basta così. - dissi sospirando e guardando a terra.
Spostai lo sguardo su Sebastian.
< E' finita.
< Cosa? - chiese confuso.
< Tra noi intendo, è finita.
Vidi i suoi occhi spegnersi, odio quando diventano così grigi.
< Perché? Davvero io voglio stare con te, ti amo. Ho sempre fatto del mio meglio per proteggerti, per tenerti al sicuro, ho fatto degli errori e li sistemerò, ma ti prego, dammi una possibilità..
< Sebastian, non ce la faccio. Quella scena di te con un altra ragazza continua a invadermi la mente. E poi non era più semplice dirmi tutto? Se mi avessi detto che volevi stare da solo ti avrei lasciato solo da subito, so cosa vuol dire avere i propri spazi.
< Ho sbagliato, perdonami.
Mi prese una mano ma la scansai.
< Ci rivedremo, forse. - dissi allontanandomi e andando verso Ian.
< Non andartene..
< Tu mi hai cacciata, prenditi le tue responsabilità.
A quel punto Ian ed io ci allontanammo andando verso casa mia, stava per farsi giorno ed era successo troppo in una sola notte, questo non potevo sopportarlo.
Durante il tragitto non parlammo per niente, tenevo lo sguardo fisso sui miei piedi, mentre camminavamo.
Forse ho sbagliato a lasciarlo andare così, ma non so se potevo più fidarmi di lui, non ce la facevo.
< Cosa vi siete detti? - spezzò il ghiaccio Ian dopo un po'.
< Me lo chiedi come se non avessi ascoltato la discussione. - lo guardai per conferma, è difficile che non l'abbia sentita, dato che ci sentirebbe anche a km di distanza.
Rise come se fosse una domanda stupida quella che avesse fatto.
< Volevo la tua versione. - fece le spallucce.
Gli diedi una spallata e lui rise contagiando anche me.
< Grazie ancora. - risi.
< Sta volta per cosa?
< Per essere rimasto. 

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