"Sono a casa."
La voce di John attira la sua attenzione. Si alza, si dirige in cucina e toglie la cena dal forno preparandola in tavola. L'uomo si siede. "Com'è andata oggi?" gli domanda con un sorriso dopo aver visto il cellulare sul piano della cucina.
"Come al solito. Ma il professor Harris sembra continui ad avercela con me."
"Cosa gli hai combinato?"
"Perchè deve essere sempre colpa mia?"
"Stiles..."
"E va bene" comincia Stiles per poi raccontargli di come abbia accidentalmente lasciato in mutande il suo professore facendo ridere John come non lo sentiva fare da tempo.
Va a letto appena dopo aver riordinato la cucina. Si infila sotto le coperte e sblocca lo schermo.
(Ore 20.18) Mi metti alla prova con ogni tua domanda, è come se dovessi misurare le parole. E, poi, ho come l'impressione che tu ne abbia anche per me di parole. H.
(Ore 22.13) Me lo stai permettendo. M.
(Ore 22.14) È divertente. Sei diverso da molti degli Omega che ho conosciuto. H.
(Ore 22.15) È una cosa brutta? M.
(Ore 22.16) No, mi piace. H.
E Stiles non sa come sentirsi. Forse, se gli avesse detto il contrario, sarebbe stato più facile odiarlo.
Un mese passa veloce e Stiles nemmeno se ne è reso conto. È riuscito a stare con Derek al massimo un'ora in tutto, contando quei pochi minuti che sono riusctiti a "rubare" tra una lezione e l'altra o dopo scuola. Stare con Derek lo fa sempre sentire leggero e, anche se il ragazzo non ha mai più cercato un contatto fisico, anche solo appoggiare la testa su una sua spalla è bello.
Dall'altro lato, Stiles ha mantenuto la promessa e ha continuato a parlare con l'Alpha. Ha scoperto che il suo piatto preferito è il cioccolato, in qualsiasi modo, che è figlio unico e che ha abbandonato gli studi. Anche Stiles si è aperto un po' di più, dicendogli che è al terzo anno delle superiori, che anche lui è figlio unico e che odia il caldo.
Ora è appena uscito da scuola e si sta guardando intorno aspettando di vedere Derek nascosto da qualche parte, quando si sente chiamare. Si volta e vede suo padre, nell'auto di ordinanza, che sorride e sventola una mano. Stiles borbotta qualche imprecazione, mentre si avvicina all'auto.
"Ehi papà, cosa ci fai qui?" chiede.
"Ero nei paraggi, cosa facevi lì, immobile?"
"Nulla, stavo per mettermi in macchina. Ci vediamo a casa" dice e si allontana, raggiungendo la sua Jeep. Nel tragitto, intravede Derek appoggiato al muro dell'edificio che gli fa un occhiolino.
Quella storia si ripete per tutta la settimana: suo padre passa casualmente all'uscita della scuola e Stiles non riesce a dire nemmeno ciao a Derek, anche se il ragazzo lo aspetta ogni volta. È frustrato, arrabbiato e, tornato a casa, si lascia andare sul letto. Dopo un po', il cellulare squilla.
(Ore 15:38) L'Italia. Tu? H.
Giusto, aveva chiesto a Frederick quale posto fuori dagli Stati uniti gli sarebbe piaciuto visitare, se n'era quasi dimenticato.
(Ore 15:40) Io il Giappone. Sarà che leggo troppi manga. Anche se quello stronzo di mio padre non vorrebbe. Ma a lui non piace mai nulla di quello che faccio. M.
(Ore 15:44) Problemi con tuo padre? H.
Stiles vorrebbe sfogarsi e raccontare ogni cosa, pur di parlarne ed inveire contro suo padre, ma ha un mal di testa atroce e non ne vale nemmeno la pena.
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Mio Alpha | Sterek
FanfictionÈ il diciottesimo compleanno di Stiles che, quella mattina, vorrebbe solo sparire nel letto. Stiles è un Omega e, proprio quel giorno, dovrebbe ricevere un cellulare con sopra il numero di telefono della sua anima gemella. Stiles odia non poter sceg...