Il seme della gelosia

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San Felice Circeo, 4 luglio 1940

L'idea di andare tutti i giorni a Villa Spinelli per tradurre le canzoni americane a Giada e insegnarle così i rudimenti dell'inglese portò Rinaldo a svegliarsi con un entusiasmo tutto nuovo.
Si avvicinò alla finestra, notando che era una giornata meravigliosa; tuttavia pensò che quell'idillio potesse venire spezzato dal dubbio che Iris si accorgesse dei suoi viavai tra la collina e la tipografia.
Si disse che avrebbe dovuto trovare una scusa, perché alla fine tutti i sentimenti che aveva provato per lei erano sinceri: ma Giada era un'altra cosa; era come il vento di maestrale che irrompeva nelle giornate di fine agosto, spezzando la calura estiva con violenti temporali.
Si diresse in cucina, salutando sua madre in tono più allegro del solito.
<< Buongiorno, mamma. C'ho una fame... >> esordì, addentando tutto ciò che era sulla tavola, mentre Gisella Marini gli versava il caffè.
Guardò suo figlio: non lo vedeva su di morale da quando il padre era partito per il fronte. A dire la verità, nemmeno la presenza di Iris lo rincuorava.
<< Mangia, dai. Che con questi razionamenti sarà sempre più difficile vedere una tavola così... >> lo esortò, chiedendosi cosa avesse ma timorosa di scoprirlo realmente.
Perché la figlia di nessuno - così chiamavano la Cataldo in paese - non l'aveva mai convinta.
Dopo aver finito di fare colazione, prese la bicicletta e cominciò a pedalare in direzione della collina.
Ma non appena passò vicino al forno, dalla porta aperta Iris lo vide, e uscì senza pensare ai clienti in fila.
<< Iris, ma dove vai? >> la richiamò Maddalena Iorio, una delle sue colleghe.
Ma la Cataldo non la stava ascoltando.
<< Rinaldo! >> gridò dietro al ragazzo, che fu costretto a fermarsi.
<< Che vuoi? >> sbuffò questi, mentre lei gli si avvicinava.
<< Ma si può sapere come mai tutta questa fretta? >> esordì lei.
<< Sto andando a lavorare >> ribatté lui, secco.
Ma la commessa del forno non ci credeva affatto.
<< Peccato che alcuni pescatori ti abbiano visto salire verso la collina! >> lo sfidò.
<< E con ciò? >> replicò il tipografo.
<< Di' un po', non è che corri appresso alla Spinelli? >> arrivò dritta al punto l'una.
L'altro rispose con una fragorosa risata.
<< E tu ti saresti scapicollata fuori dal forno per dirmi questo? >> si riprese poi.
Ad Iris non piacque quella reazione.
<< Sappi che non permetterò che tu mi tradisca. Ricordatelo bene... >> lo minacciò, gli occhi azzurri ridotti a due fessure.
Rinaldo, però, si era rimesso già sulla bici e stava sfrecciando verso la collina.
Iris aspettò l'ora di pranzo per correre al circolo del tennis, dov'era sicura di trovare Enrico; certa che non l'avrebbero fatta neanche passare dall'entrata principale, aspettò il giovane Belmonte, che si trovava sul campo da gioco col cugino Tiberio.
<< Enrico! >> lo chiamò da dietro la rete.
<< Iris, che ci fai qui? >> le domandò, stupito di vederla lì.
<< Vieni, ti devo dire una cosa importante. Riguarda Giada... >> sentenziò la Cataldo.
Non appena sentì nominare la Spinelli, Belmonte raggiunse subito la fidanzata del suo migliore amico.
<< Allora, si può sapere che c'entra Giada? >> chiese impaziente.
<< Abbiamo parlato di ragazzi, all'ultima festa danzante. Ha detto che sei bello. Lo sa bene di essere fidanzata, ma questo non le impedisce di guardarti e apprezzarti >> mentì la giovane, sorridendo maliziosamente.
<< Non lo nego. Siamo stati molto vicini. Ma pare non cedere al mio fascino. Pare vedere solo il fidanzato... >> obiettò il ragazzo.
<< E da quando in qua per te i fidanzati sono un problema? >> lo punzecchiò l'una.
<< Infatti. Da quando? >> fece l'altro, finalmente libero degli ultimi, pochissimi dubbi che lo tormentavano.
Tornò dentro, con in testa un'idea che era sicuro sarebbe andata a buon fine.
Iris lasciò quel circolo esclusivo, sorridendo compiaciuta, sicura di aver centrato il bersaglio.

Storia d'amore e di guerra - L'inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora