Stiles si è svegliato già da dieci minuti e, senza far rumore, si è alzato dal letto, è andato in bagno ed ora è tornato in camera. Sì è seduto sulla sedia, però, senza tornare di fianco a Derek che è ancora avvolto dalle lenzuola e dai loro odori. Stiles non sente più il pungente odore del suo calore, ma della propria eccitazione che impregna la stanza, sì. Così come sente presente ancora quella di Derek. Dovrà far arieggiare per bene la camera prima che suo padre torni dal turno.
Fa uno sbadiglio, stiracchiandosi sulla sedia, continuando a guardare Derek che, dopo un po' si rigira. Lo vede tastare le coperte, ancora con gli occhi chiusi, poi annusare l'aria e girarsi nella sua direzione.
Quando Derek apre gli occhi, Stiles è accucciato con i piedi sulla sedia e le ginocchia strette al petto e lo guarda. Non sa cosa dire, cosa fare, ma si sente così in imbarazzo che non riesce nemmeno a pensare. Ricorda tutto della notte appena passata, ogni sua parola, ogni parola di Derek e soprattutto i suoi occhi rossi e come l'ha toccato.
Il suo cuore perde un battito quando Derek, dopo averlo guardato, fa uno sbadiglio, poi allunga una mano nella sua direzione.
"Sembri un piccione su un cornicione. Vieni qui."
Stiles scioglie la presa sulle ginocchia e si avvicina al proprio letto, prendendo la mano che gli ha offerto l'altro. Derek lo spinge a sedersi, poi se lo tira addosso.
"Questa puzza di vergogna mi nausea di mattina, smettila ancora prima di cominciare, okay?" gli dice contro il collo e Stiles rabbrividisce.
"Non ci riesco!" dice Stizzito Stiles e Derek lo lascia andare, per guardarlo.
"Non sapevi cosa fare, cosa aspettarti e avevi paura. Non devi vergognarti di esserti mostrato così a me, ragazzino."
"Grazie" gli dice Stiles, ancora con lo sguardo basso. "Posso almeno offrirti la colazione e chiederti di non parlarne pi-"
"COSA DIAVOLO E' SUCCESSO QUI DENTRO?"
Stiles scatta a sedere appena suo padre spalanca la porta della camera ed entra, puntando la pistola verso Derek. Stiles, ancora seduto, di istinto gli si para davanti.
"PAPà! NO!" urla e suo padre abbassa impercettibilmente l'arma.
"Hai venti secondi per dirmi che non è successo quello che sento, perché altrimenti giuro che ammazzo entrambi!" urla John fuori di sé.
Stiles si alza, nonostante le gambe stiano teemando e si avvicina a suo padre.
"Non sapevo cosa fare, avevo paura ed era la prima volta. Derek mi ha solo spiegato quello che tu non hai mai avuto il coraggio di dirmi e" dice, spostando il colletto della maglia, esponendo il collo, "guarda, non è successo nulla!" conclude, mentre le lacrime gli scendono sulle guance.
Sente Derek che gli poggia una mano su una spalla, ma la toglie appena lo sceriffo gli punta di nuovo la pistola.
"Tu hai nessun diritto di rovinare la vita a mio figlio e di fargli perdere il suo onore di Omega! Vai via di qui o ti arresto!"
"Ma papà, Derek è mio amic-" cerca di intromettersi Stiles, ma suo padre accende gliocchi di rosso ed è obbligato a tacere, mentre singhiozza.
"Non ho mai voluto fare del male a suo figlio, signore, voglio che questo sia chiaro" dice Derek stranamente calmo. Solo che allo sguardo attento di Stiles non sfuggono i pugni serrati.
"E invece gli hai già fatto abbastanza male. Vattene da questa casa e non tornare più, mio figlio ha già un Alpha!" urla John e Derek esce dalla stanza.

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Mio Alpha | Sterek
Fiksi PenggemarÈ il diciottesimo compleanno di Stiles che, quella mattina, vorrebbe solo sparire nel letto. Stiles è un Omega e, proprio quel giorno, dovrebbe ricevere un cellulare con sopra il numero di telefono della sua anima gemella. Stiles odia non poter sceg...