Un corteggiatore insistente

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San Felice Circeo, 20 settembre 1939

Quella mattina Iris si era svegliata presto: aveva un appuntamento con Rinaldo, il giovane intendeva mostrarle come funzionava la tipografia di suo padre.
Si lavò, indossò un abito bianco a fiorellini blu e infine si diresse in cucina dove sua madre stava preparando la zuppa di pesce per la sera, poiché nessuna delle due sarebbe stata a casa per pranzo: Irene Cataldo doveva andare a servizio, sua figlia ad incontrare il suo fidanzato.
<< Che eleganza... >> osservò la donna, guardando il vestito di Iris.
<< Magari è un po' appariscente per una tipografia, ma voglio che Rinaldo mi trovi splendente! >> esclamò la ragazza, cominciando a fare colazione.
<< Al forno hai detto che prendevi un giorno di permesso? >> le chiese sua madre. Da quando era rimasta incinta non l'avevano più voluta al forno, ma avevano accettato di assumere sua figlia, forse per pietà, perché col solo salario di donna di servizio sarebbero morte di fame.
<< Ovvio che l'ho detto... >> sbuffò Iris, stanca che la madre pensasse che non sapesse come girava il mondo.
Infilò le scarpe, prese la borsetta e uscì di casa, per raggiungere Rinaldo in tipografia: il paese era piccolo e tutti conoscevano le strade a memoria.
Ma sulla strada sentì un colpo di clacson, poi un altro e un altro ancora.
<< Ehi, bella signorina! Non ci si volta a salutare? >> fece la voce di un uomo sui trent'anni in sella ad una decappottabile rossa, con i capelli scuri tirati indietro, gli occhi neri a fessura e la divisa fascista.
<< Buongiorno, gerarca Menotti. Scusate, ma ho fretta... >> rispose lei, cercando di seminarlo. Ma lui aveva la macchina, era più veloce.
<< Guarda che lo so bene cosa ti arrovella. Lo sanno tutti. Cerchi tuo padre e un uomo che ti faccia fare la bella vita. Cosa pensi che possa offrirti Rinaldo Marini? >> continuò a insistere.
<< Rinaldo non ha la macchina né un grado di gerarchia all'interno del partito, ma non va certo in giro ad importunare le ragazze per strada! >> rimbeccò la Cataldo.
<< Quanto mi piacciono le donne che rispondono per le rime... >> si scaldò il gerarca, ma in quel momento sopraggiunse un'altra auto, non decappottabile e blu.
<< Iris, tutto bene? >> le domandò Tiberio Belmonte, scendendo dalla vettura.
<< Tutto bene, grazie. Il gerarca Menotti se ne stava andando... >> rispose la ragazza.
Non avendo troppa voglia di mettersi contro i rampolli della famiglia più ricca di San Felice Circeo, Menotti girò a largo.
<< Ti ha importunata? >> le chiese gentilmente Tiberio.
<< Lo fa spesso. Sai che novità... >> commentò Iris.
<< Noi siamo tornati da Roma adesso! >> intervenne Annalisa, una ragazza coi capelli rossi e gli occhi azzurri, sporgendosi dal finestrino.
<< Com'è andato il provino? >> domandò la Cataldo.
<< Meravigliosamente, penso proprio che diventerò una cantante... Ma tu dove stai andando? >> replicò la Belmonte.
<< In tipografia da Rinaldo >> spiegò la figlia di Irene Cataldo.
<< Allora ti accompagniamo noi >> decise Tiberio. Iris accettò di buon grado, per evitare di rincontrare Menotti.
Non appena vide Marini, gli corse incontro e sorrise: lui le insegnò tutti i segreti del mestiere, coadiuvato dal padre Francesco, e lei dimenticò lo spiacevole accaduto di qualche ora prima.

Storia d'amore e di guerra - L'inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora